Regia/Director: Duilio Coletti
Soggetto/Subject: opera
Sceneggiatura/Screenplay: Vittorio De Sica, Oreste Biancoli, Adolfo Franci, Gaspare Cataldo
Interpreti/Actors: Vittorio De Sica (maestro Edmondo Perboni), Maria Mercader (Clotilde Serra, maestrina dalla penna rossa), Giorgio De Lullo (Renato Gardena, tenente dei bersaglieri), Ave Ninchi (madre di Clotilde), Luigi Pavese (maestro Lari), Armando Migliari (direttore della scuola), Lamberto Picasso (ispettore scolastico), Guido Notari (Enrico Amici), Giulio Oppi (conte Nobis), Vittorio Sanipoli (Pacetti), Nerio Bernardi (magg. De Rossi), Franco Pesce (bidello), Augusto Mastrantoni (don Camillo), Arturo Bragaglia (on. Antonio Pestelli), Enzo Turco (commissario), Gino Leurini (Garrone), Pina Piovani (madre di Garrone), Aristide Garbini (padre di Garrone), Luciano De Ambrosis (Precossi), Salvo Randone (padre di Precossi), Fiore Forges Davanzati [Fiore Davanzati] (madre di Precossi), Remo Bolsani (De Rossi), Massimo Randisi (Nobis), Carlo Delle Piane (Garoffi), Vito Chiari (Coretti), Enzo Cerusico (Nelli), Guido Martufi (muratorino), Mario Siletti (tranviere), Felice Minotti (altro tranviere), Riccardo De Miceli (ufficiale), Carlo Tamberlani (capitano), Rina Franchetti, Vanna Polverosi, Massimo Pianforini, Wilma Casagrande, Checco Rissone, Toni Ucci, Olga Vittoria Gentilli, Egisto Olivieri, Franco Nicotra, Carlo Ogliotti (Enrico), Maurizio Di Nardo, Francesco Jengo (Nelli), Sergio Gherardi (Franti), Rino Moretti (Stardi), Giorgio Guglielmo (Votini), Gualtiero Tuminelli (Crosa)
Fotografia/Photography: Carlo Montuori
Musica/Music: Enzo Masetti
Costumi/Costume Design: Gino Sensani
Montaggio/Editing: Mario Serandrei
Produzione/Production: S.A.F.I.R. - Società Anonima Film Italiani Roma
Distribuzione/Distribution: Ente Nazionale Industrie Cinemat. ENIC
censura: 3911 del 10-03-1948
Cuore (1948) non è la miglior trasposizione su pellicola del romanzo di De Amicis, perché troppo parziale e modificata in sede di sceneggiatura, fino al punto di tradire le stesse idee politiche del suo autore. Dovremo attendere il 1984, quando Luigi Comencini - già autore di uno straordinario Pinocchio – girerà una miniserie in sei puntate per la televisione italiana, molto fedele e rispettosa del romanzo. Johnny Dorelli è un ottimo maestro Perboni, diligente e ben calato nella parte. Nel frattempo c’era stato il Cuore di Scavolini (1973), davvero poca cosa, da alcuni classificato lacrima movie, basato solo su alcuni racconti mensili. Dimenticabile la miniserie televisiva del 2001, in sei puntate, di Maurizio Zaccaro, girata per Mediaset, con un Perboni interpretato da Giulio Scarpati che fa rimpiangere sia De Sica che Dorelli. Vittorio De Sica vince il Nastro d’Argento (1948) come miglior attore protagonista nei panni del maestro innamorato della maestrina dalla penna rossa (la moglie Maria Mercader) e dei suoi alunni che aiuta a diventare uomini. Molto sacrificata la parte scolastica sull’altare del melodramma romantico che vede una storia d’amore finita male tra la giovane maestra e un tenente dei bersaglieri. Non solo, il maestro Perboni s’innamora ricambiato, ma finisce per morire in guerra, richiamato sul fronte africano. Tutte cose uscite dalla fantasia degli sceneggiatori, così come ci si sbizzarrisce nella parte politica fino al punto di tradire il socialismo idealista di De Amicis. Perboni viene dipinto come un agitatore anarchico che scrive su Il Risveglio e insegna ai ragazzi che la guerra espansionistica è un delitto contro la libertà dei popoli. Parte scolastica che limita i racconti mensili alla sola narrazione de La piccola vedetta lombarda e ad altri episodi toccanti come la morte della madre di Garrone. Abbiamo la sospensione del maestro per le idee socialiste e la contentezza dei ragazzi quando viene riabilitato, nel frattempo li vediamo a casa del loro insegnante per dimostrare il loro affetto. Finale con gli esami e il solo Nobis respinto, figlio di un nobile amico di un perfido collega di Perboni (Pavese) e responsabile della sua sospensione. Il regista tratteggia le condizioni dei poveri e la violenza gratuita con cui i genitori malmenavano i figli. Gli indigenti ritenevano che lo studio fosse un lusso, tempo perso, anni sottratti al guadagno per sostenere la famiglia. De Amicis si scaglia contro questa idea diffusa che l’istruzione dovesse essere appannaggio dei ricchi e gli autori del film ripropongono il tema.
Alcuni critici indicano De Sica regista insieme a Coletti, altri (Mereghetti) lo citano tra gli sceneggiatori, ma secondo i titoli di testa è soltanto l’attore principale. Il film va attribuito al solo Duilio Coletti (1906 - 1999), un medico diventato ottimo regista che gira molti film avventurosi e spettacolari fino al 1978. Fotografia in bianco e nero di Carlo Montuori con suggestive panoramiche di Torino sui titoli di testa e alcune pennellate di vita quotidiana tra il Lungo Po, la Mole e il tram che attraversa la città. Molte dissolvenze, persino a tendina, tanti flashback per narrare il passato, perché in fondo il film è un lungo racconto della maestrina a uno scolaro diventato adulto. Straordinario De Sica, molto umano nei panni del maestro innamorato e idealista che non punisce mai gli scolari ma cerca di dialogare con loro. Tra i ragazzini si riconosce un giovanissimo Carlo Delle Piane nei panni di Garoffi, destinato a diventare un grande attore comico e drammatico. Ave Ninchi è la madre della maestrina, preoccupata per le sue imprevedibili vicende amorose. Un film che si rivede volentieri, invecchiato bene, nonostante alcune filippiche patriottiche che ben si adattano con il tono del libro di De Amicis, in fondo rispettato. A parte le variazioni sul tema da un punto di vista politico - romantico, l’operazione nostalgia riesce bene a Coletti che non perde l’occasione di esaltare il Risorgimento, parlare dei primi moti socialisti e condannare la fallimentare guerra di Eritrea. Non di facile reperibilità.
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