L'AMICO DI FAMIGLIA (2006)

Regia/Director: Paolo Sorrentino
Soggetto/Subject: Paolo Sorrentino
Sceneggiatura/Screenplay: Paolo Sorrentino
Interpreti/Actors: Giacomo Rizzo, Laura Chiatti, Gigi Angelillo, Marco Giallini, Barbara Valmorin, Luisa De Santis, Clara Bindi, Roberta Fiorentini, Elia Schilton, Lorenzo Gioielli, Emilio De Marchi, Giorgio Colangeli, Fabio Grossi, Lucia Ragni, Fabrizio Bentivoglio
Fotografia/Photography: Luca Bigazzi
Musica/Music: Teho Teardo
Costumi/Costume Design: Ortensia De Francesco, Jessica Zambelli
Scene/Scene Design: Lino Fiorito
Montaggio/Editing: Giogiò Franchini
Suono/Sound: Emanuele Cecere, Daghi Rondanini
Produzione/Production: Indigo Film, Fandango, Sky, Medusa Film, Babe Films, Studio Canal, Canal +, Wild Bunch
Distribuzione/Distribution: Medusa Film S.p.A.
Vendite all'estero/Sales abroad: Wild Bunch
censura: 100286 del 27-10-2006

ATTENZIONE LA SEGUENTE RECENSIONE CONTIENE DEGLI SPOILER!
In questo film, di genere drammatico, il protagonista principale è interpretato dal famoso attore teatrale Giacomo Rizzo che veste i panni di Geremia, un settantenne che, pur essendo molto ricco, vive in modo estremamente modesto, ai limiti dell’indigenza, insieme alla madre invalida ed allettata in uno squallido appartamento nella provincia pontina. Pur potendosi permettere un aiuto è lui che accudisce la genitrice, ma lo fa nei limiti del possibile, lasciandola da sola per quasi tutta la giornata.
Egli è titolare di una bottega da sarto che però non è la vera fonte dei suoi proventi perché in realtà è un usuraio in quanto presta soldi alle persone in difficoltà  e,  per questo motivo,  è soprannominato ironicamente dai  suoi concittadini “Cuore d’oro”.
Il nomignolo gli è stato affibbiato perché è in netto contrasto con la sua vera natura di uomo molto scaltro e spietato soprattutto con le persone che ritardano a restituirgli il denaro avuto in prestito.
 Geremia è molto avaro, non cura la propria igiene personale e né il proprio abbigliamento, a vederlo sembra quasi un barbone e, nella sua losca attività, si serve del suo fedele informatore Gino e di due fratelli tirapiedi che hanno il compito di minacciare e malmenare i malcapitati che non riescono a risarcirlo.
Gino, interpretato da Fabrizio  Bentivoglio, è un personaggio un po’ eccentrico si veste da cow-boy, vive in un camper e coltiva segretamente il sogno di potersi trasferire nel Tennessee.
Geremia ha dedicato tutta la sua vita all’accumulo del denaro senza mai concedersi nulla vivendo morigeratamente, l’unica sua debolezza sono i cioccolatini che ogni tanto si concede con bramosia, i suoi rapporti con le persone sono sempre mediati da un secondo fine, non ha mai avuto un amore e i suoi interessi nei confronti del genere femminile sono piuttosto ambigui e morbosi.
Un giorno, tra i suoi clienti, si presenta  un uomo di mezza età che gli chiede del denaro in prestito per far fronte alle spese del matrimonio della figlia. Geremia decide di aiutarlo solo dopo aver visto la promessa sposa: una bellissima ragazza eletta reginetta di bellezza dell’agro pontino! Per ottenere la fiducia del padre e della giovane  impersona il classico “amico di famiglia” recitando la parte del bravo consigliere, onesto e premuroso. Ma la ragazza intuisce la sua mellifluità e ne parla con il genitore il quale la prega di sopportare la situazione ricordandole che le finanze della famiglia sono nulle e che per tutta la vita, per non farle mai mancare nulla, ha dovuto sopportare umiliazioni di ogni genere.
Geremia ne approfitta e proprio il giorno delle nozze, con la scusa di un’improvvisa riparazione dell’abito  nunziale  che s’era offerto di portare personalmente alla sposa, riesce ad entrare in camera della ragazza e la  convince ad avere un rapporto sessuale con lui in cambio di un drastico sconto sul tasso d’usura imposto al padre.
Alla fine il laido strozzino raccoglierà quello che ha seminato perché commetterà l’imprudenza che farà crollare la sua misera esistenza. Abituato sempre a piccoli prestiti e a trattare con persone semplici, si farà tentare dalla proposta di un’industriale, bisognoso di liquidità immediata, che lo convince a farsi prestare un milione di euro per concludere un’operazione finanziaria  molto importante. L’uomo d’affari,  per ottenere la somma, gli fa credere che dall’affare ricaverà il doppio e che gli restituirà in breve tempo il denaro con interessi molto vantaggiosi.
“Cuore d’oro”, nonostante la madre e il suo collaboratore Gino cerchino di dissuaderlo, euforico per aver rivisto la ragazza novella sposa che gli confessa di amarlo e allettato dalla prospettiva di enormi guadagni, decide di compiere il passo più lungo della gamba concedendo il prestito all’industriale che, in breve tempo, scomparirà nel nulla.
Presto Geremia s’accorgerà di essere stato vittima di un complotto organizzato dai suoi scagnozzi e dallo stesso Gino che s’era messo con la ragazza anche lei complice dell’inganno. A tutto questo s’aggiungerà anche la morte della madre che lo lascerà completamente solo al mondo.

