Regia/Director: Salvatore Samperi
Soggetto/Subject: opera
Sceneggiatura/Screenplay: Renato Pozzetto, Aurelio Ponzoni [Cochi], Sandro Parenzo
Interpreti/Actors: Renato Pozzetto (soldato tonto), Lino Toffolo (soldato sognatore), Cochi Ponzoni (generale), Teo Teocoli (capitano), Felice Andreasi (sergente Otto/Il papa), Massimo Boldi (soldato milanese), Guerrino Crivello, Enzo Robutti (prof. Nadar, psichiatra), Corinne Cléry (attrice/moglie/donna della villetta), Jean-Pierre Marielle (milite Ignoto), Maurizio Bonuglia (presentatore del film di guerra), Plinio Fernando (chirurgo), Franco Agostini (soldato meridionale), Francesco D'Adda (rappresentante d'auto), Gianfranco Bullo (infermiere "Dracula"), Emilio Lo Curcio (scippatore), Ronaldo Bonacchi, Enrico Abate, Judith Ashton, Gianni Baghino, Paolo Baroni, Giovanni Camponeschi, Francesco Comegna, Enea Dolcenotte, Francesco Fassina, Massimo Fedele, Sandro Ghiani, Mario Granato, Antonio Jacono, Licinia Lentini, Pier Antonio Martini, Luigi Onorato, Enrico Papa, Vito Pecori, Gianni Santamaria, Umberto Smaila, Francesco Volpi, Antonio Zaro
Fotografia/Photography: Giuseppe Rotunno
Musica/Music: Enzo Jannacci
Costumi/Costume Design: Uberto Bertacca
Scene/Scene Design: Uberto Bertacca
Montaggio/Editing: Sergio Montanari
Suono/Sound: Massimo Loffredi
Produzione/Production: Irrigazione Cinematografica, Julia Cinematografica - Produzioni Cinematografiche e Televi, Films Jacques Leitienne, Paris
Distribuzione/Distribution: C.I.D.I.F.
censura: 69460 del 11-12-1976
Avente come soggetto le strisce comiche di Bonvi e una sceneggiatura scritta, tra gli altri, dal duo comico Cochi e Renato, Sturmtruppen è il secondo lavoro di Salvatore Samperi nell’annata del 1976, seguente a Scandalo. Il film, dalla trama flebile se non quasi inesistente, picaresco nel parodiare il genere di formazione, satirico nell’anti-militarismo, ha una struttura sorretta dal dipanarsi di brevi sketch comici, a volte persino brillanti. Gli episodi, sebbene autonomi nella loro compiutezza, fanno però parte di una impalcatura formale di più largo respiro tenuta assieme da una sequenzialità autoreferenziale.
Per cui vari motivi si rincorrono tra i vari episodi assicurandone la linkability interna: da una straniante versione di Marx, a un Dracula/Christopher Lee financo allo spinello. Il grosso del lavoro è comunque affidato alle caratterizzazioni dei tipi militari che hanno il viso, oltre che dei già citati Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni, di parte di quella nuova generazioni di comici, di impostazione cabarettistica, che spadroneggeranno per almeno un ventennio negli schermi italiani; parliamo di Massimo Boldi, di Umberto Smaila con la sua poco più che comparsata, di un Teo Teocoli in splendida forma e di Lino Toffolo che aveva già collaborato con Samperi nelle sue satire di costume Un’anguilla da 300 milioni (1971) e Beati i ricchi (1972). All’appello anche Corinne Cléry, e lo stesso Bonvi regala un cameo in un paio di episodi. Tornando allo spinello, Sturmtruppen (tanto il fumetto quanto la pellicola) è un testimone storico di quella conflittualità generazionale formatasi nel ’68 e che da lì a poco avrebbe dato il suo ultimo sussulto di vita ma è anche un fondamentale tassello nella parabola artistica di Samperi la cui critica antiborghese, iniziata sulla falsa riga di Bellocchio con Grazie zia (1968), si era già interrotta nel 1973 con Malizia. Sturmtruppen pertanto segna il suo ultimo ritorno a un certo impegno politico. È ragionevole credere, difatti, che Samperi, dato il personaggio, volesse, anch’egli, raccontarci, sotto la copertura della trasposizione filmica di un fumetto di successo, la sua posizione. Lo fa però, per certi versi, fuori tempo massimo - ben altra considerazione meriterebbe se solo avesse anticipato di un lustro la sua satira anti-militaristica. Ed inoltre alla fine tutto puzza di vaccino, per come lo intendeva Barthes in quel monumento che è I miti d’oggi.
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