- CHI ERA GARIBALDI SERRA CARACCIOLO, REGISTA DE LA SETTIMA TOMBA?

La settima tomba, prima ed ultima opera di Garibaldi Serra Caracciolo è uno di quegli horror gotici girati in Italia nella prima metà degli anni '60 che a causa della sua irreperibilità che per lungo tempo non ci ha permesso di visionarlo e per l'alone di mistero che aleggiava intorno al nome del suo autore, ha suscitato tra gli appassionati sempre una morbosa curiosità.
Il film fu girato nel castello di Balsorano (Aq), location quasi d'obbligo per i gotici dell'epoca, tra questi vi furono ambientati nello stesso periodo, solo per citarne alcuni, La cripta e l'incubo (1964) e Il boia scarlatto (1965).
La trama in breve: alla morte di Sir Reginald (Armando Guarnieri), un facoltoso medico che in vita era dedito a strani esperimenti, gli eredi si recano in Scozia presso il suo castello per assistere all’apertura del testamento davanti al notaio. A causa però, dell’assenza di una delle parenti, l’apertura del documento viene rinviata. Nel frattempo si scopre che nel maniero vi è un tesoro. Gli eredi, nell'attesa che vengano raggiunti dalla parente mancante, organizzano una seduta spiritica con la speranza di farsi indicare dove è nascosto. Ma in cambio ricevono solo il consiglio di andarsene, cosa che ovviamente non faranno. Il testamento poi sparisce misteriosamente e mentre tutti i convenuti si mettono alla sua ricerca iniziano a verificarsi strani omicidi tra gli ospiti. Alla fine si scoprirà che l'autore di questi delitti non è altri che lo stesso Reginald che si era finto morto con la complicità di Patrick, il custode del  castello, che era stato designato secondo il testamento l’unico erede. Quando quest’ultimo tradirà però la fiducia del suo padrone sarà il primo ad essere ucciso. Alla fine la polizia riuscirà a fermare Reginald uccidendolo a sua volta. L’uomo in preda ai deliri e alla lebbra che lo stava logorando voleva portare a termine i suoi esperimenti per alleviare le sofferenze causategli dalla malattia.

Garibaldi Serra Caracciolo da giovane
La settima tomba anche se è riconducibile al filone degli horror gotici nostrani, in realtà ha una struttura narrativa che lo rende di fatto un giallo classico, e la parte soprannaturale che in qualche modo potrebbe ascriverlo nel genere horror è circoscritta ad una seduta spiritica ininfluente ai fini dell'evoluzione della trama.  Il film che stranamente nella versione definitiva dura solo 77 minuti, scorre piacevolmente per quasi tutta la sua durata, solo nella parte centrale si assiste ad un calo di tensione legato di fatto a colpi di scena preceduti da un crescendo musicale che mai ottengono l'effetto voluto. Il cast non annovera tra i suoi componenti nomi di spicco, se si escludono un giovane Gianni Dei e Nando Angelini. 
Da quanto risulta, il film iniziò ad essere distribuito in sala dal 18 agosto 1965. Nel consultare gli archivi online dei quotidiani La Stampa e L'unità si è potuto appurare che la pellicola fu in programmazione nei cinema almeno dal 1967 al 1972 per poi ritrovarlo sulle tv private nei primi anni '80, e siccome il film non è mai stato editato in home video la visione dello stesso è stata recuperata proprio tramite la registrazione da questi canali televisivi. Circolano ad oggi due versioni di queste registrazioni, entrambi pessime con diversi tagli che non permettono una totale comprensioni degli eventi, prese da Antenna Sud e da RTA Rete Antenna.

