- FEMI BENUSSI: INTERVISTA ALL'ICONA SEXY DEGLI ANNI 70 ( da La Stampa del 14 novembre 1977)


Femi Benussi
Senza ombra di dubbio è stata, ed è ancora, uno dei personaggi più sfuggenti del cinema italiano. Non che sia l'unico caso, ma qui stiamo parlando di un'attrice che nella sua carriera ha partecipato a più di 80 pellicole. Femi Benussi fu per il cinema italiano una delle icone indiscusse della commedia sexy. Trovare il suo nome in evidenza sulle locandine cinematografiche era una cosa molto ricorrente nella prima metà degli anni 70. E con tutto che non passava inosservata, intorno alla sua figura c'è sempre stato un alone di mistero, di lei ad oggi si sa ben poco. Si è allontanata dalle scene, all'inizio degli anni 80, senza fare rumore, in silenzio. La sua dipartita fu graduale, la sua partecipazione nei film con il tempo divenne sempre più sporadica. E' indubbio che la sua volontà quando prese questa scelta era quella di farsi dimenticare e allo stesso tempo di dimenticare. E forse c'era quasi riuscita. Ma quando entri a far parte dell'immaginario collettivo di tanti uomini che hanno vissuto da spettatori quella stagione cinematografica dove tu sei stata una delle regine indiscusse ed a questi spettatori si sono aggiunti nel tempo coloro che ti hanno scoperta in seguito, sia tramite la programmazione televisiva dei tuoi film e sia tramite quell'opera di rivalutazione di un cinema tanto denigrato quanto vituperato come quello dove tu eri protagonista, è difficile sparire realmente. Anche perché quello che hai fatto resta, e non solo impresso sulla pellicola. Restano anche le tracce di quello se sei stato. Tanto più che oggi, tramite le nuove tecnologie si ha accesso a contenuti e documenti che in passato erano oggettivamente più difficili da reperire. Se si ha la voglia di cercare e la pazienza di farlo, il web è una fonte inesauribile di notizie, ben nascoste dalla sua vastità, che aspettano solo di essere riportate in evidenza. E quando questo succede a volte ci si ritrova davanti a documenti, come l'articolo qui pubblicato, che oltre ad avere il loro indubbio fascino e valore cinefilo riportano con la mente a quei tempi ormai andati.
L'intervista in questione è stata rilasciata dalla nostra cara Eufemia lunedì 14 novembre 1977 per il quotidiano La Stampa ed è stata presa dal suo archivio online. Non nego che finché non ne sono venuto a conoscenza credevo che l'unica concessa dalla nostra amata Femi fosse quella che rilasciò a Franco Grattarola per la rivista Cine70 il 29 dicembre 2001.Che fu fatta quando la carriera cinematografica dell'attrice era terminata da circa 18 anni e a quanto pare non fu facile per il nostro intervistatore convincerla a rilasciarla. Nella stessa, la bellissima attrice istriana cercò di ripercorrere tutta la sua carriera. Di molti film a cui aveva prestato il volto e sopratutto il corpo disse di non averne più memoria, sembrava come se li avesse volutamente rimossi, sottolineando il fatto che della sua vasta cinematografia non salvava niente, nessun film era degno di nota. Una severità con se stessa legata ad un senso di insoddisfazione, che sembrava nascondere rimpianti. Ovviamente semplici supposizioni, il personaggio è così introverso e sfuggente che l'idea che uno cerca di farsi restituisce un immagine fortemente idealizzata da non permettere di capire chi è realmente Femi Benussi.

