Per Orchidea De Santis bisogna
fare un’eccezione e cominciare dalla filmografia che è davvero
sterminata. La bella Orchidea ha fatto di tutto nella commedia
classica, nel cinema erotico e nella commedia sexy che impazzava
negli anni Settanta. Fabio Melelli le ha pure dedicato un libro che
se amate la bionda attrice vi consiglio di acquistare. Si intitola
“Orchidea De Santis” e fa parte della Collana Attrici del Cinema
Italiano della Casa Editrice Art Core di Perugia. Tra l’altro la
sua filmografia non è completa perché mancano alcune pellicole
girate in Germania che non sono state mai distribuite in Italia (un
po’ come per la Fenech). La filmografia che citiamo l’abbiamo
prelevata pari pari dal suo sito internet (http://www.orchidea.com),
quindi è quella da lei approvata.
- Queste pazze pazze donne
di Marino Girolami, con Enrico Maria Salerno (1964)
- Gli invincibili tre
di Gianfranco Parolini, con Alan Steel e Mimmo Palmara (1964)
- Kindar l’invulnerabile
di Osvaldo
Civirani, con Mark Forest, Mimmo Palmara e Rosalba Neri (1965)
- ll nero
di Giovanni
Vento (1965)
- La battaglia dei mods
di Franco Montemurro, con Ricky Shayne, Joachim Fuchsberger ed Elga
Andersen (1965)
- Come imparai ad amare le donne
di Luciano Salce, con Robert Hoffman, Michele Mercier ed Anita Ekberg
(1965)
- I due figli di Ringo di
C. Simonelli, con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia e Gloria Paul
(1966)
- Nel labirinto del sesso
di Alfonso
Brescia, con Franco Ressel e Maria Pia Conte (1968)
- Sigpress contro Scotland Yard
di Guido Zurli, con George Martin, Klaus Kinsky e Paolo Carlini
(1968)
- Colpo di stato
di Luciano Salce, con Steffen Zacharias e Dimitri Tavarov (1969)
- L’invasione di
Ives Allégret, con Lisa Gastoni e Michel Piccoli (1969)
- Togli le gambe dal parabrezza
di Massimo Franciosa, con Alberto Lionello, Carole André e Leopoldo
Trieste (1970)
- Il tuo dolce corpo da uccidere
di Alfonso
Brescia, con Giorgio Ardisson e Francoise Prevost (1970)
- Una macchia rosa
di Enzo
Muzii, con Giancarlo Giannini e Valeria Morioni (1970)
- Quelli belli… siamo noi
di Giorgio Mariuzzo, con Maurizio, Carlo Dapporto e Ric & Gian
(1970)
- Concerto per pistola solista
di Michele
Lupo, con Anna Moffo, Evelyn Steward e Gaston Moschin (1970)
- Ettore lo fusto
di Enzo G. Castellari, con Vittorio De Sica, Vittorio Caprioli,
Luciano Salce, Rosanna Schiaffino (1971)
- La preda e l’avvoltoio
di Rafael Romero Marchent, con Peter Lee Lawrence e Dada Gallotti
(1972)
- Sette cadaveri per Scotland
Yard di
José Luis Madrid, con Patricia Loran e Paul Naschy (1972)
- Decamerone proibito
di Carlo
Infascelli, con Dado Crostarosa, Gabriella Giorgelli e Malisa Longo
(1972)
- Decameroticus
di Piergiorgio Ferretti, con Pupo De Luca e Aldo Bufilandi (1972)
- Le calde notti del Decameron
di Giampaolo
Callegari, con Don Backy e Femi Benussi (1972)
- Anche se volessi lavorare che
faccio? di
Flavio Mogherini, con Enzo Cerusico e Adriana Asti (1972)
- I giochi proibiti dell’Aretino
Pietro di
Piero Regnoli, con Femi Benussi e Tony Kendall (1972)
- Il diavolo nel cervello
di Sergio
Sollima, con Stefania Sandrelli, Keir Dullea e Tino Buazzelli (1972)
- Le mille e una notte
all’italiana
di Carlo
Infascelli e Antonio Racioppi, con Maurizio Merli, Malisa Longo e
Elio Provetto (1972)
- Beffe, licenze et amori del
Decamerone segreto-
di Walter
Pisani (Giuseppe Vari), con Malisa Longo e Patrizia Viotti (1973)
- Paolo il Caldo
di Marco
Vicario, con Giancarlo Giannini, Rossana Podestà e Ornella Muti
(1973)
- Alla mia cara mamma nel giorno
del suo compleanno
di Luciano
Salce, con Paolo Villaggio e Eleonora Giorni (1974)
- Amore e morte nel giardini
degli dei
di Sauro
Scavolini, con Erika Blanc e Peter Lee Lawrence (1974)
- Per amare Ofelia
di Flavio
Mogherini, con Francoise Fabian e Renato Pozzetto (1974)
- Scusi, si potrebbe evitare il
servizio militare?…No!
