Regia/Director: Franco Rossi
Soggetto/Subject: opera
Sceneggiatura/Screenplay: Rodolfo Sonego, Ugo Guerra, Leonardo Benvenuti, Giorgio Prosperi, Guido Leoni, Raoul Radice, Franco Rossi
Interpreti/Actors: Alberto Sordi (Alberto), Lea Padovani (Norma, sua moglie), Lia Amanda (Alina Spencer, l'americana), Jacqueline Pierreux (Jacqueline), Denise Grey (madre di Jacqueline), Ciccio Barbi (ragioniere), Mino Doro (amante di Jacqueline), Pina Bottin (cameriera di Alina), Marcello Giorda (generale), Mara Berni (impiegata), Gianna Piaz (impiegata), Riccardo Cucciolla (impiegato), Dino Raffaelli, Nino Vingelli, Eva Vanicek, Roberto Bertea, Andrea Costa, Enio Girolami, Mario Passante, Andrea De Pino
Fotografia/Photography: Alfieri Canavero
Musica/Music: Carlo Innocenzi
Costumi/Costume Design: Giovanna Natili
Montaggio/Editing: Otello Colangeli
Suono/Sound: Bruno Brunacci, Giovanni Porcelli
Produzione/Production: Vides
Distribuzione/Distribution: Diana Cinematografica
censura: 17324 del 16-09-1954
Recensione a cura di:
Soggetto/Subject: opera
Sceneggiatura/Screenplay: Rodolfo Sonego, Ugo Guerra, Leonardo Benvenuti, Giorgio Prosperi, Guido Leoni, Raoul Radice, Franco Rossi
Interpreti/Actors: Alberto Sordi (Alberto), Lea Padovani (Norma, sua moglie), Lia Amanda (Alina Spencer, l'americana), Jacqueline Pierreux (Jacqueline), Denise Grey (madre di Jacqueline), Ciccio Barbi (ragioniere), Mino Doro (amante di Jacqueline), Pina Bottin (cameriera di Alina), Marcello Giorda (generale), Mara Berni (impiegata), Gianna Piaz (impiegata), Riccardo Cucciolla (impiegato), Dino Raffaelli, Nino Vingelli, Eva Vanicek, Roberto Bertea, Andrea Costa, Enio Girolami, Mario Passante, Andrea De Pino
Fotografia/Photography: Alfieri Canavero
Musica/Music: Carlo Innocenzi
Costumi/Costume Design: Giovanna Natili
Montaggio/Editing: Otello Colangeli
Suono/Sound: Bruno Brunacci, Giovanni Porcelli
Produzione/Production: Vides
Distribuzione/Distribution: Diana Cinematografica
censura: 17324 del 16-09-1954
Alberto Sordi affina il personaggio dell’italiano fanfarone, mentitore e pappagallo, sempre a caccia di donne da conquistare, fedifrago ma al tempo stesso vigliacco e piagnucolone. Il seduttore lo presenta nei pani di un quarantenne romano che tradisce a ruota libera la paziente moglie (Padovani), proprietaria di una trattoria. Le trame del seduttore sono fin troppo ardite: finge di andare a Parigi (al suo posto parte un amico), prende alloggio in un albergo per corteggiare una francese (che lo sfrutta insieme alla madre), infine conosce un’americana in crisi con il marito. Alla fine dovrà fronteggiare - sedute al tavolo della trattoria - le due amanti e una moglie infuriata.
Terzo film di Franco Rossi (Firenze, 1919 - Roma, 2000), dopo I falsari (1950) e Solo per te Lucia (1952), autore soprattutto televisivo, che ricordiamo per una splendida Odissea (1968). Primo incontro tra Alberto Sordi e l’abile sceneggiatore Rodolfo Sonego che in seguito scriverà molti dei suoi successi. Franco Rossi non dirige una farsa, come scrive Gian Luigi Rondi su Il Tempo (1/10/1954), ma una vera e propria commedia all’italiana, una satira di costume che mette alla berlina vizi e difetti di un intero popolo. Alberto Sordi prosegue nella caratterizzazione del vitellone di felliniana memoria e si guadagna un primo piano da mattatore accanto a tre bellezze come Lea Padovani (moglie), Lia Amanda (amante francese) e Jacqueline Pierreux (amante americana). Il film passa in secondo piano nel quadro della produzione legata al nome di Alberto Sordi, perché esce nello steso annodi opere memorabili come Un americano a Roma, L’arte di arrangiarsi e Un giorno in pretura. Pure ne Il seduttore troviamo il mito dell’America come terra senza problemi (“Che ha da lamentarsi, signora? Ha tutto, è persino americana…”), la descrizione dell’italica arte di arrangiarsi (il meccanico affitta l’auto di Sordi a un’americana), oltre alla caratterizzazione del rapporto moglie - marito negli anni Cinquanta, molto prima della legge sul divorzio.
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