Prima di iniziare vorrei
precisare che questo articolo non vuole analizzare l’opera del fin
troppo ingiustamente vituperato Antonio Boccia (Potenza, 15 giugno
1911 – Roma, 12 marzo 1982) detto Tanio e conosciuto anche con lo
pseudonimo di Amerigo Anton. Un analisi dei suoi film richiederebbe
un ampia disamina e indubbiamente renderebbe giustizia ad un
artigiano del nostro cinema che a causa del suo carattere e del modo
di porsi ha influenzato in modo negativo il giudizio sulle sue opere.
Giudizi ovviamente espressi da tutti quei critici, e non, che per
forza di cose non hanno mai visto realmente i film da lui diretti.
Questo post, invece, nasce
per dare un volto all’uomo Tanio Boccia, di cui periodicamente si
parla tanto ma quasi nessuno ne conosce il reale aspetto. La
storia del cinema italiano, purtroppo per noi, è fatta da tanti
personaggi senza volto, nomi conosciuti di cui non si hanno foto. Più passa il tempo e più diventa difficile, se non impossibile, trovare notizie ed
immagini di questi artisti che hanno fatto grande il nostro cinema. Nel caso di
Boccia, il discorso è ben diverso, il suo volto l’abbiamo sempre
avuto sotto i nostri occhi ma mai l’abbiamo notato o tanto meno è
mai stato evidenziato. Però prima di mostrare che aspetto avesse
(e con questo vi diffido di andare a sbirciare a fondo pagina), conviene
un attimo ricordare chi era questo regista dalla fama così poco
lusinghiera.
Qualche cenno sul regista
Tanio Boccia è uno di
quei personaggi che molto ha lavorato nel periodo d’oro di
Cinecittà, confrontandosi di volta in volta con i vari generi che
più avevano presa sul pubblico. Dal dramma, al poliziesco passando
per il peplum, lo spionistico e il western, ha attraversato tutte le
stagioni del nostro cinema, perciò è abbastanza irreale che un
professionista come lui, che nell’arco di venti anni ha diretto
altrettante pellicole, sia ritenuto ancora oggi un dilettante messo
dietro la macchina da presa. A riprova di questo è il fatto che il
regista ebbe sempre la capacità, durante tutta la sua
carriera, di trovare produttori che si affidavano alla sua esperienza sul
set. Tra questi va ricordato indubbiamente Luigi Rovere che dei film
da lui girati ne produsse diversi e solo per citarne alcuni, ricordiamo Maciste alla corte dell
Zar (1963), I predoni
della steppa (1963), Il
dominatore del deserto (1964), La
valle dell’eco tonante (1964) e Uccidi
o muori (1966). Per chi non lo sapesse Rovere
è colui che puntò su un giovane Federico Fellini finanziandogli la
sua prima opera, Lo sceicco bianco
(1951). E finanziò anche molti film diretti da Pietro Germi, Roberto
Rossellini e Mauro Bolognini, solo per citare alcuni grandi registi dei tanti che
lavorarono per lui.