di Luigi
Petrini, con Renato Cecilia ed Erna Schurer (1974)
- Provaci anche tu, Lionel
di Roberto
Montero, con Oreste Lionello e Ubaldo Lay (1974)
- Prostituzione
di Rino Di
Silvestro, con Maria Fiore ed Elio Zamuto (1974)
- La nipote
di Nello
Rossati, con Francesca Muzio, Daniel Vargas e Annie Edel (1974)
- L’ingenua
di
Gianfranco Baldanello, con Giorgio Ardisson e Ilona Staller (1974)
- Attenti… arrivano le
collegiali
di Gianni
Miller, con Toni Ucci e Yvet Monet (1975)
- Il vizio di famiglia
di Mariano
Laurenti, con Renzo Montagnani e Edwige Fenech (1975)
- Le dolci zie
di Mario
Imperoli, con Femi Benussi, Marisa Merlini e Pascal Petit (1975)
- Un attimo di vita
di Dante
Maracini, con Gabriele Tinti (1975)
- Una bella governante di colore
di Luigi
Russo, con Renzo Montagnani e Ines Pellegrini (1976)
- San Pasquale Bailonne,
protettore delle donne
di Luigi
Filippo D’Amico, con Lando Buzzanca, Stella Carnicina e Gabriella
Giorgelli (1976)
- La dottoressa sotto il lenzuolo
di Gianni
Martucci, con Karin Schubert e Eligio Zamara e Alvaro Vitali (1976)
- L’appuntamento (dove, come e
quando) di
Giuliano Biagetti, con Barbara Bouchet e Mario Carotenuto (1977)
- Ride bene… chi ride ultimo
di Marco
Oleandri, con Pino Caruso, Gino Bramieri, Luciano Salce, Walter
Chiari (1977)
- Il signor ministro li pretese
tutti e subito
di Sergio
Alessandrini, con Giorgio Ardisson e Daniele Vargas (1977)
- Tanto va la gatta al lardo
di Marco
Oleandri, con Macha Meril e Aldo Maccione (1978)
- René La Canne (Tre simpatiche
carogne)
di Francis
Girod, con Gerard Depardieu e Michel Piccoli e Sylvia Kristel (1978)
- Ridendo e scherzando
di Marco
Oleandri, con Gino Bramieri (1978)
- Tre sotto il lenzuolo
di Michele
Massimo Tarantini, con Aldo Maccione e Sonia Viviani (1979)
- Arrivano i gatti
di Carlo
Vanzina, con Gerry Calà, Franco Oppini, Ninì Salerno e Umberto
Smaila (1979)
- Tenerezza di
Enzo Milioni, con Massimo Dapporto e Mattia Sbragia (1987)
- Le amiche del cuore
di Michele
Placido, con Michele Placido, Claudia Pandolfi e Asia Argento (1992)
- Il caso Redoli (film
tv) di
Massimo Martelli, con Claudia Pandolfi e Amedeo Letizia (1996)
Un’attrice completa poco valorizzata
Orchidea De Santis è
un’attrice del cinema, del teatro e della televisione (che però ha
frequentato meno) e si caratterizza per simpatia e bellezza. Porta
nei film che ha interpretato la sua grande presenza fisica e un senso
dell’umorismo e dell’ironia non comuni. Nasce a Lecce nel 1948,
si trasferisce a Roma da bambina con al famiglia, al seguito del
padre che fa l’ufficiale di Marina. Nel 1960 entra a far parte del
coro delle voci bianche della Radio Rai diretto dalla prof. Renata
Cortiglioni. Era giovanissima. Si avvicina al cinema a metà degli
anni Sessanta con piccole parti di contorno che poi diventano sempre
più importanti. Nel cinema di genere comincia con le commedie
all’italiana e con il cinema comico puro interpretando diverse
pellicole e tra queste le più significative sono I
due figli di Ringo
con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia ed Ettore
lo fusto di Enzo
G. Castellari (1971). Pellicole però dove la De Santis non è mai
protagonista unica ma fa da spalla a una collega più quotata e
famosa. Nei suoi primi film recita a fianco di attrici affermate del
calibro di Rosalba Neri, Anita Ekberg, Gloria Paul, Maria Pia Conte,
Lisa Gastoni, Carole André, Valeria Moriconi e Rosanna Schiaffino.
Purtroppo questo destino di non essere quasi mai la protagonista
della pellicola accompagnerà Orchidea De Santis per tutta la sua
vita artistica, salvo rare eccezioni. La bella attrice leccese si
ritaglia un ruolo fondamentale nel decamerotico,
sottogenere nel quale solo nel 1972 la vediamo impegnata sul set di
cinque film se contiamo anche Le
mille e una notte all’italiana.
Il decamerotico
è un sottogenere che la vede accanto a Femi Benussi, Gabriella
Giorgelli, Malisa Longo e Adriana Asti. Pure qui mai da sola e
protagonista unica, ma sempre accanto ad altre, pareva quasi che i
registi non si fidassero delle sue capacità di attirare l’attenzione
del pubblico maschile. Eppure Orchidea aveva ottimi argomenti fisici
e, cosa da non sottovalutare, sapeva pure recitare, a differenza di
attrici come Nadia Cassini buone solo a dimenare il sedere. La De
Santis si afferma interpretando film che hanno segnato l’inizio di
alcuni filoni narrativi, quali il thriller (Il
tuo dolce corpo da uccidere
– 1970), il poliziesco (Concerto
per pistola solista
– 1970), il satirico brillante (Alla
mia cara mamma nel giorno del
suo compleanno
– 1974) e soprattutto la commedia sexy. Sono molti i film
significativi che la vedono impegnata, pure se in ruoli secondari
come in Colpo di
stato di Luciano
Salce (1969), Paolo
il caldo di
Marcello Vicario (1973) con Giancarlo Giannini, Rossana Podestà e
Ornella Muti, ma anche Per
amare Ofelia di
Flavio Mogherini ((1974) con Renato Pozzetto e Francoise Fabian. Noi
la ricordiamo per la commedia sexy e soprattutto per La
nipote di Nello
Rossati (1974), una pellicola cult
che la vede protagonista indiscussa per tutto il primo tempo. Ma
L’ingenua
(1975), Il vizio
di famiglia
(1975), Le dolci
zie (1975), Una
bella governante di colore
(1976), La
dottoressa sotto
il lenzuolo
(1976) e Tre
sotto il lenzuolo
(1979) seguono lo stesso canovaccio. A partire dalla metà degli anni
Ottanta le sue apparizioni cinematografiche si diradano. Lavora in
teatro con Fiorenzo Fiorentini nelle commedie Morto
un papa se ne fa un altro
e StregaRoma
di Ghigo De Chiara. Fa Chicchignola
di Ettore
Petrolini con Mario Scaccia. Partecipa a spettacoli come Sottoveste
di Castellacci e Ventimiglia, Live
and Life di Mike
Immordino, La
Bambola Orchidea
di cui è anche autrice (musiche di Aldo Saitt), fa un secondo
Chicchignola
con Fiorenzo Fiorentini e infine nel 1998 - 1999 interpreta La
cicogna si diverte,
commedia teatrale diretta da Carlo Alighiero. Per Radio Rai
interpreta sceneggiati radiofonici (BaroccoRoma
e Racconto
Italiano - fine
anni Settanta), dal 1989 lavora al Notturno
Italiano, AZ
- per gli italiani all’estero,
Italia
canta,
Itinerari
italiani, Facile
ascolto, L’Arca
di Noè (1998) e
L’Anello di Re
Salomone. Per la
televisione, prende parte come attrice in sceneggiati e
cortometraggi, tra i quali: Roosvelt
(Rai Tre, 1986); La
Maga Circe e
Lucrezia
Borgia (Rai
Uno, 1987) e Il
caso Redoli,
film Tv della serie I
grandi processi
(Rai Uno, 1996).
