Armando Crispino (1925 - 2003) si laurea in giurisprudenza, comincia come critico cinematografico de L’Unità, debutta come aiuto regista nel 1950 e prosegue come soggettista-sceneggiatore di molte pellicole. Dirige il primo film nel 1966 (Le piacevoli notti), prosegue con un numero limitato di pellicole caratterizzate da buon gusto e senso dello spettacolo. In questa sede interessa soprattutto Frankenstein all’italiana (1975), il suo unico horror soprannaturale, ma anche L’etrusco uccide ancora (1971) e Macchie solari (1974) presentano elementi da cinema del terrore.
L’etrusco uccide ancora (1971) è un thriller con pochi momenti horror girato sulla scia di analoghi lavori di Bava e Argento. L’ambientazione è tra Spoleto e Cerveteri, dove un killer elimina coppiette a tempo di Messa da Requiem di Verdi, ispirandosi agli affreschi di una tomba etrusca dove compare il demone Tuchulca. Il film si ricorda per il titolo e per alcune idee originali riprese da lavori successivi, ma il lato giallo non convince e il ritmo è piuttosto lento.
Macchie solari (1974) comincia come uno splatter e diventa un thriller erotico, ma la tematica fantascientifica lo rende un lavoro interessante. In un caldo agosto romano le macchie solari spingerebbero al suicidio, portando le persone a una sorta di squilibrio psichico, ma non è vero, perché alla base degli strani decessi c’è solo un complotto per appropriarsi di un’eredità. Simona (Farmer) è una specializzanda in medicina legale che frequenta l’obitorio, prepara una tesi sul suicidio ed entra in contatto con un gran numero di cadaveri. Possiamo classificare horror il primo quarto d’ora del film che esibisce delitti a ripetizione e una serie incredibile di cadaveri all’obitorio. Mimsy Farmer assiste a sequenze disturbanti di autopsie cadaveriche. Macchie solari è un thriller fuori dal comune: comincia come un horror truculento e visionario e si trasforma in un giallo classico. Sono notevoli i flashback e le parti oniriche che vedono la dottoressa all’obitorio circondata da morti che riprendono vita, sorridono e fanno l’amore tra loro. Si tratta solo della sua immaginazione, problemi nervosi per il troppo lavoro e per l’epidemia di suicidi che sta sconvolgendo la capitale. Raccapriccianti alcuni suicidi con esposizioni di parti cadaveriche, occhi frantumati, teste sfracellate e corpi massacrati. Crispino inserisce alcuni accenni di necrofilia e un maldestro tentativo di violenza carnale in ospedale, con reazione eccessiva della protagonista che per poco non uccide il suo aguzzino. Il regista è bravo a creare un’atmosfera di psicosi collettiva, alternando immagini di macchie solari a esplosioni di luce in un caldo agosto romano. In realtà tutto prosegue come un giallo e alcune morti non hanno niente a che vedere con le macchie solari, ma sono conseguenza di un ricatto finito male. Il giallo è ben costruito, l’andamento è lento ma suggestivo, ci sono alcune sequenze che si ricordano, come il finto suicidio che tenta la Farmer all’interno di un museo degli orrori. Molte parti erotiche mettono in evidenza le grazie di Mimsy Farmer, attrice molto dotata per interpretare parti da nevrotica e allucinata. Gli incubi della Farmer sono tra le cose migliori di un film che trasmette suspense, grazie in particolare alle soggettive del presunto assassino. Si scopre tutto alla fine, dopo diversi tentativi di depistaggio, come richiede un buon thriller. Finale truculento con l’assassino che cade dall’alto di una chiesa e si sfracella al suolo. Ottima colonna sonora di Ennio Morricone. Interpreti all’altezza come Mimsy Farmer, Barry Primus, Ray Lovelock, Massimo Serato e Angela Goodwin. Negli USA è uscito come Autopsy ed è un vero e proprio film di culto, visto l’intreccio congegnato con sapienza.
Frankenstein all’italiana (1975) presenta il curioso sottotitolo di Prendimi, straziami, che brucio di passion! e rientra nel sottogenere horror comico che in Italia non ha mai avuto molto successo. La pellicola è scritta e sceneggiata da Massimo Franciosa e Luisa Montagnana, le musiche sono di Stelvio Cipriani, il montaggio di Angela Cipriani e la fotografia di Giuseppe Aquari. Interpreti: Aldo Maccione, Gianrico Tedeschi, Ninetto Davoli, Jenny Tamburi, Anna Mazzamauro, Lorenza Guerrieri, Aldo Valletti, Alvaro Vitali e Alessandra Vazzoler. Crispino realizza un Frankenstein comico ispirandosi a Mel Brooks (Frankenstein Junior - 1974), ma punta tutte le sue carte sul lato erotico, trasformandolo in una commedia sexy in versione macabra. Aldo Maccione è la creatura di Gianrico Tedeschi - un barone Frankenstein folle al punto giusto - che si aggira per il castello e va a letto con tutte le femmine che trova. Il dottor Frankenstein fa venire nella sua residenza la fidanzata Janet (Tamburi) per sposarla, ma il mostro va in mille pezzi e interrompe la cerimonia. Frankenstein lo ricostruisce, ma la creatura evidenzia una forte componente erotica che lo spinge a insidiare Janet e persino la meno affascinante Maude (Mazzamauro), che vive nel castello insieme ad Alice (Guerrieri). Per mettere a freno la libido scatenata del mostro, il suo padrone lo rende impotente. Igor (Davoli) ne approfitta per sedurre la donna del barone. Armando Crispino ha confidato a Spaghetti Nightmares: “Si è trattato di un compromesso che non dovevo accettare. È il solo film nato da un soggetto non mio e in più non ho preso parte alla sceneggiatura. Me lo propose il produttore Filiberto Bandini, con cui stavo realizzando alcuni spot pubblicitari. In ogni caso il film non era del tutto infame, almeno nella prima parte”. Per Paolo Mereghetti la pellicola non ha niente a che vedere con un prodotto alto come Frankenstein Junior, ma si tratta della solita farsa pecoreccia fatta in casa. Armando Crispino non è molto portato per il genere comico, ma resta il fatto che la caratteristica tipica della commedia italiana è proprio la componente erotica.
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