- IO E IL RE (1995) di Lucio Gaudino - recensione del film


Io e il re (1995) di Lucio Gaudino
Presentato alla 52° Mostra del Cinema di Venezia, Io e il re sembra proprio un film di Pupi Avati, per tono lirico e andamento nostalgico, tra ricordi e flashback, condotto sempre sul filo della memoria. In realtà i fratelli Avati sono soltanto produttori e si limitano a mettere in campo buona parte della factory - dalla fotografia di Bastelli al montaggio di Salfa, passando per il suono in presa diretta di De Luca - ma soggetto e sceneggiatura sono del regista con la collaborazione di Orano e Salizzato. In breve la trama, ispirata a un evento tristemente reale della storia d’Italia. Il film è un lungo flashback narrato da Matilde (Garelli), una bambina di dodici anni che attende invano il padre scomparso in guerra, figlia di Beatrice (Morante) e nipote di un conte (Leroy). La narrazione riporta al 9 settembre del 1943, nel castello del conte, nei pressi di Pescara, dove le nozze tra Tonio (Melis) e Maria (Monsè) - figlia incinta della cuoca - sono interrotte dall’improvviso arrivo di Vittorio Emanuele III (Delle Piane), in fuga verso Brindisi, dopo l’armistizio di Cassibile. Matilde è curiosa degli eventi che si succedono e definisce quelle ore intense “il giorno delle cose speciali”. La madre rivede il maggiore Ferri (Nero), una vecchia fiamma, e rivive con lui un amore impossibile che dura lo spazio di un bacio, prima che una raffica di mitraglia tedesca lo spazzi via per sempre.
La ragazzina ha un buon rapporto con il sovrano - cupo e ombroso, stanco, in preda a pensieri foschi per il futuro - che immaginava un essere invincibile capace di far nevicare d’estate, mentre comprende che è soltanto un piccolo mago sconfitto seguito da una corte di stregoni e di vecchie fate impaurite. Alla fine il re abbandona il castello alla volta di Brindisi, Maria un anno dopo sposa il medico del paese e Matilde - ormai sicura che il padre non tornerà - è cresciuta di un anno ma è diventata molto più adulta dei suoi dodici anni. Adesso pure la gelosia per il fratellino Alberto pare svanita, grazie a una giornata intrisa di cose speciali, durante la quale ha conosciuto un re che aveva perso i suoi poteri, persino quello di far nevicare d’estate. Io e il re è un piccolo capolavoro di storia vista dal basso, dagli occhi di una ragazzina, un intenso romanzo di formazione, che racconta un triste momento della storia d’Italia attraverso le vicissitudini di una famiglia e l’incontro tra un re decaduto e una bambina. Intensa fotografia in bianco e nero di Cesare Bastelli, colonna sonora sinfonica composta da Antonio Di Pofi e montaggio dai tempi lunghi del bravo Amedeo Salfa. Attori strepitosi, a partire dalla bambina -Azzurra Fiume Garelli - che è la vera protagonista, passando per un carismatico Franco Nero e una dolente Laura Morante, moglie vedova che per un istante rivive un vecchio amore. Carlo Delle Piane è un re perfetto, un uomo in ombra, depresso, pensieroso, tormentato e stanco, in preda ai dubbi e al cruccio per gli errori commessi che pesano sul presente. Forse il solo difetto del film è che la bravura di Delle Piane finisce per rendere quasi simpatico il principale responsabile dei disastri italiani, al punto che lo spettatore ne prova compassione. Philippe Leroy interpreta con diligenza il ruolo di un conte fedele fino in fondo alla corona e alla patria. Regia impeccabile, buona direzione di attori, molti piani sequenza e primissimi piani, immagini poetiche di vento che scompiglia i capelli e dolce malinconia specchiata in campi lunghi e panoramiche campestri. Scenografia attenta ai minimi particolari, costumi impeccabili, ricostruzione fedele della vita in campagna sul finire degli anni Quaranta, tra auto d’epoca e arredamenti in totale sintonia. Tono poetico e struggente, romanzo dolente, grande storia che scorre sullo sfondo mentre la piccola storia di uomini e donne è in primo piano, filtrata dagli occhi di una bambina che spera di rivedere il padre. Un film avatiano, senza esserlo, con tutte le connotazioni positive che implica tale definizione. Due parole sul regista. Lucio Gaudino (Napoli, 1953) si laurea in architettura ma si dedica al cinema fin dal 1980, sua vera passione. Molto attivo in televisione, scrive e dirige Ora zero e dintorni, collabora con Pupi Avati (È proibito ballare), Renzo Arbore (sceneggiatore di FF SS… cioè che mi hai portato a fare a Posillipo se non mi vuoi più bene?, 1983) Nino Bizzarri (sceneggia La seconda notte, 1985). Portano la sua firma molti serial famosi per il piccolo schermo, cose popolari come Un posto al sole (1996 - 2000), La squadra, Distretto di polizia, Dov’è mio figlio, Terapia d’urgenza. Al cinema debutta con Adelaide (1991), prosegue con E quando lei morì fu lutto nazionale (1993), Io e il re (1995) e Prime luci dell’alba (2000). Io e il re rappresenta il suo momento più alto come frequentazione del cinema d’autore.