Alla fine degli anni Ottanta
organizza e conduce programmi televisivi considerati sperimentali per
l’epoca, volti all'informazione ed educazione in difesa dei diritti
degli animali, presso alcune emittenti private romane come GBR,
Video1 e T.R.E. Per tale materia realizza video didattici, destinati
alle scuole. Collabora attivamente con diverse associazioni
animaliste. Attualmente è delegata per Roma e il Lazio
dell’Organizzazione Internazionale per la Protezione degli Animali
e organizza la manifestazione cinofila annuale Tali
& Quali,
gara di somiglianza tra cane e padrone.
Leggiamo una testimonianza di
Orchidea De Santis tratta dal suo sito internet: “Comunque, ero
ancora cucciola, e ricordo bene che già allora avevo un sogno
preciso: da grande avrei voluto fare l’attrice di cinema! Cosa
posso dire? Il sogno si è realizzato molto presto! Ero poco più che
bimba, 1964, o giù di lì, anno del mio primo film. Da allora ho
avuto parecchie presenze, più o meno importanti, in film di tutti i
tipi. Non mi chiedere come ho fatto a fare tanti film, perché non so
rispondere nemmeno io!.... Certo... la classica commedia sexy
italiana degli anni Sessanta e Settanta, ha avuto, rispetto agli
altri generi, ha una evidenza maggiore nel mio curriculum ma...
guarda bene nella mia filmografia dove si ritrovano un po’ tutti i
generi del cinema italiano e compaiono tanti produttori, registi,
attori e attrici più o meno bravi, più o meno di successo... Devo
dire che oggi con vera sorpresa sto assistendo a una riscoperta del
Cinema di genere, che è poi un altro modo per definire il cinema di
serie B, quello più economico e, proprio per questo, più
artigianale e ricco di inventiva. Accidenti che inventiva!... e
quante ne ho viste!!! La vivacità del genio italiano nel cinema di
quegli anni è stata veramente straordinaria! La cosa incredibile è
che sono i ventenni di oggi ad avere un vero e proprio culto per
questo genere di film. Un culto con tutti i suoi miti....” (Fonte:
http://www.orchidea.com).
Orchidea De Santis è una ragazza dal carnoso fascino
campestre ed è per questo motivo che viene utilizzata spesso nel
ruolo della serva o della prostituta, panni nei quali si sa calare
molto bene rendendo credibili le caratterizzazioni. Una
caratteristica della De Santis attrice è quella di saper condire con
una inconsueta veste ironica i personaggi, oltre a questo è una
donna intelligente e colta, di gran classe. La sua bellezza da donna
fatale non ci deve far dimenticare le grandi capacità recitative,
purtroppo sfruttate solo in parte dal nostro cinema di genere dove
quasi mai ha rivestito ruoli da protagonista. Resta il fatto però
che con la sua voce calda e appassionata (si doppiava da sola) e con
la sua bravura e presenza fisica spesso ha rubato letteralmente la
scena alla protagonista. Orchidea De Santis ha cinquantasei anni ed è
ancora una donna stupenda che lavora per la radio e al servizio degli
animali, sua vera passione.
Orchidea De Santis e il Decamerotico
Abbiamo già fato un discorso sul sottogenere decamerotico in “Le Dive Nude – vol. 1” parlando di Edwige Fenech che ha preso parte ad alcune pellicole come Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda (1972) e La bella Antonia prima monica e poi dimonia (1972). La bella franco algerina però non si ricorda come attrice particolarmente votata al genere. Orchidea De Santis invece rappresenta uno dei simboli femminili di quella stagione durante la quale fiorivano film di ispirazione pasoliniana che prelevavano dal Decameron (1971) soltanto l’aspetto comico - erotico. Nei decamerotici non ci sono mai discorsi di liberazione sessuale e sottintesi culturali, lo spettatore di queste pellicole è interessato solo alla esibizione di sessualità sfrenata condita da un po’ di volgarità e di battutacce comiche. Le storie dei decamerotici sono quasi tutte uguali: mariti cornuti e impotenti, suore e frati che si danno un gran da fare fuori e dentro i conventi ma non certo a pregare, mogli puttane e fedifraghe e via di questo passo.