In questo film tutti gli attori hanno recitato ad altissimi livelli, l’interpretazione di Giacomo Rizzo, grande esponente del teatro del nostro Paese, è di notevole spessore e molto aderente alla realtà.
La regia e la scenografia sono tecnicamente molto curate, la fotografia e le immagini ci rimandano ad una introspezione dostoevskijana dei personaggi in quanto le loro abitazioni, i luoghi e gli ambienti  in cui vivono riflettono in modo speculare le loro personalità, come ad esempio la casa di Geremia che è trascurata, sporca, squallida e tetra, esattamente come lui e la sua anima.
Sorrentino in quest’opera, oltre ad affrontare il problema dell’usura oggi giorno ormai diffuso a livello capillare in ogni regione italiana e ceto sociale, ci vuole anche mettere di fronte ad alcune importanti problematiche della nostra società e alle sue contraddizioni in merito ai rapporti interpersonali, alla famiglia, ai ruoli sociali, alla caduta dei valori basilari della convivenza civile e soprattutto al mutamento antropologico, ancora in atto, della morale comune e dell’etica individuale.
Un altro spunto di riflessione, a mio avviso, ci viene offerto proprio dalle immagini che scandagliano la realtà e lo squallore della periferia pontina simile a molte altre sparse su tutto il territorio del nostro Paese. Tutte uguali, nate con l’abusivismo edilizio, senza servizi, prive di punti d’aggregazione. Sono luoghi senza tempo dove regna l’isolamento non solo fisico ma soprattutto culturale che incide inevitabilmente anche sulla qualità della vita e delle relazioni umane.
Per quanto riguarda le musiche, quasi tutte originali, curate da Teho Teardo,  posso dire che sono belle e scelte con cura in quanto ogni brano si adatta pienamente alla singola scena rafforzandone l’intensità.

Riconoscimenti al Film:
2006 – Festival di Cannes: nomination a Palma d’oro a Paolo Sorrentino.
2007 – David di Donatello : nomination miglior attore  protagonista Giacomo Rizzo, nomination per la migliore fotografia Luca Bigazzi, nomination per la migliore colonna sonora Teho Teardo.
2007- Nastri d’argento: nomination migliore soggetto a Paolo Sorrentino, nomination miglior attore  protagonista Giacomo Rizzo, nomination miglior attrice protagonista Laura Chiatti, nomination per la migliore fotografia Luca Bigazzi, nomination per la migliore colonna sonora Teho Teardo.

Recensione a cura di:
Maria Torresani
counter strike

Commenti