- PER UNA MANCIATA D'ORO (1965) di Carlo Veo [Charlie Foster] - recensione del film


PER UNA MANCIATA D'ORO (1965) di Carlo Veo
Chissà che faccia avranno fatto gli spettatori in sala quando davanti a loro non si sono trovati il film western che credevano di essere andati a vedere ma un film di avventura con tanto di Tarzan nostrano. Perché la pellicola in questione, al di là del titolo forviante, è ambientata nella giungla e non nelle praterie del Nord America, e il protagonista non casualmente si chiama Tarzak. Ma quando uscì nei cinema, la produzione trovandosi tra le mani un’opera che non trovava più riscontro tra i gusti del pubblico, nell’inseguire la moda del momento cercò di camuffare il più possibile le carte in tavola. La pellicola fu presentata con un titolo e locandine che rimandavano concettualmente al nascente genere che aveva catalizzato i gusti del pubblico, lo spaghetti-western.
Per una manciata d’oro di fatto è il seguito di un precedente film girato sempre da Carlo Veo, intitolato Tarzak contro gli uomini leopardo (1964), ma al momento della sua distribuzione tutti i riferimenti all’uomo della giungla vengono occultati, il nome Tarzak sparisce dal titolo e si opta per uno che fa il verso alla pellicola diretta l’anno precedente da Sergio Leone, di conseguenza prendendo come riferimento Un pugno di dollari si arriva a coniare Per una manciata d’oro. Inoltre, con tutto che è il protagonista, Tarzak sparisce anche dalle locandine (vedere quelle riportate in questa pagina) incentrando le stesse su quelle scene che come detto potevano ingannare un potenziale spettatore poco attento.
PER UNA MANCIATA D'ORO (1965)
 di Carlo Veo
Girato almeno in parte nel parco nazionale della Somalia, come evidenziato nei titoli di testa, la storia si ambienta ai nostri giorni o per meglio dire all'epoca delle riprese. Non ci viene detto il luogo preciso dove questa si svolge ma ci viene fatto capire che siamo in una colonia inglese in Africa. La trama vuole che Fred, interpretato da un cinico Luigi Batzella che all'epoca ancora era passato dietro la macchina da presa, abbia nascosto in una miniera un grande quantitativo di lingotti d'oro (e non semplicemente una manciata) e con questi sta finanziando un gruppo di mercenari indigeni per portare scompiglio tra i villaggi della savana. Sulle sue tracce c'è Nelson che vuole mettere le mani su cotanta ricchezza e per farlo si fa aiutare da un gruppo di galeotti che libera dai lavori forzati. In questo contesto troviamo Tarzak che grazie al suo carisma riunirà gli uomini provenienti dai vari villaggi e li guiderà per riportare la pace nella regione.
A differenza del primo film (clicca qui per leggerne la recensione) c'è un'evoluzione nello svolgimento della trama, con più avventura e colpi di scena e anche la caratterizzazione dei singoli personaggi è più accurata, ma ciò non salva il film dai numerosi difetti che ne compromettono la qualità. Tra questi ci sono diversi passaggi narrativi non sempre pienamente comprensibili. L'azione in ogni caso non manca, la battaglia finale dove si vedono contrapposti gli uomini di Tarzak a quelli di Nelson rimanda molto stilisticamente al genere western con tanto di attacco al forte e con le musiche di Felice di Stefano che immergono ancora di più lo spettatore in questo genere di riferimento.
Se in Tarzak contro gli uomini leopardo ad interpretare il nostro uomo della giungla avevamo l'attore Ralph Hudson, culturista con un fisico che si prestava più al peplum, in questo secondo episodio è sostituito da Mario Novelli più adatto al ruolo. Però il vero mattatore del film è Nelson, l’antagonista del nostro eroe, interpretato in tutta la sua cattiveria da Brad Euston nome d’arte di Ettore Elio Aricò, attore occasionale qui al suo esordio. Lo ritroveremo, come protagonista, diversi anni dopo in Mania (1973) di Renato Polselli nel doppio ruolo del Prof. Brecht e Germano.

Regia: Carlo Veo [Charlie Foster]; Soggetto: Carlo Veo [Charlie Foster]; Sceneggiatura: Carlo Veo [Charlie Foster]; Interpreti: Mario Novelli [Anthony Freeman] (Tarzak), Brad Euston (Nelson), Guglielmo Spoletini (Kim), Alfredo Rizzo (medico), Luigi Batzella [Paolo Solvay] (Fred), Rossana Canghiari (miss Mallison), Mario Pasquini (Joe), Aldo Bonamano (sergente), Franco Pasquetto, Sergio Sagnotti, Anthony Devi; Fotografia: Ugo Brunelli; Musica: Felice Di Stefano; Costumi: Loredana Longo; Scenografia: Giuseppe Ranieri; Montaggio: Mariano Arditi; Suono: Franz Croci [Francesco Croci]; Produzione: P.C.F. - Produzioni Century Film; Distribuzione: Indipendenti Regionali; censura: 45613 del 01-09-1965.

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