Orchidea De Santis e Femi Benussi sono due attrici simbolo del decamerotico, forse per il loro fascino ruspante e genuino, per la bellezza abbondante e carnosa, per la simpatia e spontaneità. Forse per tutte queste cose insieme, fatto sta che incontriamo spesso le due stupende attrici in pellicole di questo tenore. La De Santis lavora a ben cinque decamerotici solo nel corso del 1972 e credo che sia un record. Il suo debutto si segnala con Decamerone proibito di Carlo Infascelli dove interpreta la bella Fiorenza che seduce un frate prima condannato a morte e alla fine salvato da due amici. Si ripete un anno dopo con Decameroticus di Pier Giorgio Ferretti, film a episodi con il solito canovaccio delle corna e delle beffe. Le calde notti del Decameron (1972) è l’ultimo film diretto da Gian Paolo Callegari (1972) che annovera l’esperto Don Backy, capace di alternare canzoni a decamerotici con grande leggerezza, Femi Benussi e Orchidea De Santis nei panni di Peronella. La trama gira tutta attorno al ritrovamento della chiave di una cintura di castità e al solito marito cornuto. I giochi proibiti dell’Aretino Pietro di Piero Regnoli (1972) vede ancora l’accoppiata decamerotica per eccellenza composta da Femi Benussi e Orchidea De Santis dividersi la scena e le attenzioni del pubblico maschile. Il film era quasi introvabile prima che Happy Channel lo riproponesse nell’estate 2004 e racconta quattro storie di tradimenti ai mariti che le mogli confessano davanti a un tribunale. Il 1972 si conclude con Le mille e una notte all’italiana, un nuovo film di Carlo Infascelli che vede la De Santis assieme alla seducente Malisa Longo. Il titolo è fuorviante perché la storia parla di frati gaudenti, moglie puttane e mariti cornuti e non ha niente a che vedere con Le mille e una notte versione originale. Un decamerotico in piena regola che annovera nel cast pure Maurizio Merli, così giovane che si fa fatica a riconoscerlo. Nel 1973 la De Santis è nel cast di Beffe, licenze et amori del Decamerone segreto di Giuseppe Vari (vero nome di Walter Pisani). Malisa Longo è la vera protagonista e pure lei ha fatto molto decamerotico prima di passare all’erotico d’autore con Tinto Brass. Il film è girato a Sangimignano in un vero convento di frati e tra i personaggi c’è il poeta Cecco Angiolieri.
Il decamerotico durò poco, come sottogenere non aveva possibilità di rinverdire le storie e il canovaccio a base di sesso e comicità ruspanti stancò presto il pubblico. Alla fine del 1974 non si parlava già più di una tipologia di film come questa che aveva prodotto una quantità industriale di pellicole nell’arco di tre - quattro anni. Come tardo decamerotico che vede ancora la De Santis protagonista possiamo citare San Pasquale Baylonne protettore delle donne di Luigi Filippo D’Amico, con Lando Buzzanca che si spaccia per guaritore in un paesino laziale ma il suo vero scopo è quello di adescare le belle donne. Ci sono anche: Giuliana De Sio al debutto tutta nuda che fa il bagno nel torrente, Gabriella Giorgelli e Stella Carnacina. Ma il vero decamerotico è morto e sepolto e ha sparato tutte le sue cartucce nel breve volgere d’una stagione.
La nipote (1974), un film simbolo
Il commento approfondito sul cinema erotico di Orchidea
De Santis lo limitiamo a questo film manifesto dell’erotico -
campagnolo condito con tanta ironia dagli attori e girato con perizia
da Nello Rossati. Questo perché sulla De Santis è stato scritto un
intero libro che vi consiglio di leggere e le nostre poche note non
possono servire che a dare un’idea della bravura di un’attrice
che per anni è stata un sogno erotico per milioni di italiani. La De
Santis la vedevi spuntare fuori dalle copertine di Blitz e di
Epoca, ma pure di ABC, di Gente, riviste di ogni
tipo. Lei incarnava il mito della donna bellissima ma raggiungibile,
della donna che potevi incontrare per strada o avere per collega
d’ufficio. Orchidea De Santis era un sogno erotico raggiungibile e
rassicurante, in sintonia con i personaggi che portava sul grande
schermo.
La nipote è per me un film simbolo di questa
sua veste di sogno erotico della porta accanto, proprio perché la De
Santis interpreta Doris, la serva disinibita di una ricca famiglia
padovana. Daniele Vargas invece è il padrone innamorato di lei che
non perde occasione per metterle le mani addosso, mentre sua moglie
ha una relazione con un amico. Commedia degli intrighi che si spenge
di colpo quando la De Santis alla fine del primo tempo esce di scena
e lascia la ribalta a un’imbranatissima Francesca Muzio (che
ricordiamo pure nel pessimo Maternale, 1977). La Muzio è una
nipote disinibita che eccita il cugino, si porta a letto lo zio e
alla fine diventa padrona di tutto facendo fruttare al meglio le sue
doti fisiche. Ma per quanto la Muzio è sciapita e insulsa (e la
protagonista sarebbe lei) la De Santis è sensuale e ironica, intriga
gli spettatori ed eccita solo con il sorriso malizioso. Inutile dire
che film come La nipote sono una diretta filiazione di Malizia
di Salvatore Samperi e che la trama ne ricalca molte situazioni
tipiche e stereotipate. Però se questa pellicola ancora oggi si
guarda con piacere è solo per la presenza di Orchidea De Santis e
di un ottimo Daniele Vargas che fa bene la parte dello zio
sporcaccione. Tra le scene simbolo del film citiamo il sensuale
rallenty sui titoli di testa con la De Santis che porta il
caffè a Vargas e si lascia accarezzare cosce, glutei e seno con
profonde e sensuali carezze. La De Santis si sbottona la camicetta e
offre i seni al padrone che si avventa su quelle rotondità carnose e
le morde al massimo dell’eccitazione. Subito dopo c’è un
inseguimento di Vargas alla De Santis per le stanze della villa al
grido di “Se ti chiappo, culona!”, promessa che poi non mantiene
perché il padrone è impotente, ama solo guardare e toccare. Una
scena che resta emblematica nel mio immaginario erotico è in sala da
pranzo, quando la De Santis serve il caffè a Vargas e si sente
afferrare il sedere con un pizzicotto. Subito dopo le mani del
padrone le alzano la gonna, calano le mutandine sino ai piedi e
cominciano a carezzarle un sedere stupendo che la macchina da presa
inquadra a lungo con un primissimo piano. La scena raggiunge punte
massime di erotismo che non ha uguali in pellicole simili, il merito
è della De Santis che la rende credibile con sguardi imbarazzati e
sorrisi malizioso. Citiamo anche la parte in cui il padrone con un
binocolo spia la De Santis che si spoglia in camera e subito dopo va
da lei e le fa indossare sul corpo nudo una gonnellina ridottissima.
