Regia/Director: Ugo Liberatore
Sceneggiatura/Screenplay: Ugo Liberatore
Interpreti/Actors: Doris Kunstman (Nora), Laura Troschel (Carla), Rosemarie Dexter (Nancy), Bernhard De Vries (Marco), Giovanni Petrucci (farmacista), Efisio Cabras (Luca), Brizio Montinaro, Silvana Borc, Hans Jurgen Neuman
Fotografia/Photography: Leonida Barboni
Musica/Music: Giovanni Fusco
Costumi/Costume Design: Nadia Vitali
Scene/Scene Design: Massimo Tavazzi
Montaggio/Editing: Franco Fraticelli
Suono/Sound: Pietro Spadoni
Produzione/Production: Filmes Cinematografica, Franz Seitz Filmproduktion, München
Distribuzione/Distribution: Titanus
censura: 50832 del 09-02-1968
Altri titoli: Das Geschlecht der Engel
Dopo aver lavorato in tre film in qualità di sceneggiatore: “La guerra di Troia”, di Giorgio Ferroni (1961), “I crudeli”, di Sergio Corbucci (1967) e “Un minuto per pregare, un instante per morire”, di Franco Giraldi (1968), Ugo liberatore si butta sulla regia del primo “boat movie”, ovvero quel mini filone, nato appunto con questo film, in cui la vicenda si svolge interamente (o quasi) su una barca (yacht più o meno grandi) che ospita i protagonisti, solitamente tante belle donne e pochi uomini.
Seguiranno con fortune alterne, senza però mai raggiungere vette di epicità, “Top Sensation” di Ottavio Alessi (1968), “Interrabang” di Giuliano Biagetti (1969), ed “Ondata di Piacere” di Ruggero Deodato (1975). Liberatore, nel complesso, confeziona un film che funziona a metà, con un’idea di base accattivante, buone interpretazioni (in particolar modo quella della bionda dagli occhi di ghiaccio (Doris Kunstmann ) ed una gradevole colonna sonora curata da Giovanni Fusco, a dispetto però di troppi punti morti e di scelte narrative poco comprensibili, specialmente nella parte finale in cui un elemento importante della storia potrebbe dare una “botta di vita” al ritmo un po’ blando della pellicola.
Tre ragazze di buona famiglia,
Nora (Doris Kunstmann) Carla (Laura Treschol) e Nancy (Rosemarie Dexter), annoiate dalla monotonia borghese, in pieno
periodo di emancipazione sessantottina, decidono di comune accordo di partire insieme
con lo yacht del padre di Nora verso le coste Jugoslave per testare l’effetto
dell’ LSD su di esse. Dopo il rifiuto all’ultimo momento di un amico di Nora,
le ragazze incontrano ad una festa un ragazzo di nome Marco (Bernand de Vries),
uno studente in medicina e sub a tempo perso che, seppur fidanzato, si lascia
incuriosire dalla sfacciataggine di Nancy nel tentativo di sedurlo. La mattina del
giorno seguente le ragazze, alla guida dello yacht, si recano nel posto in cui
Marco pratica pesca subacquea e lo caricano in barca promettendogli di tornare
dopo poche ore. La verità è invece un’altra, Nancy convince Marco ad andare in
camera da letto sottobordo e li le ore passano veloci tra seduzione e sonno, al
suo risveglio Marco scopre di essere stato portato in Jugoslavia ed accetta
senza particolari rimostranze di partecipare al festino a base di LSD preparato
dalle ragazze per la sera stessa. Giunti a sera, l’idea delle ragazze si mostra
in toto, ovvero provare l’effetto dell’ LSD ed intanto registrare tutto ciò che
avviene durante il periodo di incoscienza che la droga produce per poi
ascoltarlo appena tornati a casa. Purtroppo non andrà tutto come previsto e
qualcuno si farà male, la paura ed il
rimorso in contraddizione con l’istinto di sopravvivenza e la risolutezza
saranno le chiavi che porteranno alla fine della vicenda.
Pellicola interessante questo “Il
sesso degli angeli”, un po’ come tutti i boat
movie a dir la verità. Saranno le location esotiche, sarà la tipologia
dell’intreccio che questo filone racconta, che vede i protagonisti in balia del
destino, obbligati ad affrontare la dura realtà ed il susseguirsi degli eventi,
però questo mini filone italiano esercita sul sottoscritto un certo fascino.
Ugo Liberatore racconta una storia che in partenza è interessante, ma un ritmo
troppo blando, soprattutto nella seconda metà del film, ed un finale poco
sfruttato (non posso dire di più) impediscono alle pellicola di innalzarsi dalla sufficienza come invece farà
il collega Giuliano Biagetti con il suo ben più frizzante “Interrabang” l’anno
dopo. Le protagoniste femminili (tutte poco formose, in controtendenza con il
futuro) hanno un buon potenziale, la migliore è sicuramente Doris Kunstmann che
si trova molto a suo agio nel ruolo di leader femminile del gruppo, prendendo
decisioni difficili e poco condivisibili. Bernand de Vries è abbastanza convincente (aiutato anche dal
doppiaggio), ma come playboy oggi farebbe abbastanza ridere con quel fisico
mingherlino. La colonna sonora di Giovanni Fusco, diretta da Bruno Nicolai, con
il suo tema principale (e le sue innumerevoli
varianti) è molto ascoltabile e piacevole, in più troviamo anche dei brani
cantanti come “Gli angeli non sono come
noi” di Roberta Piazzi, titolo quasi profetico e “Verde rosso giallo e blu” della band The Sorrows, che tratta il
tema degli effetti causati dall’assunzione di LSD.
In conclusione consiglio la
visione del film per una questione di cultura storica personale sui boat movies italiani di cui “Il sesso
degli angeli” è capostipite. Il film di Liberatore si attesta a pari merito con
“Top Sensation” di Alessi,
superandolo per quanto riguarda l’interesse del plot, ma perdendoci per quanto
riguarda caratterizzazioni dei personaggi e soprattutto le protagoniste
femminili: Edwige Fenech e Rosalba Neri sono molto difficili da battere.” Interrabang” invece, a parere di chi
scrive, è il miglior prodotto di questo breve filone italiano, perché
interessante e maturo sotto tutti gli aspetti. Ma di questo ne parleremo
un’altra volta…
Frasi e dialoghi da ricordare
Nora (Doris Kunstmann) : - “Quanti anni hai?”
Amico di Nora: - “25… Perché?”
Nora: - “Sei già dalla parte dei vecchi!”
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