Regia: Lucio Gaudino. Soggetto: Ivan Orano, Lucio Gaudino. Sceneggiatura: Ivan Orano, Lucio Gaudino, Claver Salizzato. Fotografia: Cesare Bastelli. Montaggio: Amedeo Salfa. Direttore di Produzione: Francesco Guerrieri. Costumi: Michele Corazzari, Stephane Bertola. Scenografia: Giuseppe Pirrotta. Musiche: Antonio Di Pofi. Collaborazione Storica: Ernesto G. Laura. Operatore alla Macchina: Giovanni Ragone. Aiuto Regista: Gianni Amadei. Assistente alla Regia: Rocco Barbaro. Suono in Presa Diretta: Raffaele De Luca. Microfonista: Domenico Giammaria. Fotografo di scena: Fabrizio Mastracchi Manes. Produttori: Antonio e Pupi Avati. Casa di Produzione: Duea Film. Contributo: Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Spettacolo. Collaborazione: Rai - Radio Televisione Italiana. Interni: Palazzo Chigi. Esterni: Comune di Ariccia. Edizioni Musicali. BMG Ricordi. Negativi: Kodak. Girato: Technovision. Edizione: Cooperativa Fono Roma. Mixage: Franco Coratella. Fonico: Marco Di Vittorio. Colore: Cinecittà. Interpreti: Franco Nero, Laura Morante, Carlo Delle Piane, Azzurra Fiume Garelli, Philippe Leroy, Maria Monsè, Angiola Baggi, Marzio Honorato, Andrea Scorzoni, Nina Soldano, Aldo Massasso, Mario Prosperi, Emidio La Vella, Anna Orso, Simone Melis, Giancarlo Riccio, Carla Calò, Elena Cantarone, Alessandro Paone, Saverio Laganà, Salvatore Gioncardi, Raffaele Di Mario, Vincenzo De Castro, Silvano Tomei, Giorgio Conti, Antonino Maimone, Eva Clausen, Ciro Scalera, Aldo D’Ambrosio, Giancarlo Costa, Salvatore Mortellitti, Massimo Sangalli, Alessandro Luci, Nicola Egidio, Gianfranco Quero, Almir De Leo, Stefano Guadagnoli, Giacomo Venturi, Bianca Cerasoli, Carmine Pianese, Flaminia Fegarotti, Maria Cristina Maccà, Liliana Tipa, Giuliana Zaroli, Alberto Caneva, Maria Elena Fresu, Kadigia Madda, Rosanna Ursich, Elisa Galletta.

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