TRE PISTOLE CONTRO CESARE (1967)


Regia/Director: Enzo Peri
Soggetto/Subject: Carmine Bologna
Sceneggiatura/Screenplay: Piero Regnoli [Dean Craig], Enzo Peri
Interpreti/Actors: Thomas Hunter (Whitty Shelby), James Shigeta (LesterKoto), Nadir Moretti (Etienne Devereux), Gianna Serra (Debbie), Delia Boccardo (Mady), Umberto D'Orsi (Bronson), Ferruccio De Ceresa (professore), Femi Benussi (Tula), Vittorio Bonos (Stanford), Adriana Ambesi, Gino Bardi, Gian Luigi Crescenzi, Enrico Maria Salerno (Cesare Fuller)
Fotografia/Photography: Otello Martelli
Musica/Music: Marcello Giombini
Costumi/Costume Design: Giulia Mafai
Scene/Scene Design: Giorgio Giovannini
Montaggio/Editing: Adriana Novelli
Produzione/Production: Dino De Laurentiis Cinematografica, Casbah Film, Alger
Distribuzione/Distribution: Medusa
censura: 48649 del 18-02-1967
Altri titoli: Tre pistole per un massacro, Tre ragazzi d'oro, Drei Pistolen gegen Cesare

Tre fratelli che non si sono mai visti in vita loro, Whitty (Thomas Hunter), Lester (James Shigeta) ed Etienne (Nadir Moretti), rispettivamente un americano, un giapponese e un francese – eh, sì…son nati da madri diverse! -  ricevono una lettera, corredata della foto di una bambina, che li informa di aver ereditato dal vecchio padre una miniera d’oro a Laredo (Texas). Arrivati separatamente al villaggio, i tre stranieri se la devono vedere con gli sgherri di Fuller (Enrico Maria Salerno), una sorta di tiranno che domina su Laredo con la violenza e fa soldi a palate con attività di ogni tipo.
Amante della storia di Roma Antica, dalla quale cerca ispirazione, Fuller si fa chiamare ‘Giulio Cesare’ e persegue i suoi  ideali, trastullandosi, nella sua villa ‘imperiale’ con fanciulle e intrattenimenti di ogni sorta. Ai tre fratelli, che intanto si sono ritrovati con grande sorpresa nella miniera abbandonata – abbandonata perché non c’è nemmeno un granello d’oro - non ci vuole molto per scoprire che il vecchio padre è passato a miglior vita non per cause naturali, ma per mano di Fuller, ai tempi interessato alla proprietà. E così, regolati i conti con i suoi scagnozzi, le ‘tre pistole’ penetrano nella villa di Cesare e non gli lasciano scampo.  Al termine dell'impresa, lasceranno Laredo portandosi via  un letto comodo e… prezioso e la sorellina Mady (Delia Boccardo) - ricordate la foto della bambina? – nel frattempo cresciuta: la foto e la lettera erano state scritte anni prima, ma Stanford (Vittorio Bonos), l’aiutante ubriacone del vecchio Langdon, si era dimenticato di spedirle!

Western all’italiana tra i più strani del filone, girato dal produttore-distributore Enzo Peri e prodotto da Dino De Laurentiis - che lo realizza in Algeria per testare le capacità organizzative della Casbah Film con la quale dovrà realizzare ‘Lo straniero’ di Visconti - questo ‘Tre pistole contro Cesare’, ai tempi penalizzato da una pessima distribuzione, si è guadagnato con il passare del tempo una certa reputazione: la stravagante commistione di generi -  western, peplum, arti marziali, spionaggio, esotico e chi più ne ha più ne metta! - convivono in un minestrone improbabile quanto riuscito, all’insegna del più puro intrattenimento. Diverse le trovate: si va dalle pistole stile ‘agente segreto’ di Whitty ai poteri magnetici di Etienne in grado di paralizzare i nemici e muovere la pallina della roulette; dal look improbabile dell’asiatico Lester - cinturone, camicia gialla e fascia banzai - che affronta i pistoleri a colpi di kung fu a Stanford, l'ubriacone che dà un tocco demenziale a tutta la vicenda…per arrivare, ovviamente, al personaggio del megalomane Cesare, vera e propria presenza iconografica, che Enrico Maria Salerno reso ancor più sinistro da un occhio orbo, interpreta in maniera magistrale. La presenza femminile è decisamente interessante: Delia Boccardo, qui al debutto, ci delizia per tutto il film - e in una scena con Gianna Serra si lancia perfino in una furiosa lotta-spogliarello; Femi Benussi, la danzatrice turca Tula, balla per un estasiato Cesare, meritandosi il suo e tutto il nostro apprezzamento.

Fotografia di Otello Martelli (?!); colonna sonora di Giombini (non male)… Che dire In conclusione? Film godibilissimo ma solo per chi lo inquadra per quello che è!

Recensione a cura di:
  Carlo Giustiniani | Crea il tuo badge
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