- MUFFE - ILFILM (2015) di Guillermo Giampietro - recensione del film

Muffe - il film


Regia/Director: Guillermo Giampietro
Soggetto/Subject: trasmissione radiofonica “Escuchame”
Sceneggiatura/Screenplay: Giovanni Paronuzzi, Giovanni Pianigiani, Samuel Codarin, Diego Porporati
Interpreti/Actors: Samuel Codarin (Dr. Fugalli e meditatore), Giovanni Paronuzzi (Raffaello Ciprio), Lara Baracetti (infermiera e Margherita Antivulgaris), Diego Porporati (tecnico dell’immaginario), Valentina Tonchella (Lia Umidin), Franco Bulli (addetto Clinica Pozzo Senza Fondo), Ivan Bormann (addetto Clinica Pozzo Senza Fondo), Patrizia Scuratti (dott.ssa Fabris), Marina Colja (portavoce del Circolo di poetesse Mimì Ardou), Giovanni Pianigiani (Morfeo), Erika Cej (fantasma), Stefan Paronuzzi (fantasma), Ferdinando Samonà (fantasma), Guillermo Giampietro (fantasma), Francesco Demundo (fantasma con valigia), Alessandro Parentin (meteorologo), Mariano Guzman (fantasma), Gabriela Giampietro (fantasma), Stefano Dongetti (amico Luigi)
Fotografia/Photography: Aldo Tonti
Musica/Music: Guillermo Giampietro e “Il titolare ignoto”
Costumi/Costume Design: Inglobante Universale
Scene/Scene Design: Guillermo Giampietro
Montaggio/Editing: Guillermo Giampietro
Suono/Sound: Guillermo Giampietro
Produzione/Production: Inglobante Universale Produzione

L’ambiente dal quale nasce “Muffe – il film” è un insieme di artisti, filosofi e matti "veri". Il soggetto dell'opera prende spunto dalla trasmissione radiofonica, "Escuchame", trasmessa da Radio Fragola, all'interno di quella che fu la “rivoluzione Basagliana” della salute mentale. Il programma radiofonico è diretto dal regista stesso del film, Guillermo Giampietro,  insieme a Lara Baracetti, e buona parte dello staff di "Escuchame" è stato coinvolto nella realizzazione della pellicola.

Il film, prodotto a budget zero (o quasi), è stato presentato in anteprima al “Trieste Science+Fiction - Festival della fantascienza” nel novembre del 2015. Lo sceneggiatore è invece Giovanni Paronuzzi, al quale hanno dato una mano Samuel Codarin, Diego Porporati e il regista triestino Giovanni Pianigiani. Quest'ultimo ha anche collaborato alla regia, ed appare nel film in una piccola parte dove interpreta il personaggio di Morfeo.
Il film narra che in un futuro prossimo (o parallelo? o forse siamo dentro il sogno di qualcuno?) la società è governata dittatorialmente da un Centro di Documentazione Suprema che controlla e gestisce la vita dei cittadini dalla A alla Z. Ovviamente c’è un gruppo segreto di opposizione, l’Inglobante Universale, che cerca di cambiare lo status quo. In più sono in arrivo dal cielo delle misteriosissime muffe a forma sferica. Muffe che in realtà sono esseri senzienti. Forse appartengono ad una civiltà più avanzata della nostra.  
Come si può facilmente dedurre dalla trama, ci troviamo di fronte ad un'opera che si rifà alla fantascienza d’autore. Genere  che, negli gli anni 70 e 80, negli ambienti del cinema underground italiano, aveva visto la sua nascita e il suo massimo fulgore. Fanta-politica piena di metafore sul Potere (quello con la P maiuscola, per intenderci…) che, viste oggi, in alcuni casi rimangono attuali, in altre si rivelano drammaticamente datate. Nel film dell’argentino Giampietro le muffe rappresentano la contaminazione, e forse propongono una metamorfosi. Contaminazione e metamorfosi: accadimenti che il Potere osteggia in tutti i modi, per paura di perdere la sua influenza sui cittadini, sul popolo. Ma anche i cittadini stessi sono terrorizzati dall’idea di cambiare e di trasformarsi in qualcosa di “altro”, di diverso, di nuovo. “Muffe – il film” ondeggia candidamente dall’avanguardia al trash in ogni fotogramma. Il budget, come già detto, è prossimo allo zero. I tantissimi effetti speciali in computer grafica sono molto naif. Alcuni sono tremendamente, e volutamente, trash.  In particolare le muffe sferiche che infestano il cielo strappano più di una risatina per la loro discutibile fattura. Si ride invece di gusto quando più volte un orecchio mozzato attraversa lo schermo. Moltissime sono le sequenze “da trip”: alcune potentemente trash, altre invece sono di discreta fattura. Molti effetti speciali sono così pacchiani che è impossibile pensare che non siano una precisa scelta registica di Giampietro. Non tutto però è riconducibile alla sfera trash. Le scene girate in riva al mare e quelle nel centro di Trieste hanno un loro fascino “alienante".
Curiosa e azzeccata è la location della sede dell’Inglobante Universale, una discoteca trasformata in una tana futuristica dei “partigiani inglobanti”. Le interpretazioni degli attori invece sono alquanto mediocri: difetto che, vista la natura del progetto, è ampiamente giustificabile. “Muffe – il film” è tutto sommato un film più che dignitoso. Assolutamente consigliato agli amanti delle stravaganze cinematografiche.

Recensione a cura di
Massimo Bezzati

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