L'ASSASSINO E' COSTRETTO AD UCCIDERE ANCORA (1974)

Regia/Director: Luigi Cozzi
Soggetto/Subject: Luigi Cozzi, Daniele Del Giudice
Sceneggiatura/Screenplay: Luigi Cozzi, Daniele Del Giudice
Interpreti/Actors: George Hilton (arch. Giorgio Mainardi), Michel Antoine (assassino), Cristina Galbo (Laura), Femi Benussi, Alessio Orano (Luca), Teresa Velasquez (Norma Mainardi), Eduardo Fajardo (commissario), Dario Griachi, Luigi Antonio Guerra, Carla Mancini
Fotografia/Photography: Riccardo Pallottini
Musica/Music: Nando De Luca
Montaggio/Editing: Alberto Moro
Suono/Sound: Domenico Pasquadibisceglie
Produzione/Production: Albione Cinematografica, G.I.T. International Film
Distribuzione/Distribution: Deca
censura: 65090 del 05-11-1974

È un film diretto dal regista Luigi Cozzi, pare traendo ispirazione dal romanzo di Giorgio Scerbanenco dal titolo: “Al mare con la ragazza”. Giallo/thriller/erotico dalla trama insolita, interessante e sufficientemente coinvolgente.

Giorgio Mainardi, come lo definirà la moglie, “architetto delle puttane”, dopo un litigio con la stessa, assiste casualmente all’occultamento di un cadavere di donna. Medita immediatamente di assolvere il criminale per far uccidere sua moglie Norma per liberarsene ed appropriarsi delle sue ricchezze. Ma l’entrata in scena di una giovane coppia stravolgerà il piano di morte (vedi il titolo).
Il  film, in maniera inconsueta, ci mostra da subito il volto dell’assassino.  In un concatenarsi di casualità i destini di più personaggi andranno ad incrociarsi, cambiando i piani e le intenzioni degli stessi.
Il regista alterna, in un gioco di montaggio, i due momenti di matrice erotica. La scena dello stupro perpetrato dal sicario sulla ragazza (Cristina Galbò) e l’incontro sessuale avvenuto tra gli attori Femi Benussi  ed Alessio Orano. Scelta singolare, forse per rendere meno ignobile, più lieve,  la visione dell’abuso carnale.
Mi piace pensare che Luigi Cozzi abbia voluto contrapporre alla crudeltà più efferata, quella dello stupro con l’aggravante della perdita della verginità, che una donna possa subire, l’amore libero, immediato e consapevolmente occasionale, per mostrare, sia pure in maniera riduttiva, banale, due volti dell’essere donna.
L’essere femminile che, tuttavia, nel film trova la vendetta.  Il personaggio di Laura ucciderà il killer e Norma, sia pure sotto forma di cadavere, sarà colei che farà si che il mandante, quindi il vero colpevole, resti incastrato.
Belle le scene esterne notturne, anche se non è mai chiara l’ambientazione; non si riesce a comprendere in quale città il film sia stato girato (Milano?).
Da sottolineare: la sequenza nella quale l’architetto Mainardi ed il killer si incontrano nella sala di un cinema che in quel momento sta proiettando l’opera d’esordio del regista Luigi Cozzi dal titolo “Il tunnel sotto il mondo” (un momento di cinema nel cinema) ; un oggetto: l’accendino che porta incise le iniziali D A che sembra siano un dichiarato omaggio al maestro Dario Argento; il volto spigoloso e assolutamente credibile nel ruolo dell’assassino dell’attore Antoine Saint-John.
Curiosità,  una mia personale percezione: dal momento del furto dell’auto da parte dei ragazzi fino forse all’arrivo alla casa al mare dell’omicida ho avvertito la netta sensazione  di guardare d’improvviso un altro film, come se avessi cambiato canale; come se la pellicola fosse stata sviluppata avvalendosi di una doppia sceneggiatura.
Frase da ricordare: “Andiamo Commissario, qui comincia a far freddo”.

Recensione a cura di:
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