Femi Benussi, Totò e Pier Paolo Pasolini
Nelle risposte, di seguito trascritte, l'attrice ad una delle domande del giornalista de La Stampa dice di se «Sullo schermo offro l'immagine che vogliono gli spettatori, ma non è la mia ... Il mio... fisico... è in contraddizione con il mio... spirito» nulla di più vero e sincero, ci ha concesso la visione del suo corpo ma non della sua anima.
Come precedentemente accennato, nell'intervista concessa a Cine70 dichiara che della sua carriera non salva nulla, ma in entrambi le interviste evidenzia con orgoglio, contraddicendosi di fatto, di essere stata diretta da Giuseppe De Santis. In questa lo dice quando l'intervistatore sembra interessarsi di più alle sue interpretazioni sexy, mentre nell'altra quando afferma che lui fu il regista che più aveva saputo valorizzarla. Il film in questione è Un apprezzato professionista di sicuro avvenire (1972). L'opera riporto dietro la macchina da presa per l'ultima volta, dopo otto anni passati lontano dai set,  il regista neorealista. Il film non ebbe il successo sperato e indubbiamente per l'attrice fu un'occasione mancata.
In ultimo, anche se le cose da dire sarebbero ancora molte, come leggerete nell'intervista lei dichiara di essere approdata a Roma e conseguentemente entrata nel mondo del cinema per inseguire un uomo di cui era innamorata, nell'intervista data nel 2001 omette totalmente di citare questo aneddoto dicendo che fu il teatro a condurla nella città eterna. Ovviamente una cosa non esclude l'altra e lo evidenzio per semplice curiosità.

Di seguito troverete il ritaglio originale dell'intervista presa dal quotidiano, per facilitare la lettura subito dopo è pubblicata anche la trascrizione della stessa...