Vargas si eccita a vedere la serva che spolvera, si china per terra a
pulire e agita seni nudi e glutei stupendi. In queste sequenze la De
Santis è molto nuda, forse sono le scene più piccanti di tutta la
sua carriera di attrice, e mette in mostra un seno procace e un
sedere mozzafiato. Interessante è anche l’incontro con il figlio
del padrone che lei riceve alla stazione e poi si fa portare a casa
seduta sulla canna della bicicletta. Le cosce della bella attrice
sono in mostra e si intravede pure il seno, il ragazzo si eccita e i
due finiscono per cadere a terra in mezzo al campo. Il figlio è
distratto dal sedere della De Santis anche a casa mentre finge di
studiare, lei lo provoca maliziosa sporgendosi sul lavatoio e alla
fine si fa aiutare a scacciare un animale che le è entrato nel
vestito. Non è vero niente ma le mani del ragazzo finiscono per
strizzare il seno abbondante della bella serva. A questo punto del
film entra in scena Federica Muzio nei panni della nipote e la
pellicola non ne guadagna per niente, pure se ci sono un paio di
sequenze con il cugino che la spia e lo zio che equivoca tra lei e
Doris e tenta di farsela. Una festa in villa per far scopare il
figlio imbranato provoca la cacciata di Doris che se la fa con un
ragazzo alle spalle del padrone. Vargas imbestialito spara al
malcapitato e licenzia la De Santis che se ne va e ci lascia nelle
incapaci mani della inespressiva Muzio. Non è la stessa cosa e lo si
vede subito quando la Muzio prende il posto della De Santis come
serva e lo zio le tasta il culo durante la cena. La scena non ha
niente a che vedere con la sensualità di quella che aveva per
protagonista la bionda attrice. La Muzio tocca un minimo di
sensualità solo in uno strip malizioso e in una scena della scala
presa pari pari da Malizia con lo zio che si arrapa alla vista
delle sue gambe nude. La nipote provoca la morte dello zio che tenta
di scoparsela ma non regge l’emozione e alla fine sposa il cugino
imbranato e si ingegna subito per riempirlo di corna. Adesso è lei
la padrona di casa e può fare ciò che vuole, pure andare a letto
con tutti e vendicarsi della malvagia zia.
Ho visto La nipote su Happy Channel nel
mese di novembre 2004 e con mio grande stupore ho assistito ala
proiezione di un film zeppo di inserti porno. Di sicuro era una copia
per l’estero, di quelle che al tempo i produttori erano soliti
rimaneggiare per rivendere bene su certi mercati, ma è poco
rispettoso della dignità degli attori passare copie simili in
televisione. Ci sono parti aggiunte davvero di cattivo gusto che
fanno credere che la De Santis e la Muzio facciano sul set cose da
attrici hard. Tutto questo meriterebbe un approfondimento nelle
dovute sedi e per parte mia nutro forti dubbi sulla legittimità
degli inserti hard in una pellicola comico - erotica come questa.
Oltre tutto qui certe sequenze forzate stravolgono pure il senso
della storia. A parte questo fatto spiacevole devo dire che il film
tiene bene sino a quando la De Santis è sulla scena e interpreta da
par suo una sexy cameriera sempre disponibile. Naufraga miseramente
quando la parte erotica è affidata a Francesca Muzio che ha la
sensualità di un pesce lesso.
