Regia/Director: Antonio Margheriti [Anthony M. Dawson]
Sceneggiatura/Screenplay: Antonio Margheriti, Giovanni Simonelli
Interpreti/Actors: Hiram Keller (lord James Mac Grieff), Jane Birkin (Corringa), Venantino Venantini (falso reverendo Robertson, ma Mac Grieff), Dana Ghia (lady Alicia), Françoise Christophe (lady Mary Mac Grieff), Doris Kunstmann (Suzanne), Luciano Pigozzi (Angus, domestico), Anton Diffring (Franz), Georg Conrad (Campbell, cameriere), Serge Gainsbourg (ispettore di polizia), Bianca Doria (Janet Campbell), Tom Felleghi (uomo al funerale), Franco Ressel (amico di famiglia), Alessandro Perrella, Bruno Boschetti
Fotografia/Photography: Carlo Carlini
Musica/Music: Riz Ortolani
Costumi/Costume Design: Mario Giorsi
Scene/Scene Design: Ottavio Scotti
Montaggio/Editing: Giorgio Serralonga
Suono/Sound: Pietro Spadoni
Produzione/Production: Falcon International Film, Starkis Film, Capitole Films, Paris, Roxy Film, München
Distribuzione/Distribution: Jumbo Cinematografica
censura: 61830 del 06-02-1973
Il film apre, sui titoli di testa, con l’uccisione di un uomo, il cui volto sarà consumato da enormi ratti. Unico testimone un gatto. Tutto ha inizio con l’arrivo presso il castello di Dragstone, di proprietà della zia Lady Mary Mac Grieff, dell’affascinante Corringa (Jane Birkin) partita da Londra dal collegio dal quale è stata espulsa per cattiva condotta. Numerosi gli ospiti della fortezza: la mamma di Corringa, Lady Alicia che negherà ogni aiuto economico alla sorella, chiestole per salvare le sorti della magione, James il cugino ritenuto da tutti un matto, il medico Franz amante della padrona di casa, Padre Robertson sacerdote cattolico, Suzanne insegnante di francese (e non solo), la servitù.
La trama vede un susseguirsi di omicidi a partire dalla morte di Lady Alicia. Corringa crederà che la madre, preda di una maledizione, sia diventata un vampiro. Inizialmente i sospetti cadranno su James perché apparentemente quello più fuori di testa (certo non tutti hanno come animale domestico un gorilla), ma in seguito egli si rivelerà innamorato e protettivo nei confronti di Corringa la quale si convincerà della colpevolezza della zia Lady Mary. Intanto il rasoio continua a mietere vittime. L’ispettore di polizia interpretato da Serge Gainsbourg riuscirà a risolvere il caso?
Film giallo del 1973 del prolifico regista Antonio Margheriti.
Molti lo collocheranno tra le pellicole dell’orrore; in effetti “La morte negli occhi del gatto” si arricchisce di una fastosa ambientazione gotica (nello specifico i delitti accadono in un castello scozzese durante gli anni ’30 – vedi i magnifici abiti indossati dalla Birkin) e delle atmosfere tipiche di un film del terrore (buio pesto, cimiteri, cripte, passaggi segreti, scala a chiocciola, nebbia, vento violentissimo, etc.).
Per chi ama Roger Corman, i primi minuti lasciano credere che possa apparire il caro Vincent Price, invece il cast vede la presenza della famosa coppia Gainsbourg-Birkin che, fortunatamente per noi, qui non ci delizia con il noto motivetto orgasmico.
Ma il regista fa anche di più; accresce la storia aggiungendo ad essa una spaventosa leggenda: ogni componente della famiglia Mac Grieff, qualora venga ucciso da un consanguineo (senza alcuna prova di DNA), si trasformerà in VAMPIRO.
Margheriti, forse non felice del contenuto, di per se già fin troppo ricco, ha l’invenzione di aggiungere la presenza in scena di un enorme scimmione (mah).
Non manca quale sequenza erotica.
Insomma, il risultato è un vero “mappazzone” indigesto.
Vero protagonista il bellissimo esemplare di gatto, sempre nella parte.
Frase da ricordare: “Troppa cultura non ha mai fatto bene a una donna e io elimino i rischi di diventare una donna troppo intelligente”.
Recensione a cura di:
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