L'UOMO PUMA (1980)

 

Regia/Director: Alberto De Martino
Soggetto/Subject: Alberto De Martino
Sceneggiatura/Screenplay: Massimo De Rita
Interpreti/Actors: Walter George Alton (Tony Farmes), Donald Pleasence (Kobras), Miguel Angel Fuentes (Vadinho), Sidne Rome (Jane Dawson), Benito Stefanelli, Guido Lollobrigida, Peter Cellier, Geoffrey Copleston
Fotografia/Photography: Mario Vulpiani
Musica/Music: Renato Serio
Costumi/Costume Design: Mario Giorsi
Scene/Scene Design: Antonio Visone
Montaggio/Editing: Vincenzo Tomassi
Suono/Sound: Roberto Alberghini
Produzione/Production: ADM Films Department, Deantir
Distribuzione/Distribution: Metropolitan
censura: 74750 del 08-02-1980
Altri titoli: The Puma Man, Der Puma Man

Un’antichissima maschera d’oro donata agli aztechi da visitatori giunti dallo spazio entra in possesso del terribile Kobras (Donald Pleasence), pronto a sfruttarne i poteri ipnotici al fine di plagiare la mente degli uomini e diventare così il padrone del mondo.
Per contrastare il male e rintracciare l’ultimo discendente degli Uomini Puma, la stirpe di uomini dotati di superpoteri che prende origine dall'unione del dio Bianco extraterrestre e una donna terrestre, viene mandato sulla Terra un emissario del bene, Vadinho (Miguel Angel Fuentes) che scoverà l’Uomo Puma in un insospettabile paleontologo londinese, Tony Farmes (Walter George Alton). Vadinho convincerà l’incredulo paleontologo ad indossare un’antica cintura che gli dà diversi poteri - quello di volare, di passare attraverso i muri, la forza degli artigli di un puma nelle dita, la vista a raggi x, una specie di sesto senso, ma non l’invulnerabilità - grazie ai quali, il nostro eroe riuscirà nell’ardua impresa di sconfiggere il malvagio Kobras - e anche di coronare la love story con la bella Jane Dobson (Sydne Rome)
Sull’onda del successo di Superman, Alberto De Martino confeziona questo Uomo Puma con gran dispendio di mezzi (si parla di oltre un miliardo di budget) e piuttosto convinto della riuscita. Il film, purtroppo, entrerà negli annali del nostro cinema di genere, e non solo, come uno dei film più disastrosi mai realizzati. Lo stesso De Martino, in una intervista a Stracult, ha ricordato i giorni immediatamente successivi all’uscita del film come tra i più difficili della carriera, vissuti nell’imbarazzo di vedere togliere il film dalla sale nella prima settimana e il concreto timore di vendere la casa.
Anche se l’idea di sfruttare le teorie della discesa degli extraterrestri nell’America Latina e di fonderla con la tradizione supereroistica americana non è malvagia, la sceneggiatura risulta molto debole e complici effetti speciali poi non proprio riuscitissimi (ok, c’è anche chi li ha chiamati abominevoli) e una recitazione piuttosto scadente – si salvano forse il solo Donald Pleasance e  Miguel Angel Fuentes – il film si sfilaccia molto presto. Non manca tuttavia una certa ironia nei dialoghi, che di tanto in tanto risolleva gli animi, ma la tensione è così impalpabile (e stiamo parlando di un film d’azione) che ben presto ci si rende conto che a essere temerarie non sono tanto le imprese dell’Uomo Puma, ma la credibilità dell’intera operazione di De Martino, tanto che il motivetto suggerito dalla colonna sonora di Renato Serio a tratti risulta involontariamente canzonatorio.
Il film in Italia non farà una lira, ma l’inizio degli anni ottanta segna una crisi di pubblico per tutto il cinema di genere italiano che aveva trionfato  nelle sale nei due decenni d’oro, gli anni sessanta e i settanta, prendendo in contropiede produttori e cineasti ‘Non l’abbiamo capito subito, s’è capito dopo’ dirà De Martino. Un film in un certo modo sintomatico che farà scrivere a Giusti: ‘Con ‘L’uomo puma’ crolla tutto un cinema commerciale medio che era stato la forza della produzione italiana’.
Ma dove finisce il film… L’Uomo Puma, pur essendo considerato uno scempio un po’ ovunque, riacquista finanziariamente un certo terreno sul mercato estero  - ‘Non so se si può proprio definire un insuccesso…’ dirà il regista-produttore – e grazie alla presenza di Fuentes, incassa abbastanza bene in Messico e nei paesi dell’America Latina. Nel tempo poi continua a godere di una certa notorietà naif: la serie 'Mystery Science Theater 3000', programma di culto della tv statunitense che andava a recuperare e ad analizzare vecchi film di fantascienza, evidenziandone difetti e debolezze, lo fa a brandelli, ma ne accresce la popolarità tanto che la puntata caricata un paio d’anni fa su youtube ad oggi ha avuto più di 200.000 visitatori (e c’è pure chi lo ritiene il miglior episodio della serie).
Piccole note conclusive: l’attore Walter George Alton, all’epoca accreditato di una sola partecipazione in ‘10’ di Blake Edwards, abbandonò ben presto la carriera di attore per dedicarsi a quella di avvocato; nel film, oltre a Silvano Tranquilli e  Geoffrey Copleston davvero al minimo sindacale, annoveriamo tra gli sgherri di Kobras, un caratterista caro agli estimatori di Fernando Di Leo, Omero Capanna; in diversi siti specializzati, il film ha una valutazione molto alta nella sezione 'ridicolaggine degli effetti speciali' che trovano il loro culmine nelle scontro tra l'Uomo Puma e l'elicottero di Kobras.

Infine alcune frasi dal film:
‘A volte c’è più verità nelle leggende che nella storia’
‘Tu Uomo Puma’ ‘No, io Uomo Incavolato e se non te ne vai ti spacco la testa!’
‘Insegnami qualche bella parolaccia in Indio, Vadinho, le mie le ho finite tutte’
‘Ogni uomo è dio, ogni uomo è libero’
‘Non ho visto nessuno fare l’amore nell’aria!’ ‘Ma è così che nascono i piccoli uomini puma’

Recensione a cura:
Carlo Giustiniani | Crea il tuo badge

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