- SOVIET ZOMBIE INVASION (2017) di Andrea Marfori - recensione del film



SOVIET ZOMBIE INVASION (2017)
di Andrea Marfori
La trama: un gruppetto di giovani moscoviti, dopo aver visto un film horror al cinema, decide di visitare un tetro ospedale abbandonato in pieno centro città. Il fatiscente caseggiato è però infestato da un’orda di zombies, o meglio di “soviet zombies”, cioè soldati russi infettati da un virus, frutto di esperimenti segreti andati a male. Ovviamente tutti molto aggressivi e famelici di carne umana…


Andrea Marfori è un regista noto in tutto il mondo per aver girato negli anni 80 l’horror trash “Il bosco 1”. I fans (tantissimi, sparsi un po’ per tutto il globo, ma soprattutto italiani, giapponesi e statunitensi) aspettano con ansia il famoso seguito de “Il bosco 1”, più volte annunciato, ma mai portato a termine. Sequel che, pare, vedrà la luce nel 2018 (annata che coincide col trentennale del cult girato nei Monti Lessini). In realtà Marfori non è rimasto con le mani in mano per 30 anni. Ha girato tantissime puntate della telenovela napoletana “Un posto al sole”, due lungometraggi (“Perduta” e “Il ritmo del silenzio”), un bellissimo e disturbante cortometraggio nel 2016 (“The unfortunate life of Georgina Spelvin chained to a radiator”, con Erika Kamese) e molto altro (compreso un documentario su “Il bosco 1”, per il venticinquennale). Il ritorno alla regia di Marfori avviene con una produzione tutta russa, grazie al produttore Viktor Bulankin (qui anche attore protagonista). “Soviet zombie invasion” (questo il titolo internazionale, il titolo russo invece è “Ataga sovetskikh zombi”), che dura solamente 45 minuti, in realtà doveva essere l’episodio pilota di una serie tv sullo stile di “The walking dead”. Poi però la produzione cambiò idea, e decise di farne un mediometraggio indipendente. Ma l’idea di una “The walking dead russa” pare non sia ancora naufragata. Vedendo “Soviet zombie invasion” ci si accorge subito di essere di fronte ad un lavoro in qualche modo “monco”, non finito. La presenza di alcuni personaggi non è ben spiegata e giustificata. Anche se ciò per fortuna non inficia in modo grave il risultato finale del mediometraggio. Non convince per nulla invece la fotografia, davvero pessima, nemmeno vagamente paragonabile ai lavori precedenti di Marfori. Lo stile registico di Marfori, con i suoi inconfondibili movimenti di macchina, si riconosce eccome, e non deluderà di certo i suoi fans. La scelta della location, un ospedale abbandonato in centro città, è più che mai azzeccata, anche se non di certo originale. Però funziona, eccome. Il cast di “Soviet zombie invasion”, composto nella quasi totalità da giovani russi, lascia un po’ a desiderare, ma è funzionale ad un prodotto del genere: un piccolo trash veloce e divertente, senza pretese, da gustare senza patemi d’animo o chissà quali aspettative. Gli effetti speciali invece sono discreti, e ci fanno riportare alla mente quelli del cult “Il bosco 1”. Il finale rimane “aperto” e con delle incongruenze, ma proprio perché “Soviet zombie invasion”, prima di diventare un film a sé, doveva essere il pilot di una serie tv. Un piccolo film, consigliato soprattutto ai fans di Marfori e agli amanti degli zombie-movies ultra-indipendenti.

Regia: Andrea Marfori; Soggetto: Andrea Marfori e Paola Mingoni; Sceneggiatura: Andrea Marfori e Paola Mingoni; Interpreti: Viktor Bulankin (Dima) e Margarita Kuklina (Anya); Fotografia: Andrea Marfori; Musica: Otto Dix; Scenografia: Andrea Marfori; Montaggio: Andrea Marfori; Suono: Otto Dix; Produzione: Viktor Bulankin; 

Recensione di
Massimo Bezzati

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