Una dottoressa apocrifa
La
dottoressa sotto il lenzuolo di Gianni Martucci (1976) è
una commedia sexy di scarso peso girata a Pisa e ambientata nel mondo
degli studenti di medicina, pure se la scena principale dove si
svolge dell’azione è La Sapienza sede della facoltà di
Giurisprudenza. Il film si salva solo per la presenza di un
funambolico Alvaro Vitali e di una bellissima e sensuale Orchidea De
Santis nei panni di una sexy infermiera. Nel cast ci sono anche la
bella Ely Galleani (fidanzata un po’ puttana di Vitali),
l’inespressiva bambolona tedesca Karin Schubert non ancora passata
al porno (ma era la sua unica strada) e i bravi Gastone Pescucci e
Gigi Ballista. Enzo Andronico si ritaglia una piccola parte da
bidello che diverte nel duetto con l’imbranato medico Gastone
Pescucci. La trama vede Pescucci bersaglio preferito dei tiri mancini
messi in atto da un gruppo di terribili studenti capitanato da
Vitali. Uno di loro si porterà a letto anche Karin Schubert, moglie
del medico e pure lei dottoressa. Le gag da ricordare sono davvero
poche, a parte la mano morta di un Vitali che si finge cadavere
durante una lezione di anatomia. Carino anche lo scherzo del malato
in fin di vita che vuole vedere una donna che ha per vittima una
prostituta, come si può immaginare il finto malato terminale è
ancora Vitali. Alla fine chi sconta lo scherzo è il solito Pescucci
tirato in ballo come medico dai ragazzi. Orchidea De Santis è
Italia, la bella infermiera del primario Gigi Ballista che pare
ripetere il ruolo già ricoperto ne Il vizio di famiglia (vedi
“Le Dive Nude - vol.1”). La De Santis entra in scena con una
carrellata della macchina da presa che le riprende il sedere
sculettante sino allo studio del primario. Ballista è innamorato
cotto della sua infermiera ma anche gli studenti approfittano delle
visite in corsia per tastarle il posteriore. Edy Galleani è la
slanciata fidanzata di Vitali, prima vediamo i due colombi al cinema
che vedono un film con protagonista Montagnani e dopo passiamo a casa
di lei per la prova di un bikini rosso fatto all’uncinetto. Pure la
Galleani è una starlet da considerare nell’ambito del nostro
studio e lo faremo in un capitolo apposito. Per ora diciamo solo che
qui sfoggia un bel nudo integrale durante una spiata di Vitali dal
buco della serratura. Il film è stanco, ricco di battute già
sentite, per fortuna torna in primo piano la De Santis che si lascia
toccare il sedere dagli studenti e subito dopo la Schubert si
esibisce in calze nere e reggiseno di pizzo (ma è solo un sogno). Ma
inutile dire che tra la Schubert e la De Santis non c'è paragone, un
po’ come era accaduto nel film L’ingenua nei confronti di
una giovanissima Ilona Staller. La scena mitica del film vede
Ballista che si fa la De Santis in sala operatoria mentre uno
studente lancia le immagini rubate per mezzo di una televisione a
circuito chiuso che comunica con l’aula dove tiene lezione il
professor Pescucci. La De Santis è molto nuda e maliziosa e resta
per alcuni minuti a seno nudo mentre Ballista grida: "Sega!
Sega!". E la classe ripete in coro. Un altro scherzo feroce ai
danni di Pescucci lo porta in galera: i suoi studenti si spacciano
per lui e fingono di picchiare un finto malato (Vitali). A un certo
punto Vitali scopre che Ely Galleani fa la puttana di lusso mentre
con lui si spacciava per verginella, prima pare sconvolto e
disperato, poi ci ripensa e paga per farsi sia lei che la collega.
Notevole la mise erotica di Ely Galleani che indossa un
completo rosso fuoco davvero arrapante. Si termina con un bel nudo
posteriore della Schubert che come donna era notevole, come attrice
molto meno, ma non si può avere tutto dalla vita. Alla fine la De
Santis dovrebbe sposare lo studente innamorato che durante le lezioni
le toccava il sedere in corsia, ma gli amici mettono in scena un
nuovo scherzo stile Amici miei e lo salvano dall’insano
proposito portandolo via come se fosse un pazzo. Una bella veduta di
Piazza dei Miracoli chiude una pellicola modesta che possiamo
definire come una dottoressa apocrifa perché come protagonista non
abbiamo la Fenech ma la Schubert. E la differenza si vede perché il
vero ciclo della vera dottoressa è un’altra cosa. In questa sede
però ci occupiamo di Orchidea De Santis e dobbiamo dire che la sua
interpretazione va salvata, anche perché la bella attrice leccese
ruba spesso la scena alla anonima protagonista Schubert.
Orchidea De Santis e il sexy - erotico
Completiamo il quadro delle pellicole sexy
interpretate da Orchidea De Santis citando alcune pellicole di un
certo interesse che coprono il periodo 1975 - 1977. L’ingenua
di Gianfranco Baldanello (1975) segue di un anno La nipote ed
è opera di un regista che partendo dal peplum all’italiana e dallo
spaghetti western approda all’erotico con risultati poco felici.
Baldanello nello stesso anno gira anche Quella provincia maliziosa
con Karin Well (Wilma Truccolo) e nel 1976 il poverissimo Che
dottoressa ragazzi! con Maria Pia Conti e Femi Benussi. L’ingenua
ha come motivo di interesse la presenza di una giovanissima Ilona
Staller nel ruolo di un’ingenua commessa. Il film si avvale di un
cast ricco di buoni attori come Ardisson, Vargas, Marano, Maria Pia
Pescatori e soprattutto Orchidea De Santis nel ruolo di Susy. La
storia prende avvio dalla vendita di una casa che si rivela una
truffa, mette in mostra i rapporti tra un ragazzo timido e la focosa
fidanzata e racconta di una coppia di sposi novelli che si tradiscono
a vicenda. Morando Morandini definisce il film come “una storiella
boccaccesca”, che però si lascia guardare visto che pure il
critico concede due stelle.
Attenti… arrivano le collegiali (1975) è il
primo film di Giorgio Mille che era solito firmare i suoi lavori
erotico - pornografici con lo pseudonimo George Miller. Il
“Dizionario dei registi italiani” del Poppi edito da Gremese
attribuisce a Mille altre tre pellicole: I porno amori di
Eva (1979), La zia di Monica (1979) e La ragazza
vogliosetta (1984). Il primo è uno dei primi hard italiani, gli
altri seguono a ruota e il genere è più o meno lo stesso, esistono
versioni hard e soft, alcune con scene aggiunte e girate da
controfigure. La zia di Monica vede all’opera la
starlet Karin Well, attiva nel soft e nel porno. Attenti…
arrivano le collegiali non è certo un film hard, ma solo un
comico - erotico con protagonista il bravo Toni Ucci nelle vesti di
un comandante. Orchidea De Santis è Nadia, una scatenata istruttrice
tedesca che si dà da fare in mezzo a un gruppo di ragazze che si
spogliano senza pudore. C’è da dire che l’unica a meritare la
visione è proprio lei perché attrici come Yvet Monet ed Eleonora
Green non sono bellezze superlative. Il film, come molti altri del
periodo, è stato rieditato con aggiunte porno girate da
controfigure, all’insaputa di Orchidea De Santis e delle altre
attrici. Giorgio Mille fa tutto da solo, pure il montaggio e la
sceneggiatura. Claudio Perone produce e dirige la fotografia. Film da
dimenticare che molti dizionari di cinema omettono, forse per pietà.
