LA CANZONE DELL'AMORE (1930)



Regia: Gennaro Righelli
produzione: Cines (1930)
soggetto: liberamente tratto dalla novella "In silenzio" di Luigi Pirandello
sceneggiatura: G. Righelli, Giorgio C. Simonelli
direttori della fotografia: Ubaldo Arata, Massimo Terzano
musiche: Cesare A. Bixio, Armando Fragna dirette da Pietro Sassoli
(la canzone "Solo per te Lucia" è di C.A. Bixio)
montaggio: G. Righelli
scenografie: Gastone Medin, Alfredo Montori
direttori di produzione: Giuseppe Mari, Romolo Laurenti
aiuto regista e aiuto montaggio: Leo Menardi
assistente regia: Ferdinando M. Poggioli
fonici: Piero Cavazzuti, Vittorio Trentino, Giovanni Paris
trucco: Willy Miller, Franz [Francesco] Sala
interpreti: Dria Paola [Pietra Giovanna Pitteo] (Lucia), Isa Pola [Maria Luisa Betti di Montesano] (Anna), Elio Steiner (Enrico), Mercedes Brignone (la governante), Camillo Pilotto (Alberto Giordani, il padre), Olga Capri (la padrona di casa), Fulvio Testi (Giocondo), Nello Rocchi (il piccolo Marietto), Ernesto Sacripante, Emilia Vidali, Franz Sala, Amerigo Di Giorgio, Renato Malavasi, Nino Altieri, Gino Mercuriali, Geni Sadero.
Annotazioni: Durata: 94' (metri 2.580). Distribuito dalla Società Anonima Stefano Pittaluga. Girato, in interni, negli stabilimenti Cines.

Del film furono realizzate contemporaneamente le versioni francese e tedesca. La prima (La dernière berceuse)   fu diretta da Jean Cassagne, la seconda (Liebeslied) da Constantin J. David. Entrambe le versioni furono supervisionate da Gennaro Righelli. Visto di censura n. 26027 del 30.9.1930
Passato alla storia come il primo film sonoro italiano (ovvero con parole, musica e rumori). Ma è falso. In realtà fu il primo film sonoro ad essere proiettato in pubblica sala (il Supercinema di Roma, in data 7.10.1930). Il primato spetta a "Resurrectio" di Alessandro Blasetti, girato alcuni mesi prima ma poi messo a prender polvere per molto tempo (fu distribuito soltanto nel giugno 1931). Entrambi i film furono prodotti dalla Cines, ma padron Stefano Pittaluga ritenne quello di Righelli più commerciale.

Una curiosità: contemporaneamente alla realizzazione di questi due film sonori, negli U.S.A. una produzione tutta italiana (tecnici e attori, fra cui Alberto Rabagliati) mise in cantiere "Sei tu l'amore" (anche questo, naturalmente, sonoro) che sugli schermi d'oltreoceano apparve il 14.11.1930, quindi poco più di un mese dopo La canzone dell'amore.
Il film ebbe, prevedibilmente, un eclatante successo, nonostante le sale attrezzate alla bisogna fossero ancora poche. Si narra di file chilometriche di gente che attendeva pazientemente il proprio turno per assaporare, al non proprio modico costo di 1,5 lire (lo stesso di un chilo di pane), la nuova meravigliosa invenzione. Gennaro Righelli, ai tempi quarantacinquenne, aveva alle spalle una lunghissima carriera - iniziata nel 1912 - ed era uno dei più prestigiosi metteur en scène italiani. Per questo film non si fece mancare nulla. Chiese e ottenne tutti i migliori tecnici a disposizione e i risultati furono notevolissimi: il bianco e nero di Arata e Terzano magnifico e il suono veramente prodigioso, limpido e pulito. Riuscì anche nella non facile impresa di far "recitare" gli attori, molti di loro abituati, per via del muto, soprattutto a muoversi (e dimenarsi) per rendere più credibile l'azione e la situazione. Gran merito anche quello di aver fatto esordire due giovanissime: Dria Paola e Isa Pola, che se la cavarono egregiamente.
Il soggetto trae spunto dalla novella "In silenzio" di Luigi Pirandello (sembra una involontaria ironica e un po' comica contraddizione...) e narra una storia che necessita di fazzolettoni di cotone per soffiarsi il naso e asciugare le inevitabili lacrimucce (i kleenex ancora non esistevano).
Enrico, un musicista, ama, ricambiato, Lucia che ha conosciuto in conservatorio. Un brutto giorno la ragazza riceve un telegramma dalla madre che la implora di recarsi al suo capezzale, presagendo vicina la sua fine. Quando Lucia arriva la madre è già morta di parto, dopo aver dato alla luce un bambino, frutto di una relazione clandestina. La figlia decide di tenere con sé il frutto del "peccato", ma il sospettoso fidanzato si convince che invece il bambino sia della sua ragazza. Lucia, per onorare la memoria della madre, pur consapevole dei rischi che corre, glielo lascia credere. Dopo alcuni anni si fa vivo il padre del piccolo che lo riconosce e lo porta via. A questo punto Enrico si ricrede e torna con Lucia, non prima di averle chiesto perdono, che lo accetta. Nozze alle porte.
Della novella di Pirandello resta poco o nulla e anche se non l'avessero citato nei titoli di testa nessuno se ne sarebbe accorto. Sorvoliamo sui moralismi d'accatto, sui ruoli della donna nella società anni Trenta e sul maschilismo imperante. Altri tempi.
Volendo, da riscoprire, anche per rendersi conto di quale fosse il cinema del "ventennio", dove era rigorosamente proibito far pensare ma, quando possibile, far sognare vite con principessine ungheresi o con uomini simpaticamente mascalzoni. E i guai erano solo degli altri.

Recensione a cura di:
Roberto Poppi | Crea il tuo badge

Commenti

salvo salerno ha detto…
Beh! che dire? molto interessante leggere della storia del cinema e del primo sonoro italiano, anzi, dei primi, certo il film va visto per curiosità e per respirare un pò dei tempi che furono. Vedremo di trovarlo. Sulla recensione e la scheda completa del film si avverta la mano del professionista e del narratore, l'apprezzatissimo Roberto Poppi, piacevole nella lettura e delicato nell'esposizione della cronaca cinematografica di quel tempo. Alla prossima, speriamo al più presto.