A questo punto la domanda nasce spontanea, vista una
filmografia di tutto rispetto che porta la sua firma, come arrivò a
farsi questa fama di peggior regista italiano di tutti i tempi
arrivando ad essere definito l’Ed Wood italiano? Diciamo che ci
sono molte testimonianze di persone che hanno lavorato con lui sul
set che non giocano a suo favore. Di seguito sono riportati frammenti presi da alcune interviste contenute all'interno dell'ottimo libro scritto da Michele Giordano, Giganti buoni. Da Ercole a Piedone (e oltre) il mito dell'uomo forte nel cinema italiano - Ed. Gremese (1998) che danno il senso di quanto detto:
- Amedeo Mellone, scenografo in diversi film di Boccia racconta “(Tanio) Era un romanaccio incredibile, simpaticissimo, che aveva molto mestiere, soprattutto nel risparmiare pellicola. Il cinema è questione di forbici ci diceva sempre. E noi: E che, Tanio, hai fatto il barbiere?... Lui era un ex ballerino, piccolino, tarchiatello, pareva cucciolo dei sette nani coi capelli ricci. Un buon artigiano ma certo non un uomo di cultura. Ricordo ancora certi suoi strafalcioni! Come quella volta a Cinecittà, sul set di un film di ambiente trecentesco, non ricordo il titolo, dove avevamo fatto realizzare degli spalti per il duello. Al momento di girare, prima del ciak Tanio urla: Chiamate qui due lì, gli attori, e ditegli di andare sugli asfalti. E quelli non ci andavano. Sugli spalti, Tanio, gli dissi, sugli spalti e non sugli asfalti sennò gli attori non capiscono e non ci arriveranno mai lassù. Nonostante queste sue carenze culturali era un uomo con una carica umana travolgente che riusciva a trasmettere a tutta la troupe. Pensi che si era scelto come assistente alla regia il suo macellaio così aveva tutte le sera la bistecca assicurata…”;
- Amedeo Mellone, scenografo in diversi film di Boccia racconta “(Tanio) Era un romanaccio incredibile, simpaticissimo, che aveva molto mestiere, soprattutto nel risparmiare pellicola. Il cinema è questione di forbici ci diceva sempre. E noi: E che, Tanio, hai fatto il barbiere?... Lui era un ex ballerino, piccolino, tarchiatello, pareva cucciolo dei sette nani coi capelli ricci. Un buon artigiano ma certo non un uomo di cultura. Ricordo ancora certi suoi strafalcioni! Come quella volta a Cinecittà, sul set di un film di ambiente trecentesco, non ricordo il titolo, dove avevamo fatto realizzare degli spalti per il duello. Al momento di girare, prima del ciak Tanio urla: Chiamate qui due lì, gli attori, e ditegli di andare sugli asfalti. E quelli non ci andavano. Sugli spalti, Tanio, gli dissi, sugli spalti e non sugli asfalti sennò gli attori non capiscono e non ci arriveranno mai lassù. Nonostante queste sue carenze culturali era un uomo con una carica umana travolgente che riusciva a trasmettere a tutta la troupe. Pensi che si era scelto come assistente alla regia il suo macellaio così aveva tutte le sera la bistecca assicurata…”;
-Giuseppe Perrone, agente
cinematografico, nel suo ricordo sul regista dice quanto segue “…Ero
andato a trovare il padre di Howard Ross al policlinico
(di Roma), lui, Boccia, era in un lettino con
un ictus, non parlava. Dopo la liberazione, si mise a fare l’attore
in Germania, nei film erotici, lui credeva di essere bellissimo, si
agitava sempre. Ma era una brava persona, pover’uomo, fece un film
Anna perdonami! (1953), terribile,
dove c’era Bruna Corrà e la moglie dell’attuale costruttore
caselli…” questa testimonianza oltre
ad illustrarci lo stato di salute del regista prima di morire, che
tra l’altro è confermata da quella di Amedeo Mellone che
a quanto già detto aggiunge “…poverino, è
morto male. Lo incontrai a Roma che si trascinava, aveva avuto una
paresi, mi si strinse il cuore”, ci
rivela un aspetto inedito della sua carriera artistica, quello di
attore nei film erotici tedeschi, ovviamente notizia tutta da
confermare ma che se fosse vera (il beneficio del dubbio ci sta
tutto) sarebbe interessante recuperare tali pellicole;
-Anche Ombretta Colli che recitò in Maciste alla corte dello Zar (1964) nel
suo ricordo del regista evidenza la sua capacità di essere, al di là delle peculiarità
caratteriali che gli hanno ingiustamente dato cattiva fama, una persona che
aveva un approccio positivo verso le problematiche che gli si prospettavano sul
lavoro, ed a proposito di ciò racconta “…noi
lo chiamavamo Amerigo, era uno sdrammatizzatore nato, aggiustava sempre tutto: diceva a Kirk Morris,
il veneziano Adriano Bellini, un maciste decisamente casalingo, - gonfiate Adrià che te faccio er primo piano
der muscolo – “. Tra l’altro va ricordato che lo stesso Bellini, figura molto
presente sui set nel periodo d’oro del peplum fu una sua scoperta, lo fece esordire
come protagonista in Il trionfo di
Maciste (1961).
