IL BRIGADIERE PASQUALE ZAGARIA AMA LA MAMMA E LA POLIZIA (1973)

Regia/Director: Mario Forges Davanzati [Luca Davan]
Soggetto/Subject: Vittorio Faele, Guido Castaldo
Sceneggiatura/Screenplay: Vittorio Faele, Guido Castaldo
Interpreti/Actors: Lino Banfi [Pasquale Zagaria] (brigadiere Pasquale Zagaria), Francesca Romana Coluzzi (Pupetta, moglie di Zagaria), Aldo Giuffrè (Zoppas), Francesco Ager (amico di Pupetta), Rosario Borelli (commissario di Polizia), Salvatore Borgese (sicario di Zoppas), Gabriella Andreini (amante di Zoppas), Alfonso Tomas ("cervello elettronico"), Guido Mastrogiacomo, Renzo Marignano (sottosegretario), Ignazio Bevilacqua, Luigi Antonio Guerra, Alessandro Perrella (altro sicario di Zoppas), Ines Pellegrini (Aida), Mauro Vestri (barista), Franco Mazzieri (portiere villa Santa Sila)
Fotografia/Photography: Stelvio Massi
Musica/Music: Franco Tamponi
Costumi/Costume Design: Wanda Bruni
Scene/Scene Design: Stefano Paltrinieri
Montaggio/Editing: Enzo Micarelli
Suono/Sound: Carlo Tarchi
Produzione/Production: Thousand Cinematografica
Distribuzione/Distribution: Panta Cinematografica
censura: 63418 del 31-10-1973

Primo ruolo da protagonista di Lino Banfi che per l'occasione interpreta un personaggio che porta il suo vero nome, ovvero Pasquale Zagaria. Tra i protagonisti troviamo Francesca Romana Coluzzi, che affiancherà Banfi in varie commedie sexy, interpretando spesso il ruolo di moglie. Luca Davan è lo pseudonimo del regista Mario Forges Davanzati. Il personaggio del cervello elettronico interpretato da Alfonso Tomas con dei tic particolari imitati da Banfi verrà riproposto in una versione ampliata ben nove anni dopo dalla coppia nel film Vieni avanti cretino.

 La trama vuole che il brigadiere Pasquale Zagaria dopo una serie di fallimenti lavorativi viene degradato a ruoli sempre più bassi, fino a presentare spontanee dimissioni che vengono accolte con particolare gioia dal commissario (con tanto di timbro dimissioni accettate, la polizia ringrazia). Pasquale si ritira a vita privata in una casetta di campagna con la giovane moglie Pupetta, finché un giorno quest'ultima rubando un pompelmo da un camioncino fermo vicino alla loro casa ci trova dentro dei brillanti. Pasquale e Pupetta corrono a raccontare i fatti al commissario che gli affida le indagini del caso. L'ex brigadiere si mette in contatto con mister Zoppas (Aldo Giuffrè), ignaro che questi sia la mente dei loschi affari, rivelandogli che il covo dei banditi si trova nelle catacombe di Sant'Eustorgio sotto il convento omonimo. Pasquale si reca al convento travestito da dama di carità accompagnato da Pupetta. Sceso nelle catacombe trova ovviamente i banditi che lo aspettavano pronti a farlo fuori. Riuscirà a sottrarsi all'agguato e a scappare, vestendosi prima da suora e poi facendosi passare per la statua di una santa. Fuori dal convento sarà lo stesso Zagaria ad informare telefonicamente mister Zoppas di essersi salvato dai banditi, ignaro del fatto che quest'ultimo li aveva mandati per ucciderlo.
Mentre Pasquale e Pupetta si rifocillano in una campagna a quattro passi da Roma vengono circondati da ben cinque malintenzionati che Pupetta metterà facilmente KO (essendo cintura nera di karate). Ispezionando l'auto degli assalitori, i nostri eroi, trovano un foglietto con su scritto ''consegnare i pompelmi al barone Francesco di Santa Sila". Giunti alla villa vengono a sapere dal cameriere che il barone e partito e non si sa quando tornerà. A questo punto, dopo vari tentativi sempre falliti, Zoppas decide di invitare Zagaria sulla sua imbarcazione per farlo fuori personalmente. A salvarlo sarà di nuovo la sua Pupetta. Fuggiti in moto ed inseguiti da Zoppas e i suoi uomini, andranno a finire alla sagra del vino di San Pollicione di Sotto. In un finale dove tutti si ritroveranno ubriachi, Zoppas, i banditi, Pasquale e Pupetta finiranno direttamente sul camion della polizia. Ovviamente a Pasquale non gli verrà consegnato il minimo riconoscimento.

Il brigadiere Pasquale zagaria ama la mamma e la polizia è una divertente commedia a sfondo giallo che gioca molto sul personaggio di Pasquale, un brigadiere degradato che non ci pensa minimamente ad abbandonare il suo mestiere (che continua a esercitare in campagna tra conigli e contadini) e sulla bravissima Francesca Romana Coluzzi giocando spesso sulla fisicità  dell'attrice (alta e forte), creando così un personaggio che verrà riproposto in vari film dell'attrice (la compagna di banco, l'infermiera di notte, l'insegnante balla... con tutta la classe). Anche in questo film Banfi usa il suo tipico accento pugliese e sforna tante gag. Indimenticabile la scena al bar in cui Pasquale e Pupetta entrano vestiti rispettivamente da suora e frate chiedendo due aranciate e il barman che con stupore sbaglia e gli da le bottigliette vuote; oppure quella della corsa in moto, dove i due protagonisti girano in tondo con musichetta da giostra che li accompagna per finire nella sagra di San Pollicione di sotto con tanto di canzoncina ("vernaccia, vernaccia ti prendo fra le braccia").

FRASE CULT: Pere che il pompelmo feccia mele

Il film è stato editato in dvd nel 2004 (clicca qui )

Recensione a cura di: Alessandro Piano

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