LA MOGLIE VERGINE (1975)

Regia/Director: Marino Girolami [Franco Martinelli]
Soggetto/Subject: Carlo Veo, Mario Girolami
Sceneggiatura/Screenplay: Carlo Veo, Mario Girolami
Interpreti/Actors: Edwige Fenech (Valentina), Carroll Baker (Lucia), Renzo Montagnani (Federico), Ray Lovelock (Giovanni), Gabriella Giorgelli, Florence Barnes (Brigitta), Antonio Guidi, Michelle Gammino, Maria Rosaria Riuzzi, Gianfranco De Angelis, Dino Mattielli, Gastone Pescucci, Rosaura Marchi
Fotografia/Photography: Fausto Zuccoli
Musica/Music: Armando Trovajoli
Costumi/Costume Design: Silvana Scandariato
Scene/Scene Design: Renzo Gronchi, Renzo Gronchi
Montaggio/Editing: Vincenzo Tomassi
Suono/Sound: Domenico Dubbini
Produzione/Production: Flaminia Produzioni Cinematografiche
Distribuzione/Distribution: Fida Cinematografica
censura: 67481 del 12-12-1975

Trama:Nonostante abbia per moglie quel gran pezzo dell'Edwige, il suo biondo consorte non riesce a consumare. Urge un'operazione fiducia verso la di lui virilità. Ci pensa la giovanile suocera.
Marino Girolami, nonché Franco Martinelli, nonché Frank Martin (entrambi pseudonimi) fu il capostipite di un’intera famiglia di cineasti e attori romani. Di questa stirpe fanno parte: Romolo Guerrieri (suo fratello), noto al pubblico del cinema di genere per pellicole quali: “Il Dolce Corpo di Deborah” (1967), “Un Detective” (1969) “La Polizia è al Servizio del Cittadino? (1973); Renzo Girolami (suo nipote); Enzo G. Castellari (suo figlio): “La Polizia Incrimina La Legge Assolve” (1973), “Il Cittadino si Ribella” (1974) “Quel Maledetto Treno Blindato” (1977); Ennio Girolami (altro suo figlio).

Siamo nel 1975, anno in cui il regista produce due commedie sexy decisamente godibili: “Grazie…Nonna”, rifacendosi al “Grazie… Zia” di Samperiana memoria, ed appunto “La Moglie Vergine”. Entrambe le pellicole vengono interpretate dall’icona sexy Edwige Fenech al massimo del suo splendore fisico, coadiuvata da cast totalmente differenti (anche in termini di cachet) in entrambi i film, ma sempre azzeccati e ben amalgamati, tra comicità ed erotismo.
Giovannino (Ray Lovelock) e Valentina (Edwige Fenech) sono una giovane coppia di sposi che dopo il viaggio di nozze, ritornano a casa, nella località di Iseo, sull'omonimo lago. La lune di miele però pare non sia andata bene, Giovannino non è riuscito a … concludere ed i neo sposini sperano di recuperare “giocando in casa” nella città dove si sono conosciuti. A riceverli e ad ospitarli in casa è Federico, lo zio di Giovannino, erotomane dai bollenti spiriti, facilmente eccitabile e con la fissa della “schgniacchera” e delle belle donne. Appena appreso dalla figlia Valentina che il genero non funziona come dovrebbe, sora Lucia (Carrol Baker) cercherà, insieme allo zio Federico, in tutti i modi di stimolare le fantasie e migliorare le prestazioni di Giovannino, coinvolgendo anche le domestiche di casa. A complicare le cose si aggiunge l’arrivo in casa del fratello di Giovannino: Gianfranco (Michele Gammino), con la moglie tedesca Brigitte. Entrambi risultano avere una grande attività sessuale e non ne fanno segreto, anzi! I due non perdono occasione per raccontare le loro prestazioni agli altri e fare un gran “ciuf ciuf” (come ama dire la teutonica) la notte. Valentina, stimolata dall’esterno, ma soprattutto dall’interno, cercherà di pazientare finché Giovannino non sarà ristabilito, fino a quando …

Prima di passare alla recensione vera e propria del film è bene affermare che “La Moglie Vergine” è fondamentalmente una commedia sexy che potremmo collocare nel sotto filone dei “vizi in famiglia”, questo trova la sua collocazione storica dal 1973 (con il cult “Malizia” di Salvatore Samperi) al 1975/76 (anno della comparsa della prima “Liceale” di Michele Massimo Tarantini, che darà il via a un altro sottofilone chiamato “scolastico”, tra professoresse, supplenti ecc) . La principale caratteristica di queste pellicole è l’ambientazione della vicenda in una casa o un contesto familiare, dove i protagonisti sono legati da un vincolo di parentela e la presenza di una o più donne procaci (zie, nipoti, cugine o governanti), risveglia solitamente gli appetiti sessuali di tutti i maschi di casa e non, con lotte fratricide per accaparrarsi le grazie della bella di turno. Insieme ai già citati “Malizia”(il capostipite) e “Grazie…Nonna”, possiamo citare altri titoli dello stesso filone come: “Innocenza e Turbamento”, di Massimo Dallamano (1974), Peccato Veniale, nuovamente di Samperi (1973), “La Nipote, di Nello Rosati (1974), “La Cugina” di Aldo Lado, (1974), “Il Vizio di Famiglia” di Mariano Laurenti (1975).

Parlando nello specifico del film possiamo dire che “La Moglie Vergine” è un film riuscito . La storia non è affatto originale, ma il ritmo sostenuto e la bravura dell’ottimo cast si fanno sentire e mantengono il film sopra la sufficienza. Montagnani è in una forma strepitosa e sfodera il suo classico personaggio allupato con grande maestria, alternando palpatine alla servitù con perle di saggezza al nipote Giovannino. Splendida anche Carrol Baker, anche se in un ruolo secondario che non lesina una scena sexy nel finale. La Fenech è sempre la Fenech, in quel periodo era al top della condizione e ogni film che la vedeva protagonista faceva il tutto esaurito nei cinema. In questa pellicola bisogna però dire che Edwige non da il meglio di se, forse colpa del ruolo che le sta un po’ stretto. Lovelock interpeta bene il ruolo del marito impotente, ma sono i personaggi “secondari” che danno brio a questo film: in particolare (oltre al già citato Montagnani) troviamo due spassosissimi Michele Gammino e Florence Barnes nei panni dei cognati erotomani dei protagonisti (da antologia il doppiaggio della Barnes in italiano maccheronico), che con i loro ménage riempiono buona parte della pellicola. La colonna sonora è affidata ad un Armando Trovajoli veramente ispirato, alternando shakes a pezzi lenti molto lounge. Il pezzo forte è il tema principale dal titolo “Tic Toc”, traccia ritmata, “radio like”, molto riascoltabile a film finito.
In conclusione “La Moglie Vergine” è un film valido che piacerà sicuramente ai cultori di cinema di genere italiano.

Curiosità:
La Versione milanese del dialogo è stata curata da Enzo Jannacci e Giuseppe Viola


Recensione a cura di:

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