clicca sull'articolo per ingrandirlo

Lunedi 14 Novembre 1977 SPETTACOLI STAMPA SERA Anno 109 • Numero 256 
Le interviste sono occasioni sbagliate di conoscenza. A meno che si svolgano su temi ben definiti, concreti. Domanda: «Signora, quanta carne ha mangiato ieri?». Risposta: « Ieri non ho mangiato carne. Ieri ho letto un libro di Moravia». Un cronista che si occupa di spettacoli è sufficientemente snob per non soffermarsi su prosaici pasti. L'idea di interessarsi dei generi alimentari, sia pure di una celebrità, non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello. Perché l'intervista è occasione sbagliata di conoscenza? Perché in pochi minuti, e con tecnica dispersiva, ha la presunzione di svelare il personaggio. Faccio un altro esempio, a caso. Domanda: « Signora Ferrati, lei ha sempre amato il teatro... il teatro è la componente... ». Sarah Ferrati: « Il teatro? lo amo e ho sempre amato la boxe ». Ahimè, come mi comporterò da oggi in avanti? Personaggio o domande concrete? Realtà o immaginazione? Oppure è prudente (magari saggio) stare a metà strada? E intanto, ecco il primo impiccio, mi trovo lì, sotto gli occhi, Femi Benussi, che sta girando un film a Torino, « Le avventure del ragionier Galletti alla ricerca della donna ideale » di Salvatore Bugnatelli. A proposito, signora o signorina? (Non c'è male, una curiosità ragionevole, l'acquisizione di un dato reale. Buon inizio). « Signorina ». Però! Allora, non si è mai sposata? (Bravissimo. Scavare attorno allo stesso argomento, con foga e irriverenza. E' più che giusto. L'interlocutore rimarrà disorientato. Possono venirne fuori sorprese. Chissà, un amante nell'armadio! Insistere). « Direi proprio di no ». Sarebbe come ammettere che lei... perché se non sbaglio lei è sulla trentina, più avanti che indietro... e sarebbe dunque un confessare che non è stata capace di trovarsi un marito. Femi Benussi non è stata capace. Incredibile. «Senta. Io di mariti ne trovo quanti voglio. Ma non ne voglio. Non mi interessano. Ho avuto i miei innamorati. Piuttosto, lo sa che nel 1964 ero l'attrice più giovane del teatro di Fiume? ». Però senza marito. « Ma lasciai tutto per venirmene in Italia appresso ad un uomo di cui ero cotta ». E perché non lo sposò? Perché? « Non tutti i flirt fluiscono in nozze, perfino un bambino glielo spiega. Fu un bell'amore, durò tre mesi, poi stop. Intanto la mia vita era cambiata ». (Insistere, insistere). Beffata in amore. «Macché beffata. Ci lasciammo senza tragedie. Inconvenienti della vita. Anzi, partii per Roma ». (Roma, il cinema... dai, prendi la palla al balzo). Dove il cinema la scoprì. (Irrispettoso: la scoprì! Lo sanno tutti che la Benussi recita sempre nuda). Scusi tanto. Volevo dire: la rivelò. « Eppure il cinema non mi andava ». Ha girato 60 film, 25 da protagonista, e critica il cinema? «Non mi sentivo abbastanza bella per il cinema. Credevo che un'attrice do'vesse essere bellissima. Non conoscevo ancora le mie colleghe ». (Vai per questa via: la bellezza. Probabilmente nasconde un complesso). Ah, lei si ritiene brutta. « Sullo schermo offro la immagine che vogliono gli spettatori, ma non è la mia ». Qual è la sua immagine? « Il mio... fisico... è in contraddizione con il mio... spirito ». Una guerra tremenda. Avrà i muscoli indolenziti. « Un po' tutto il mio corpo non va ». Tutto tutto? « Faccio eccezione per il seno ». Bé, le gambe, via, non sono da buttare. «Le gambe? ». Permetta che io trovi moltissime cose perfettamente efficienti in lei. E le gambe... onori le sue gambe. Piuttosto, tutti questi film sexy che ha girato... « Non esageriamo. Ho lavorato anche con De Santis. Pasolini mi scritturò per Uccellacci uccellini ». Certo. Però si è sempre, come spiegarmi?, donata molto. Non poteva scegliere altri ruoli? « Io non ho scelto, ho accettato. La mia è una professione come un'altra. Se rifiutavo era per soldi, perché la paga era bassa ». Allora la pagano bene. E' ricercata. «Lo sa quanti film ho girato nel 1975? Quindici. E nel 1976? Otto. E nel 1977? Indovini quanti ne ho girati nel '77? Siamo a novembre e questo è il primo. Capisce? Il primo». La bella Benussi è in crisi? «E' in crisi il cinema e quindi sono in crisi io. Se entro la fine dell'anno capisco che il cinema non mi dà più da mangiare, cambio vita». Che cosa farà? «Non lo so. Non conosco altri mestieri. Avrei potuto essere un'ottima donna di casa... avrei voluto fare la scrittrice... è troppo tardi per ricominciare... Non so». (Buttati sul sesso). Passiamo all'amore? «Sono disincantata, non credo a niente, vivo sola, con un cane. Un cane è il mio compagno. E dire che ero disposta a sacrificare ogni cosa per l'amore. Sono una sentimentale. I sentimentali restano sempre fregati. Ora voglio passare dall'altra parte». Non ci faccia questo torto. Le parlo da uomo. «Che ha capito? Diventare più dura. Prendere, non dare». (Il sesso, il sesso. Svelto, buttati). Lei è una donna molto desiderata. Per lei il sesso è importante, vero? «Viene di gran lunga dopo il sentimento. Non farei mai una follia per il sesso. Rifiuto l'avventura fine a se stessa. A parte il fatto che io sono monogama. Cuore, cervello e sesso: inseparabili». Avrà un'idea sua dell'uomo. «A me mancò la figura del padre. E voglio l'uomo-eroe, maschio, forte, nobile, generoso, orgoglioso, romantico...». Basta cosi, la pregò. Soffro troppo ad ascoltarla. E mi dica: l'ha trovato, almeno una volta? «No, non ancora». (Non ancora, ha detto, non ancora... E se mi presentassi a lei camuffato da Garibaldi?). Abbia fiducia, signorina Benussi, la vita continua. Sono certissimo, qualcosa, presto, le capiterà. Non disperi. Un eroe... un eroe c'è, da qualche parte. 
Intervista di Elvio Ronza

Film di Femi Benussi recuperabili in DVD e BD (clicca qui)

articolo a cura di:




Commenti