- VIAGGIA, RAGAZZA, VIAGGIA: HAI LA MUSICA NELLE VENE (1973) di Pasquale Squitieri - recensione del film


VIAGGIA, RAGAZZA, VIAGGIA:
HAI LA MUSICA NELLE VENE
Silvia Le Fontaine, scrittrice italo-francese di fiabe, ha una vita perfetta: donna emancipata, con un marito comprensivo e una bella figlia di 17 anni. L’idillio si spezza quando il marito, stanco e depresso e forse rabbioso perché la moglie guadagna più di lui, abbandona la famiglia, senza dare notizie di sé.
Silvia si confronta con un pianista (Vittorio De Sica), amico intimo dell'uomo, che accusa la donna di averlo umiliato e di aver pensato solo a sé stessa, suggerendole di andarlo a cercare ”dove finiscono e cominciano i tipi come suo marito” locali dove è abituale l’uso di droghe e alcol. Accettato il consiglio, Silvia fa conoscenza con gli amici e le amiche del marito e anche lei inizia a fare uso di sostanze stupefacenti. Non sono ancora gli anni dell’eroina in endovena, ma delle siringhe di morfina, cocaina e di altre sostanze già in voga. Inizia da qui la discesa agli inferi della donna, che accetta, pur di farsi, di diventare l’amante di una sua vecchia amica ora spacciatrice.

Primo dei droga movie all’italiana, che non brilla per capacità tecniche né per la fotografia, a tratti scadente, ma mostra quello che la droga porta a fare. Massacrato dalla censura anni 70, che come dirà la stessa protagonista: “Preferivano le scene di sesso a quelle dell’utilizzo di stupefacenti, perché in Italia dicevano, nessuno si buca o prende pasticche, tanto da definirlo fantascientifico- psichedelico”.
Negli anni a venire, con l’avvento delle strisce di cocaina e l’eroina in endovena, questo particolare filone cinematografico subirà un'evoluzione. Nei film che seguiranno però i tossico dipendenti nella loro rappresentazione non conservano una qualsivoglia parvenza borghese, dove per “farsi” bisogna nascondersi nel cesso dell’ufficio o continuare a scrivere novelle come nel caso di Silvia. Nel film di Squitieri i protagonisti, tutti socialmente affermati o emancipati, non hanno l’ingenuità di Cesare di Amore Tossico, né il sexy appeal della Clery in Tunnel, non vengono da realtà disagiate di periferia dove alberga lo squallore morale. Essi appartengono ad un mondo piccolo e meschino, senza scrupoli, non hanno e non fanno pietà, la stessa Silvia non esente da tutto ciò finisce, nel suo decadimento morale, ad imbastire una tratta di donne.

Curiosità:
Pasquale Squitieri è conosciuto per film come “I Guappi” del 1974 e “il Prefetto di ferro” del 1978. Ritornerà a trattare il tema della dipendenza da sostanze nel 1990. E' recentemente scomparso.
Victoria Zinny, attrice d’autore ha lavorato anche nel genere western o in quello poliziottesco.
La frase:
“Tuo marito ha una bella amante: è una siringa con un ago sulla fronte”

Regia: Pasquale Squitieri; Soggetto: Pasquale Squitieri; Sceneggiatura: Pasquale Squitieri; Interpreti: Victoria Zinny (Silvia Fontaine), Raymond Pellegrin (Giorgio Fontaine), Dino Mele (Carlo), Vittorio De Sica (pittore), Leopoldo Trieste, Brigitte Skay (Elga), Antonietta Tenore (Cristina), Fabio Testi, Isabella Guidotti, Lionel Stander, Franca Le Boffe, Gastone Pescucci, Giorgio Dolfin; Fotografia: Eugenio Bentivoglio; Musica: Manuel De Sica; Costumi: Leopoldo Mastelloni; Scenografia: Armando Mancini; Montaggio: Mario Morra; Suono: Manlio Magara; Produzione: Laser Film, Translux Productions International; Distribuzione: Dear International; censura: 63049 del 15-10-1973

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