Ma l’episodio per cui è più conosciuto, è la famosa
battuta fatta da Alberto Sordi a Federico Fellini. Quest’ultimo raccontò in un’intervista che appena ricevuto, nel 1975, il quarto Oscar come miglior film straniero per Amarcord, fu chiamato telefonicamente da Sordi che esordì dicendogli "Federico, non t'hanno premiato, questa volta è
toccato a Tanio Boccia!". Questo per dare il senso di quanto il regista fosse famoso nell'ambiente cinematografico per i suoi modi poco convenzionali. Boccia e Fellini tra l'altro avevano un'amicizia di lunga data, e proprio il regista riminese diresse l'unico film dove Tanio Boccia appare per la prima ed ultima volta (almeno per quanto riguarda il cinema italiano). Niente di più di una comparsata, in ogni caso anche se non è semplice individuarlo lo si vede bene. Qui finalmente arriviamo all'argomento centrale di questo articolo. La pellicola in questione è Luci del varietà girata nel 1950 da Fellini in coppia con Alberto Lattuada. Il film parla di una piccola compagnia teatrale di rivista che è sempre alla ricerca di qualche impresario che la scritturi. Verso la fine dello stesso il capo comico, Checco Dal Monte, interpretato da Peppino De Filippo presenta i vari attori a Liliana quella che dovrebbe essere la nuova Soubrette ed arrivato in turno di Boccia, che è ripreso di spalle, De Filippo lo presenta con queste parole "...il nostro Tanio, l'idolo d'oro, vedrai questo", dopodiché parte un suo balletto dove possiamo vederlo bene in faccia. Più avanti si vede solo per un attimo sullo sfondo di una scena con De Filippo e Franca Valeri, lui è a petto nudo immobile con il profilo, dorato, rivolto verso la sua sinistra . Quanto qui descritto potete vederlo nel video pubblicato di seguito:
Fotogrammi estrapolati dal film e comparazione tra gli stessi:
Tanio Boccia che balla |
Tanio Boccia: a sinistra mentre balla e a destra nella parte dell'Idolo D'Oro |
Infine, per concludere, vorrei segnalare due suoi film che per molto tempo erano stati dati per dispersi e che improvvisamente sono apparsi su Youtube. Il primo è Studio legale per una rapina, ultimo film da lui girato nel 1973. Dopo essere stato programmato su varie tv locali negli anni '80 se ne erano perse le tracce. Poi nel marzo 2016 il canale Film & Clips che fa capo alla Minerva Video per la gioia di tutti gli appassionati l'ha messo in condivisione gratuita. Chi fosse interessato può vederlo a questo indirizzo https://youtu.be/EiN67SlC_t0
L'altro film apparso sempre sul tubo è stata una vera e propria sorpresa per tutti. Si tratta dell'unico spionistico da lui girato nel 1965 dal titolo Agente X 1-7 Operazione Oceano. Il film irreperibile ormai da anni era stato dato per disperso, finché il canale tedesco FilmUnion l'ha condiviso in rete. Il master, completamente in italiano, è una registrazione su vhs effetttuata nel 1980 da tale Larry Anderson e presa dalla tv via cavo canadese CFMT Channel 47 Cable 4 Toronto, come riportato dalle note che accompagnano il video. Il film si può recuperare a questo indirizzo https://youtu.be/WrqjzVwxNLw
Qui potete trovare altri suoi film usciti in DVD e BD (clicca per proseguire)
Qui potete trovare altri suoi film usciti in DVD e BD (clicca per proseguire)
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