Il vizio di famiglia di Mariano Laurenti
(1975) è invece un ottimo film del quale abbiamo parlato a
lungo in “Le dive nude - Vol. 1” nella parte dedicata a Edwige
Fenech. Vi rimandiamo al libro per ulteriori dettagli.
Le dolci zie di Mario Imperioli (1975) è un
film scritto anche da Piero Regnoli che vede all’opera Pascale
Petit, Femi Benussi e Marisa Merlini nel ruolo delle zie che si fanno
affidare un nipotino e vorrebbero svezzarlo a modo loro. Jean Claude
Verné è il nipote e non è così giovane come si potrebbe pensare,
tanto che tutti se ne innamorano. Orchidea De Santis è la domestica
che interpreta una morbosa sequenza di nudo per concupire il ragazzo.
Mario Imperioli è un regista che ha contribuito al lancio del genere
erotico in Italia soprattutto con implicazioni familiari e morbose.
La ragazzina e Blue Jeans interpretati da una
giovanissima con Gloria Guida ne sono un esempio notevole.
Un attimo di vita (noto anche come La
sensualità è… un attimo di vita) è un film del 1975
impossibile da vedere perché distribuito poco e male. Si tratta
dell’unica pellicola girata da Dante Marraccini e fu un fiasco
completo, nonostante la presenza di Gabriele Tinti, Margaret Lee,
Orchidea De Santis e Rita Calderoni (la musa di Polselli). Si tratta
di una storia erotica molto anni Settanta che vede protagonisti
alcuni giovani benestanti divisi tra sesso, misticismo e follia.
Una bella governante di colore di Luigi Russo
(1976) vede all’opera Renzo Montagnani, Ines Pellegrini, Jean
Claude Verné, Orchidea De Santis, Marisa Merlini, Carlo Delle Piane
e Gianfranco D’Angelo. Un bel cast per una sexy commedia che segue
le orme di Malizia e un po’ anche de La nipote. La
governante di colore è Ines Pellegrini, attrice resa famosa da Pier
Paolo Pasolini che a mio parere non era per niente adatta al cinema
erotico. Pure lei ci si vedeva poco tagliata, tant’è vero che in
un intervista rilasciata a Enzo Biagi sputtanò il sistema
cinematografico italiano e di conseguenza ne venne messa al bando.
Ottima invece la De Santis nel ruolo di una sexy dottoressa che se la
fa con Renzo Montagnani sposato con una burbera Marisa Merlini. La
tresca principale però è quella tra il figlio (Verné) e la
cameriera nera (Pellegrini) che finisce incinta e il padre li
costringe a sposarsi. Sono bravi anche D’Angelo e Delle Piane nei
loro soliti ruoli da tedesco inflessibile e da guardone.
L’appuntamento (dove, come, quando?) di
Giuliano Biagetti (1977) è una pochade molto divertente che
vede protagonisti il bravo Renzo Montagnani e la sensuale Barbara
Bouchet, ma ci sono anche Mario Carotenuto, Maria Pia Conti ed Enzo
Liberti a elevare il tasso di interesse della commedia. Orchidea De
Santis è Adelina, la bomba sexy dell’ufficio, concupita da un
allupatissimo Montagnani nei panni dell’impiegato frustrato che
pensa solo a tradire la moglie. Montagnani riesce a ottenere un
appuntamento con la De Santis ma il problema è quello di
concretizzare perché mille imprevisti impediscono l’incontro.
Barbara Bouchet, i vigili, un impellente bisogno fisiologico…
accade di tutto e intanto Montagnani sogna una De Santis nuda e
disponibile a tutto distesa su un letto. Alla fine c’è solo una
grande delusione e Montagnani se ne torna scornato dalla moglie che
l’attende.
Il signor ministro li pretese tutti e subito è
l’ultimo film di Sergio Grieco (1977), che per l’occasione si
firma Alessandrini e mette insieme un cast composto da Daniele
Vargas, Giorgio Ardisson, Orchidea De Santis, Gigi Bonos, Maria
Rosaria Riuzzi e Susanna Martinkova. La produzione è piccola ed è
targata Bertuccioli che lavorava molto con Vargas e Ardisson. De
Santis è ben calata nella parte di Doris, solita cameriera un po’
mignotta che fa perdere la testa agli uomini. Ardisson è un finto
assicuratore che truffa il sindaco di Rovignano interpretato dal
bravo Vargas. Niente di memorabile, qualche scena di nudo e poco
altro.
La stagione della commedia sexy è ormai finita. Per
quel che riguarda la De Santis la ricordiamo nuda in alcune piccanti
scene di Tanto va la gatta al lardo (1978) di Marco
Oleandri (alias Vittorio Sindoni), dove interpreta l’episodio Le
tre verginelle a fianco di Luciano Salce, Valentina Cortese e
Macha Méril. La De Santis è una delle tre zitelle che si imbattono
in un folle violentatore e decidono di non opporre resistenza.
