SCEMO DI GUERRA (1985)



Regia/Director: Dino Risi
Soggetto/Subject: opera
Sceneggiatura/Screenplay: Agenore Incrocci [Age], Furio Scarpelli, Dino Risi
Interpreti/Actors: Michele Colucci [Coluche] (cap. Oscar Pilli), Beppe Grillo (s. ten. Marcello Lupi), Bernard Blier (com. mag. Bellucci), Fabio Testi (ten. Giovanni Bodda), Claudio Bisio (ten. Pintus), Franco Diogene (cap. Nitti), Sandro Ghiani (Efisio Puddu), Guido Nicheli (Rossi), Tiziana Altieri (Fatma), Gianni Franco (Cerioni), Geoffrey Copleston (comandante tedesco), Nicola Morelli (colonnello psichiatra), Antonella Di Marco (prostituta), Alessandra Vazzoler (Lola)
Fotografia/Photography: Giorgio Di Battista, Giorgio Di Battista
Musica/Music: Maurizio De Angelis, Guido De Angelis
Costumi/Costume Design: Silvio Laurenzi, Livia Del Priore
Scene/Scene Design: Giuseppe Mangano
Montaggio/Editing: Alberto Gallitti, Arlette Langmann
Suono/Sound: Georges Prat
Produzione/Production: International Dean Film, Films A.2, Paris, Renn Productions, Paris
Distribuzione/Distribution: Titanus
censura: 80761 del 25-07-1985
Altri titoli: Le fou de guerre

Nel 1985 Beppe Grillo partecipa a un film controverso e di forte impatto, per la regia di Dino Risi. “Scemo di guerra” è l'emblema della stupidità della guerra e della persistenza dell'incomprensione fra gli uomini. Grillo è il sottotenente Lupi, aspirante psichiatra, appena arrivato sul fronte africano, durante la Seconda Guerra Mondiale. Bernand Blier è il caporeparto dei medici sul fronte   Maggiore Beluschi che non vede l'ora di andare via per raggiungere l'amata che lo aspetta in Italia e alla fine ce la fa.
A sostituire il maggiore è il comandante Pilli, interpretato da Coluche, e da qui inizieranno i problemi. Pilli infatti ha dei problemi di nervi, è morta sua madre da un paio di mesi e ha avuto un forte shock. E' un gerarca impazzito che impartisce severe punizioni e ha comportamenti inusuali, come credere di aver il potere di far sorgere il sole. Non è proprio quello che ci si aspetterebbe da un capo reggimento. Grillo assieme ai suoi compagni, tra cui uno scafato Fabio Testi, decide di far recapitare una lettera anonima ai loro superiori informandoli dell'inadeguato ruolo che Pilli ricopre. Intanto arrivano sul campo i primi feriti della guerra. Pilli è un medico ma non ha più le competenze per operare, nonostante questo mette le mani su un corpo ferito. Inevitabile la morte, recide un'arteria e il paziente ha la peggio. Finalmente Pilli viene destituito dell'incarico. Grillo ritroverà il suo ex comandante un anno più tardi, in una casa del vizio, a fare i lavori domestici. Lo trova apparentemente cambiato, pentito dei suoi gesti, ammettendo le sue esagerazioni, tormentato dal voler tornare in guerra. Il tempo passa e Grillo è di nuovo al fronte,  gli italiani combattono al fianco dei tedeschi per sconfiggere gli inglesi. I britannici hanno la meglio e intimano gli avversari di lasciare il loro appostamento, se no verranno uccisi. Gli italiani stanno per sbaraccare quando arriva Pilli, ristabilito del suo incarico. E' furente, lui vuole fare la guerra, è lì per questo. Da solo avanza verso gli inglesi con una mina in mano, urla una frase che diverrà celebre nel panorama politico odierno: “Siete circondati! Arrendetevi”. Le pallottole vanno a segno colpendo “lo scemo di guerra”. La pellicola si conclude con i funerali di Pilli, fatti in fretta e furia perché gli inglesi stanno per aprire il fuoco. Beppe grillo. Protagonista di questo film svela le contraddizioni proprie dell'animo umano in un panorama che può essere benissimo quello della guerra, come in questo caso, ma è rapportabile anche al nostro quotidiano. Il paradosso che sin dai tempi di Caligola, quando l'imperatore volle eleggere a senatore il suo cavallo, così al generale  Pilli, totalmente incapace di governare, si è affidato l'incauto compito di comandare il suo reggimento medico. All'inizio le gag, le burle che provoca ai danni dei suoi cadetti fanno ridere, scatenano l'ilarità, i problemi arrivano quando il comandante vorrà far vedere nel concreto che è capace di fare qualcosa. Quando? Quando in sala operatoria vuol far vedere a tutti i costi che è in grado di salvare un uomo, mentre invece ne provocherà la morte. Mai come ora questo film mostra l'inadeguatezza di chi non è capace a fare il proprio compito perché non ne ha le capacità. Esempi come il comandante Schettino, oppure la compravendita delle lauree o ancora amministrazioni fallite perché non in grado di fare il proprio lavoro, sono tutti esempi che chi è messo lì per comodo e non per capacità fa più male che bene. Il film è un anticipo della situazione attuale di oggi, Grillo sì o Grillo no? Ha le competenze per fare il politico? Magari non subito, forse se le farà, d'altra parte la competenza dei politici per adesso no ha tanto agevolato il Paese, sta di fatto che il film di Dino Risi mostra profeticamente i concetti chiave del mattatore. Lo smascheramento effettivo di chi è in grado e chi non è in grado, le battute sfolgoranti come “Siete circondati! Arrendetevi!”, agli inganni tipicamente italiani come essere al più presto spostato dal proprio posto di lavoro, vedi il maggiore Beluschi, senza aver timore di lasciare nel guado gli altri e provocando implicitamente dei morti. Infatti se il maggiore  Beluschi non se ne fosse andato, Pilli non avrebbe preso il potere. Un film apparentemente ingenuo, in realtà mostra tutta la sua vena provocatrice, come soltanto da un giovane Grillo si poteva aspettare. 

Recensione a cura di:
  Francesco Basso | Crea il tuo badge

(articolo pubblicato sul mensile di Sanremo L'Eco della Riviera n° 2, Aprile/Maggio 2013 con il titolo: ARRENDETEVI! SIETE CIRCONDATI - Scemo di guerra: lo slogan di Grillo è un film)

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