- ALCOLISTA (2017) di Lucas Pavetto - recensione del film



ALCOLISTA (2017) di Lucas Pavetto
La trama: Daniel, alcolizzato in stadio avanzato, spia il vicino di casa. La sua intenzione è quella di ucciderlo a colpi di pistola. Nel frattempo l’uomo conosce per caso una volontaria di un centro per alcolisti anonimi, con la quale imposta una relazione morbosa…

Lucas Pavetto è conosciuto tra i fans dell’horror per l’ottimo lungometraggio “The perfect husband”. In realtà, tra corti e lungometraggi, ha già girato un discreto numero di opere, tra le quali “Il cerchio dei morti” nel 2007, in co-regia con Andrea Falcioni. “Alcolista” è stato girato quasi interamente negli Stati Uniti, per la precisione a Buffalo, Stato di New York. La produzione è indipendente, ma con un certo budget. Il salto di qualità di Pavetto nel budget si vede innanzitutto dalla stupenda fotografia di Angelo Stramaglia (il quale aveva lavorato anche in “Almost dead” di Giorgio Bruno).
Il cast, anglofono al 100% e di alto livello, è impreziosito dalla presenza del grande Bill Moseley, l’attore-feticcio di Rob Zombie. Spicca però su tutti gli altri il protagonista, Bret Roberts, nei panni del tormentatissimo Daniel. Roberts interpreta in modo molto realistico e convincente un uomo disperato, colpito duro dalla vita, ad un passo dalla totale follia. All’inizio non si capisce perché Daniel/Roberts ce l’abbia così tanto col suo vicino di casa a tal punto da volerlo ammazzare. Gradualmente si capirà che non è un semplice alcolizzato paranoide con manie omicide, ma un uomo in cerca di vendetta. Il film di Pavetto non parla di alcolismo, ma anche e soprattutto di una vendetta. Un revenge-movie in piena regola, ma spruzzato di litri e litri di alcool. Tutti e due i temi fondamentali del film sono affrontati con crudo realismo. Daniel è vittima, a causa dell’abuso di alcolici, di pesanti allucinazioni, rese oltretutto benissimo dagli effetti speciali. E’ violento e fuori controllo, ma anche debole e facilmente manipolabile. Le sequenze di disperazione nella vita quotidiana dell’uomo non ci risparmiano nulla. Ma anche il tema della vendetta non viene trattato in modo banale. Daniel non è un robot che spara all’istante senza ripensamenti. Tenta più volte, fallendo, di uccidere il suo vicino. Fallisce perché non trova il coraggio, la forza di espletare a quel gesto così radicale. E, frustrato, si rintana in casa tra pianti e bevute. 
Finalmente una pellicola italiana che affronta certi temi senza paure, tentennamenti e ritrosie. Anzi, li prende di petto. E lo fa bene. In una minuscola particina, nelle vesti di un contadino, c’è Lloyd Kaufman, il boss della Troma.

Regia: Lucas Pavetto; Soggetto: Lucas Pavetto e Massimo Vavassori; Sceneggiatura: Lucas Pavetto e Massimo Vavassori; Interpreti: Bill Moseley (Grey Speckled), John Robinson (Trevor), Gabriella Wright (Claire), Bret Roberts (Daniel), Tammy Jean (Veronica), Sherri Lyn Litz (assistente degli alcolisti anonimi), Zac Amico (cassiere), Lloyd Kaufman (contadino), John P. Brennan (paramedico), Sheri Fairchild (membro degli alcolisti anonimi), William Otterson (padre di Daniel); Fotografia: Angelo Stramaglia; Musica: Giuseppe Capozzolo; Costumi: Gabriella Campagna; Scenografia: Joseph Giambra; Montaggio: Marcello Saurino; Suono: Adam Bloch e Daniele Scaringella; Produzione: Matt Manjourides e Justin A. Martell

Recensione di
Massimo Bezzati

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