Ridendo e scherzando (1978) è ancora di Marco Oleandri e qui
la De Santis interpreta l’episodio Costi quel che costi…
insieme a Gino Bramieri. L’episodio è il più spinto di una
pellicola che è una sorta di denuncia al nuovo permissivismo della
società. Orchidea De Santis si mostra nuda e disponibile nei
confronti del portiere che ne approfitta e la paga coni soldi del
marito (la scena sa di già visto). L’ultima commedia con qualche
venatura erotica interpretata dalla De Santis è Tre sotto il
lenzuolo di Michele Massimo Tarantini (1979)
Orchidea De Santis e il cinema, una storia d’amore
Orchidea De Santis si è confidata prima con Manlio
Gomarasca e Davide Pulici che la intervistarono nel 1999 per il bel
volume “99 Donne” e poi nel 2003 si è lasciata andare ai ricordi
con Fabio Melelli che dedica la seconda parte del libro sulla bionda
attrice a una lunga intervista. Dalla lettura di queste memorie viene
fuori una De Santis affascinata dal cinema sin da bambina, al punto
che a sei anni va ogni giorno dallo zio che possiede una sala e
guarda ogni genere di film. La De Santis ha le idee chiare sul suo
futuro: vuole fare l’attrice e ci riesce a sedici anni
interpretando una delle figlie di Enrico Maria Salerno in Queste
pazze pazze donne (1964). I genitori non sanno niente, lei
va alla De Paolis in autobus e partecipa di nascosto alle riprese del
film, la famiglia lo viene a sapere solo più tardi. L’avventura
nel mondo del cinema inizia nel modo migliore e prosegue con stupende
esperienze di viaggio nei paesi esotici per i film Gli invincibili
tre (1964) e Kindar l’invulnerabile (1965), girati in
Tunisia e in Egitto. La De Santis ricorda tutto con piacere, pure una
sorta di rivalità con Isabella Biagini nel film Quelli belli
siamo noi (1970) (c’era pure Loredana Bertè) che vedeva il suo
compagno un po’ troppo sensibile alla bellezza della giovane
attrice. Rammenta con affetto Giorgio Ardisson nel film Il tuo
dolce corpo da uccidere (1970) quando si innamorò di lei anche
fuori dal set e non solo nella finzione cinematografica. Recita la
parte di Briseide e lavora con Vittorio De Sica e Marcello Giannini
in Ettore Lo Fusto (1971), un film atipico di Castellari ma
con un cast notevole che ha insegnato molto alla De Santis. A inizio
carriera il decamerotico prende gran parte della sua vita
artistica, lei afferma che le prime volte è imbarazzata a mostrarsi
nuda sul set, poi però le situazioni erano talmente paradossali che
lo fa con naturalezza. Uno di questi decamerotici pare che sia
stato girato a Sangimignano in un convento di veri frati e spesso i
religiosi cenavano addirittura con la troupe. La De Santis conferma
che la sua storia da attrice è atipica, perché tutti la ricordano
per i film di serie B ma è pur vero che ha partecipato a lavori di
qualità superiore come Paolo il caldo (1973) con la Muti,
Giannini e Moschin o Per amare Ofelia (1974) con Pozzetto. A
questo proposito ricorda la sua grande amicizia con Pozzetto,
Jannacci, Teocoli e Boldi che definisce “una banda di
mattacchioni”. Orchidea De Santis la pensa come me e dice che uno
dei suoi film più riusciti è proprio La nipote (1974), una
commedia erotica girata con cura da Rossati che non ha niente a che
vedere con il successivo L’ingenua (1975) di Baldanello che
vede nel cast pure Ilona Staller, la futura pornodiva. Interessante
il ricordo dell’attrice anche de Le dolci zie (1975) di
Imperioli, film più erotico che commedia con una scena molto intensa
di erotismo puro che rammento con piacere. E poi la serie dei film a
episodi di Sindoni e Tarantini, durante i quali conosce Gino
Bramieri, ci lavora insieme e pure di lui conserva un bel ricordo.
Interessante anche Arrivano i gatti dei Vanzina dove la bella
attrice si spezza un gomito e deve stare ferma due anni per curarlo.
Fa una pausa di riflessione a base di teatro e radio che la porta
lontano dal cinema. Le ultime cose da attrice di fiction le fa
per la televisione e il lavoro più interessante è Il caso Redoli
dove interpreta la Circe della Versilia, un personaggio molto
controverso. Per lei è stato difficile calarsi nel personaggio di
una donna così spietata, tra l’altro sposata con due figli, mentre
la De Santis non ha mai voluto saperne del matrimonio e della
famiglia. Recita una parte impegnativa di una donna così diversa da
lei che tradisce e ammazza il suo uomo in maniera terribile. In quel
film lei è la madre di Claudia Pandolfi, attrice che la De Santis
stima molto, ma il ruolo della Circe è quello principale, il solo
che si ricorda e che è capace di consegnare la bella attrice alla
storia della televisione.
Orchidea De Santis adesso dice di non sentire più la
necessità di fare l’attrice, ci sono altre cose che la interessano
e soprattutto si occupa di animali. Il cinema non le manca per
niente. Tra i suoi interessi di lavoro c’è la radio che definisce
la sua vera anima, lavora con la sua voce mentre al cinema c’erano
registi che non le permettevano che si doppiasse da sola. L’ultimo
ruolo importante della nostra attrice resta quello del 1996 per la
televisione, diverso dal solito, con una De Santis matura che non può
certo interpretare ruoli da servetta tutto pepe, infermiera o
prostituta ammiccante. In ogni caso ogni interpretazione che la De
Santis ci ha lasciato dimostra che era una vera attrice e per capirlo
basta sentirla parlare alla radio o ricordarla in una delle parti
teatrali recitate con bravura e disinvoltura. E non dimentichiamoci
la De Santis del cinema di serie B, della commedia sexy, soprattutto
la parte che io ricordo con maggior piacere, la Doris de La nipote
che ha turbato per molte notti i miei sogni di adolescente.
Recensione a cura di:
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