L'EDUCANDA (1976)


Regia/Director: Franco Lo Cascio
Soggetto/Subject: Franco Lo Cascio
Sceneggiatura/Screenplay: Piero Regnoli, Franco Lo Cascio
Interpreti/Actors: Patrizia Gori (Patrizia), Umberto D'Orsi (sindaco), Gabriella Giorgelli (Marilena Bolognese), Giovanni Attanasio, Andrea Aureli (Gildo, il tabaccaio), Giulio Baraghini, Sonja Borova, Rod Licari, Maria Morales, Sandro Morato, Gino Pagnani, Giacomo Rizzo, Marilena Sgroia, Salvatore Baccaro (Righetto), Amerigo Castrichella, Ennio Cialone, Marisa Mariani, Fulvio Pellegrino, Rolando Prosperi, Aldo Valletti
Fotografia/Photography: Daniele Nannuzzi
Musica/Music: G. Ployer
Costumi/Costume Design: Mila Vitelli Valenza
Scene/Scene Design: Demofilo Fidani
Montaggio/Editing: Alessandro Lucidi
Suono/Sound: Benedetto Conversi, Piero Benassi
Produzione/Production: Patrizia Cinematografica
Distribuzione/Distribution: C.I.A. Cinematografica
censura: 67663 del 28-01-1976

Patrizia torna al paese natio dopo il collegio, e nonostante la presenza delle inseparabili amiche di sempre trova un clima noioso e addormentato, nessun divertimento per i giovani. Ribelle e coraggiosa, organizza dunque una banda, chiama gli amici forestieri, e tutti insieme occupano una fattoria abbandonata con l'intenzione di trasformarla in una discoteca. Però interviene l'autorità bloccando l'ammodernamento del locale e così impedendo che il tranquillo paesino sia sconvolto dalla banda di chiassosi e allegri giovani. Messe alle strette, Patrizia e le compagne d'avventure, tutte più o meno belle e affascinanti, si rivolgono agli esperti insegnamenti di seduzione della prostituta del paese, che spiegherà loro come sedurre gli anziani del paese, impersonificazione di quel potere che necessità essere stravolto e ricattato. Ad uno ad uno, dal notaio al tabaccaio, dal fotografo al macellaio e via dicendo, saranno ingraziati dalle quattro amiche al fine, sotto ricatto, di soggiacere alla propria ribelle missione.

La metà degli anni 70, e in particolare il '75, rappresentano un po' la svolta della commedia sexy italiana, che si può dire già esistente dai primi anni 60 con certi film a episodi o altre produzioni più caste, considerata l'epoca. Nel '75 vengono realizzati alcuni film dai titoli emblematici che daranno poi origine a filoni più o meno prolifici e loro conseguenti derivati, fino ai primi anni 80. Titoli capostipiti come L'INSEGNANTE di Nando Cicero, LA LICEALE di Michele Massimo Tarantini, L'INFERMIERA di Nello Rossati. Titoli che inquadrarono alcune professioni (successivamente assistenti sociali, soldatesse, dottoresse, supplenti, poliziotte…) che colpirono e stravolsero il comune immaginario delle professioni femminili, trasformandolo in vicende pruriginose sempre più accompagnate da una comicità forse volgare ma spesso geniale, e che soprattutto riusciva a divertire davvero! L'ultimo titolo rappresentativo del filone più stretto è LA POLIZIOTTA A NEW YORK del 1981, già tardivo, piuttosto casto e più tendente alla comicità piuttosto che a un erotismo puro. In questi cinque-sei anni esplose il fenomeno, e ad accompagnare le produzioni più "nobili", cui facevano da regine Edwige Fenech, Gloria Guida e Nadia Cassini, accompagnate da una corte di ottime spalle maschili che spesso divenivano protagonisti a loro volta, come gli ottimi Lino Banfi, Renzo Montagnani su tutti, ma anche Gianfranco D'angelo, Alvaro Vitali, Enzo Cannavale, diretti dai tre registi simbolo del genere, Michele Massimo Tarantini, Mariano Laurenti e Nando Cicero, nasceva un ricco stuolo di imitazioni più o meno divertenti, più o meno minori. Il genere andava alla grande e molti, anche improvvisati, vi si buttavano in cerca di fortuna. In questo contesto nasce, abbastanza presto, L'EDUCANDA, messo in piedi da un regista che fino a quel momento aveva girato alcuni film comici, e che in seguito si sarebbe dedicato all'hard con lo pseudonimo Luca Damiano, talvolta, pare, in coppia con Joe D'Amato. L'EDUCANDA è un film campagnolo piuttosto spinto e con generosità di nudi, che diverte, che qua e là contiene alcuni passaggi che lasciano scappare risate, e con piccole "scene madri" che gli amanti del genere possono apprezzare, come la lezione di seduzione ad opera di Gabriella Giorgelli che interpreta una prostituta finto-bolognese. Incarna un po' i classici vizi e le ipocrisie della provincia italiana, del maschio medio che, sebbene intento a ricoprire nobili cariche capisaldi della società - notai, sindaci, preti, commercianti - cede inevitabilmente davanti alla provocazione della carne giovane. Quello che fa divertire è il surreale e l'ingenuità di certe situazioni comiche in cui i personaggi sono calati, macchiette esasperate dalle proprie debolezze, come comanda lo spirito graffiante che ha caratterizzato l'intero panorama della commedia popolare italiana; dal parroco che si eccita durante piccanti confessioni, passando per l'avvocato spendaccione e donnaiolo, per la prostituta di provincia che finge origini d'alta Italia per darsi un'aria nobile e vissuta, per il vigile fifone che si crede l'impersonificazione della legge ma che si prende le torte in faccia da una banda di adolescenti ribelli, fino ai contadini ubriaconi e arrapati che cercano di spiare le ragazzine dalle finestre. La fotografia è di Daniele Nannuzzi, figlio del più celebre Armando, qui pare per la prima volta nel cinema in questa veste, mentre le scenografie del regista Demofilo Fidani.

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