La settima tomba - fotobusta
Tornando al mistero principale legato al film, ovvero sapere chi era in realtà il suo fantomatico regista si può affermare con certezza che su di lui se ne sono dette molte; ad un certo punto si è anche ipotizzato con eccessivo uso di fantasia, vista la scarsità di documentazione dove attingere notizie, che quel nome nascondesse in realtà tre autori, citati ognuno per il relativo cognome, anche se era abbastanza irreale che un pseudonimo si firmasse a sua volta con altro pseudonimo quale quello di Finney Cliff. Sembrava che questo mistero dovesse restare tale come tanti altri d'altronde, anche perché non è un segreto che quando si cerca di far luce sulla storia contemporanea di questo paese una delle pagine che ancora deve essere del tutto scritta è quella riguardante la nostra cinematografia. E consci del fatto che per lungo tempo il nostro cinema è stato uno dei più prolifici al mondo come numero di produzioni e diffusione a livello planetario la cosa suona alquanto strana. Molto è stato fatto negli ultimi anni per colmare questa lacuna, in tanti hanno cercato di dare risposte a domande legittime legate a film e/o personaggi di cui non si sapeva assolutamente nulla. Perché oltre all'opera di cancellazione dalla memoria collettiva, molti film sono stati ignorati direttamente al momento della loro fruizione. Di molte opere e degli artisti che le hanno animate non c'è traccia neanche sugli archivi storici dell'epoca. I quotidiani, le riviste di settore o trasmissioni TV le ignoravano sistematicamente. E per quanto poi si è cercato di fare luce, molte informazioni con il tempo sono andate perse per sempre. Da questo punto di vista è stato fondamentale, tra i tanti che si sono avventurati in questa opera di ricerca, l'apporto dato dal monumentale lavoro svolto ad opera di storici del cinema come Roberto Poppi, unico in Italia per catalogazione di film, attori e registi. Come dicevamo, questo mistero doveva restare tale finché una serie di coincidenze di junghiana memoria hanno portato lo scrivente a conoscere tramite Facebook la nipote del regista, Barbara Pizzuco che  nella sua ampia disponibilità, mi ha fornito notizie  più che importanti per chi come il sottoscritto ha fame di conoscenza cinefila, raccontandomi che il nonno oltre alla estemporanea incursione nel cinema con La settima tomba ha avuto una carriera più che interessante sempre all'interno del mondo dello spettacolo. Di seguito pubblico la biografia del regista scritta direttamente da lei. Dove vengono forniti dati importanti fino ad oggi del tutto sconosciuti, come la data di nascita e quella di morte, che come possiamo notare avviene solo dopo tre anni dalla realizzazione de La settima tomba. Inoltre ci viene detto che prima di arrivare alla regia, Garibaldi ha alle spalle una lunga attività come attore ed autore di teatro, da qui si spiega l'impostazione estremamente teatrale di cui pecca il film in alcuni punti, ed a proposito di ciò non è un caso che la trama si rifaccia, come evidenzia Manuel Canevaghi nel suo dizionario dei film horror italiani "Cripte e Incubi" (pag. 281, Ed. Bloodbuster), a l'opera Il gatto e il canarino di John Willard.

Le foto qui pubblicate dove è ritratto Garibaldi Serra Caracciolo sono state gentilmente fornite dalla famiglia e sono di loro proprietà. Questa che segue, come ho preannunciato, è la breve biografia inviatami dalla nipote Barbara e scritta grazie ai ricordi della figlia del regista, Benita, che tra la'ltro ha partecipato attivamente alle riprese del film:
Garibaldi Serra Caracciolo
Garibaldi Serra Caracciolo (in arte Baldi Serra o Finney Cliff) nasce a Roma il 2/6/1910. Di bell’aspetto, intraprende la sua carriera artistica come attore, interpretando in teatro diversi ruoli, classici e brillanti. Con l’avvento del cinema sonoro, passa anche attraverso l’esperienza del doppiaggio, arrivando a dirigere un importante centro nazionale negli anni ’40 del 1900. Nel solco della tradizione familiare (il padre Achille Serra ha scritto molte opere in lingua italiana e in dialetto siciliano, la più conosciuta e rappresentata delle quali è probabilmente “Amuri rusticanu), coltiva la passione per la scrittura. Baldi scrive commedie, sceneggiature e soggetti cinematografici, tra i quali ricordiamo La vedova nera, Chi c’era nel mio letto, Riccardo Cuor di Leone (titoli utilizzati anche da altri autori). Con gli anni matura l’esigenza di dedicarsi alla regia. Si ricordano le collaborazioni con Piero Ballerini e Lorenzo Artale, come aiuto regista cinematografico. Negli anni ’50 collabora anche alla regia di cortometraggi commerciali per la TV, prodromi di carosello. Nel 1965 scrive e dirige “La settima tomba” , un horror/giallo noir ambientato in Scozia e girato principalmente all’interno del castello di Balsorano in Abruzzo. Muore a Roma il 12/02/1968.

In ultimo, per concludere, pubblico i nomi reali degli attori che hanno partecipato al film, in quanto nei titoli di testa viene usato per ognuno di loro uno pseudonimo inglese:

Stefania Menchinelli (Stefhania Nelly) - Ketty; Nando Angelini (Fernand Angels) - Elliot; Bruna Baini (Kateryn Schous) - Mary; Antonio Casale (John Anderson) - Jenkins; Giovanni Carpanelli (Gianni Day) - Fred; Armando Guarnieri (Armand Warner) - Sir Reginald; Germana Dominici (Germaine Gesny) - Betty; Calogero Reale (Edward Barret) - Patrik; Umberto Borsato (Gordon MacWinter) - Sir Percival.


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