Regia/Director: Ottavio Alessi
Soggetto/Subject: Lorenzo Ricciardi
Sceneggiatura/Screenplay: Lorenzo Ricciardi, Ottavio Alessi, Nelda Minucci
Interpreti/Actors: Maud Bellereche (Mudy), Maurizio Bonuglia (Aldo), Edwige Fenech (Ulla), Ruggero Miti (Tony), Rosalba Neri (Paula), Ewa Thulin (Beba), Salvatore Puntillo (Andro)
Fotografia/Photography: Alessandro D'Eva
Musica/Music: Sante Maria Romitelli
Costumi/Costume Design: Giuliana Serano
Montaggio/Editing: Luciano Anconetani
Suono/Sound: Ivo Benedetti
Produzione/Production: A.I.C.A. Cinematografica (Associazione Internazionale Cinema
Distribuzione/Distribution: Cineriz
censura: 53425 del 18-03-1969
Altri titoli: Sklavin ihrer Triebe
Top sensation (1969) di Ottavio Alessi è stato programmato alcuni anni fa, a notte fonda, come Prima TV sui circuiti Mediaset e si ricorda perché secondo quel che dice Marco Giusti su “Stracult” è il film più erotico della Fenech. Il critico romano giura che il film “è tagliatissimo” e che “c’è una scena dove una capretta lecca la Fenech proprio lì”. Può darsi che sia vero e che la versione che ho visto sia stata epurata di tante sequenze, però nella mia copia di Top sensation la capretta si limita a farsi fotografare accanto a una Fenech seminuda. Davide Pulici conferma su Nocturno Cinema e io devo credere per fede e per rispetto verso autori così celebri, da anni impegnati nella rivalutazione del cinema bis. In definitiva, non è così importante, perché siamo sempre di fronte a un prodotto senza pretese.
Il cast vede Edwige Fenech nella parte di Ulla, ma c’è pure Rosalba Neri che è una Paula scatenata in scene lesbo appena accennate (ma forse il resto è tagliato, come dice Giusti). Eva Thulin nei panni di Beba prende parte a una lesbicata a tre con la Neri e la Fenech, pure questa sfumata e solo intuita nella mia versione del film. Maud De Bellereche è una scrittrice erotica che negli anni Sessanta andava per la maggiore che recita la parte di una madre impegnata a difendere un figlio pazzo.
Ottavio Alessi ha lavorato nel cinema sin dal 1940 ricoprendo ruoli di aiuto regista e di sceneggiatore, ma come regista ha fatto solo Top sensation e Che fine ha fatto Totò Baby? (1964). Alessi è molto bravo come sceneggiatore e in tale veste lo ricordiamo con piacere ne Il Dio serpente (1970) di Piero Vivarelli o in Nero veneziano (1978) di Ugo Liberatore, ma come regista lascia a desiderare.
Il film è lento, prevedibile, monotono e soprattutto datato. Si tratta della classica pellicola fine anni Sessanta che ha come tema portante la storia di un ragazzo pazzo vittima della famiglia o della società. Ne sfornarono molte in quel periodo di contestazione e di scoperta della psicanalisi. I dialoghi sono lunghi e noiosi, soprattutto mal recitati, il montaggio è poco serrato. Si può vedere solo per la curiosità storica di scoprire una Fenech davvero insolita.
La storia vede la ricca Mudy (De Bellereche) che cerca di svegliare il figlio da una cronica timidezza verso le donne e viene aiutata nell’impresa da Paula (Neri) e da Ulla (Fenech). Fa parte del gruppo anche Aldo (Maurizio Bonuglia) che dirige le operazioni perché spera di ottenere come ricompensa una concessione petrolifera. L’azione si svolge tra un’isola semideserta abitata solo da un pastore di capre e sua moglie e lo yacht di Mudy. Tony è il figlio timido che palesa subito grossi problemi di dissociazione della personalità quando tenta di far scoppiare la dinamite sullo yacht. Arrivati all’isola, Tony si invaghisce di Beba (Thulin) e Aldo la fa salire sulla nave perché pensa che sia in grado di sbloccare il giovane. Andro (Salvatore Puntillo), il marito di Beba, segue la moglie e viene piacevolmente intrattenuto prima da Paula, poi da Ulla e infine da tutte e due le ragazze contemporaneamente. Le scene erotiche vedono una Neri scatenatissima, ma anche la Fenech si dà da fare mostrando spesso il seno nudo. A bordo dello yacht Beba e Andro vengono fatti ubriacare e sfruttati secondo le necessità dei ricchi borghesi.
Alessi tenta una critica sociale in linea con i tempi quando i ricconi uccidono le capre per puro divertimento e monetizzano il delitto. I vizi della borghesia sono stigmatizzati pure dal comportamento arrogante di Aldo e delle due donne, che considerano Andro e Beba solo due poveri pastori da utilizzare e gettare via. La borghesia modifica in negativo i costumi e le vite semplici di due poveri pastori, il denaro e il sesso sono due corruttori per eccellenza. Andro viene eccitato e spinto al tradimento dalle due donne viziose e la moglie è truccata come una borghese, spinta nel letto di Paula e di Ulla e infine tra le mani di un folle ragazzo.
Tony infatti si rivela non solo imbranato ma anche pazzo, visto che durante il rapporto strangola Beba e la uccide. Aldo e le tre donne non sanno fare di meglio che ammazzare anche Andro freddandolo con un colpo di fucile. Il finale è un crescendo melodrammatico che vede Tony strangolare la mamma e mormorare più volte: “Io li odio. Li odio tutti”. Si mette al timone e chissà dove condurrà Aldo, Ulla e Paula. La parola fine ci lascia questo dubbio. Sullo sfondo del mare campeggia la frase dell’Ecclesiasta (7.16): “Non ti mettere in compagnia dei peccatori e ricordati che l’ira non tarderà”.
Per quel che riguarda Edwige Fenech diciamo che è doppiata molto male ma che è bella a vedersi e che la sua presenza riempie la scena. Indossa vestiti corti e colorati, costumi sensuali molto scosciati per l’epoca e abiti bianchi con cappellini da marinaio davvero intriganti. Recita anche diverse scene erotiche che però vengono sfumate sempre sul più bello e non so dire se si tratta di scene tagliate o se il film è proprio questo. La parte delle foto insieme alla capretta è sensuale e maliziosa ma anche qui ci si ferma al momento giusto (oppure no, dipende dalle versioni).
Rosalba Neri non è da meno della Fenech e con quel suo sguardo malizioso e conturbante lascia più volte interdetto il povero pastore. La Neri indossa un costume nero molto sexy ed è ottima pure nelle parti lesbiche con la Thulin, la Fenech e la De Belleroche.
Per vedere qualche sequenza di Top sensation:
Recensione a cura di:
Gordiano Lupi
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
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