PASSI DI MORTE PERDUTI NEL BUIO (1976)

Regia/Director: Maurizio Pradeaux
Soggetto/Subject: Maurizio Pradeaux, Arpad De Riso
Sceneggiatura/Screenplay: Maurizio Pradeaux, Arpad De Riso
Interpreti/Actors: Robert Webber, Leonard Mann [Leonardo Manzella], Vera Krouska, Antonio Maimone [Nino Maimone], Barbara Seidl, Marie Liz Eugene, Imelde Marani
Fotografia/Photography: Aldo Ricci
Musica/Music: Riz Ortolani
Montaggio/Editing: Enzo Alabiso
Produzione/Production: Salaria Film, R.C.R. Cinematografica, Dimitri Dimitriadis Film, Atene
Distribuzione/Distribution: Indipendenti Regionali
censura: 69421 del 03-12-1976

C’erano i tempi nei quali il cinema italiano costruiva titoli ad effetto, evocativi e suggestivi per catturare il pubblico. E’ proprio il caso di dire che chi ha escogitato questo “passi di morte perduti nel buio” è riuscito nell’intento di gettare nell’inquietudine lo spettatore ignaro, un titolo che richiama a paura ancestrali, come quella del buio, della morte, dell’uomo nero.
Ci si aspetterebbe di conseguenza un film teso, cupo e claustrofobico e…magari fosse così!!! In realtà dietro questo titolo, poco o per niente congruente con il plot, c’è soltanto una “sola”, poiché la sceneggiatura e il film che ne è venuto fuori sono robetta da scarto, se confrontati con ben migliori thriller nostrani anni’70. Non c’è stata una recensione positiva di questa pellicola né quando uscì e né sugli attuali magazine o forum online.
Passi di morte perduti nel buio parte con una rivisitazione del giallo anni ’30, molto poliziesco. C’è un omicidio misterioso avvenuto dentro lo scompartimento di un treno Istanbul-Atene durante il transito in una galleria. L’arma del delitto è un tagliacarte di proprietà di uno dei passeggeri, l’italiano Luciano Morelli, fotografo in compagnia dell’amichetta svedese Ingrid. Ad Atene vengono interrogati uno per uno tutti i viaggiatori presenti nello scompartimento al momento dell’accaduto, col risultato più ovvio che l’unico indiziato sia proprio Luciano.
In realtà un’altra persona, Raul, gironzolando sul treno, insieme alla fidanzata di colore Ulla ha visto movimenti strani nei corridoi del treno e ha recuperato due guanti neri dimenticati. Con quei guanti neri Raul penserà di incastrare l’assassino ricattandolo e spillargli un po’ di soldi. Ma il gioco s’inceppa e mentre Luciano, latitante cerca insieme a Ingrid di trovare una soluzione al caso, Raul viene ucciso, il denaro estorto recuperato. L’assassino a piede libero viene continuamente ricattato da altre persone vicine a Raul, ma queste sono uno dopo l’altra tutte uccise con un rasoio da barbiere fino all’epilogo, nel quale la polizia pensa a un piano per far “cadere” nella trappola il colpevole.
Il finale è frettoloso, poco verosimile, la spiegazione del movente ingarbugliata e mal spiegata. In mezzo ci sono stati dei tentativi di adeguarsi ad atmosfere argentiane, il sangue almeno scorre discretamente, senza tuttavia essere il protagonista assoluto, vi è una scena lesbo descritta con dettagli anatomici di taglio simbolico e feticista e di grande carica erotica.
Per il resto Passi di morte si perde dentro una sceneggiatura che non equilibra bene il ritmo e i punti di forza della vicenda. I momenti peggiori sono i siparietti tra Ingrid e Luciano, lui romano borgataro, tipica macchietta dialettale e umoristica di molti polizieschi italiani, lei ochetta svampita dalla voce stridula (ma mica poi tanto svampita); un tentativo di forzare una comicità di per sé fuori luogo, ma che non è nemmeno vera comicità. Anche l’insolita rapina in un appartamento, guidata da una giovane donna, insieme sempre a Luciano e Ingrid, che assume toni sempre più farseschi, è un altro autogol del film.
Gli attori non troppo noti al grande pubblico, la musica di Ortolani assomiglia a Morricone. Decisamente meglio dello stesso Pradeaux è Passi di danza su una lama di rasoio, del ’72, primo di una probabile trilogia non conclusa

Il film è stato pubblicato in dvd dalla Noshame (clicca qui per maggiori dettagli )

Recensione a cura di :
Guido Colletti

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