IL CASTELLO DEI MORTI VIVI (1964)

Regia/Director: Warren Kiefer
Soggetto/Subject: Michael Reeves
Sceneggiatura/Screenplay: Michael Reeves
Interpreti/Actors: Christopher Lee (conte Drago), Gaia Germani (Laura), Philippe Leroy (Eric), Mirko Valentin (Hans), Donald Sutherland (sergente Paul), Jacques Stany (Bruno), Luciano Pigozzi (Dart), Renato Terra Caizzi (poliziotto), Ennio Antonelli (Gianni), Antonio De Martino (nano Nick), Luigi Bonos (Marc)
Fotografia/Photography: Aldo Tonti
Musica/Music: Angelo Francesco Lavagnino [Angelo Lavagnino]
Scene/Scene Design: Carlo Gentili
Montaggio/Editing: Mario Serandrei
Suono/Sound: Fiorenzo Magli
Produzione/Production: Serena Film (1955), Filmsonor, Paris
Distribuzione/Distribution: Indipendenti Regionali
censura: 43311 del 27-06-1964

Una compagnia di saltimbanchi formata da 5 persone: il capocomico Bruno (Jacques Stany), sua sorella Laura (Gaia Germani), Dart (Luciano Pigozzi), Gianni (Ennio Antonelli) e il nano Nick (Antonio De Martino) è invitata da un conte ad esibirsi al suo castello. Una sera all’osteria, Bruno, ha uno scontro con Dart, il primo attore, e dopo un po’ di tafferugli vengono fermati da Erik (Philippe Leroy) un ex-soldato che si aggrega alla compagnia dopo che Dart fugge con il suo cavallo.
Giunta nelle vicinanze del castello, alla compagnia si avvicina una vecchia dai vestiti scuri e sporchi (interpretata da Donald Sutherland) che gli intima di stare attenti a quel luogo “di color che son morti e paion vivi”, profetizzando la loro morte.
Arrivati al castello vengono ricevuti dal Conte Drago (Christopher Lee), un lugubre personaggio che vive solo, servito dal torvo Hans, e dedito a esperimenti sulla tassidermia.
Uno dopo l'altro, metà dei saltimbanchi muore: Bruno avvelenato dal conte, Gianni  e Dart assassinati da Hans (Mirko Valentin). I loro corpi spariscono.

Il conte, si accorge che Erik comincia ad insospettirsi, ma la sua pazzia è più forte della ragione e non curante gli mostra la sua ultima scoperta: un siero che imbalsama il corpo all'istante senza ricorrere allo sventramento delle interiora. A questo punto ad Erik non rimane che avvertire gli altri due superstiti della pazzia del conte e fuggire dal castello, ma viene tramortito da Hans con un colpo dietro la nuca. Nick insieme a Laura giunge fin sulla cima del castello nel vano tentativo di trovare Erik. Qui viene raggiunto e gettato dalle mura del maniero da Hans che li stava inseguendo.
Laura, rimasta sola, durante la fuga ritrova Erik che nel frattempo si è ripreso. I due raggiunti dal conte, con pistola alla mano, vengono condotti contro la loro volontà nella stanza dove ha riunito tutte le sue vittime imbalsamate, compresi Gianni e Bruno,  che ha disposto come il pubblico in un teatro. Ha lasciato volutamente loro per ultimi, perché dovranno essere gli attori principali del suo macabro teatrino.
Quando sembra tutto perso, in un colpo di scena finale, entra nella stanza la vecchia che precedentemente aveva aiutato Nick. La donna si scaglia addosso al conte che resta vittima della sua stessa arma, un pugnale impregnato del siero imbalsamatore. La vecchia confida ai presenti  che lei fu la prima a subire la follia del conte, ma riuscì a fuggire rifugiandosi nei boschi ridotta in quello stato. Ad avventura finita i superstiti della compagnia di saltimbanchi riprenderà il suo cammino.

Sotto lo pseudonimo di Herbert Wise si cela Luciano Ricci, ma il vero regista del film è Warren Kiefer (non accreditato nella versione italiana), Ricci fu accreditato solo per motivi fiscali. Sceneggiatore e assistente alla regia è invece un giovanissimo Michael Reeves, che fu invogliato dal produttore Paul Maslansky a dirigere anche delle scene, soprattutto quelle con l’attore nano, e due anni dopo gli darà proprio la possibilità di dirigere un horror sempre in Italia: Il Lago di Satana.
Il Castello dei Morti Vivi rievoca le ambientazioni del classico Horror Gotico: tetri castelli, enormi ragnatele, animali feroci imbalsamati, in più ha il pregio di aver sfruttato una location azzeccatissima come il Parco dei Mostri di Bomarzo, ma l’atmosfera è molto leggera e per tutto il film prevale un tono giocoso. Fin dall’inizio si capisce che l’intenzione del film è quella di smitizzare i cliché degli horror classici con scene che sembrano farne la parodia, come per esempio: un inizio dove si vedono impiccagioni nelle piazze dei paesi; il villain di turno che sembra l’incrocio tra il conte Dracula e il classico scienziato pazzo (tra l’altro forse l’unico film di quel periodo dove Cristopher Lee ride); il ribelle della compagnia che per tutto il film è vestito da arlecchino; fino ad arrivare ad infilarci la strega cattiva che compare solo per profetizzare iella, tra l’altro impersonata da Donald Sutherland, che allo stesso tempo interpreta anche il goffo capo delle guardie. A tutto questo va ricordato il bizzarro cast: Gaia Germani tra Luciano Pigozzi, Cristopher Lee, Ennio Antonelli e Donald Sutherland! Se non è un film cult questo…


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