EMANUELLE BIANCA E NERA (1976)

Regia/Director: Mario Pinzauti
Soggetto/Subject: Mario Pinzauti
Sceneggiatura/Screenplay: Mauro Pinzauti
Interpreti/Actors: Antonio Gismondo, Marisa Longo, Rita Manna, Percy Hogan
Fotografia/Photography: Maurizio Centini
Musica/Music: Roberto Pregadio
Scene/Scene Design: M. Pinzauti
Montaggio/Editing: Eugenio Alabisio
Produzione/Production: S.E.F.I. Cinematografica (Società Europea Films Internaziona
Distribuzione/Distribution: Indipendenti Regionali
censura: 68949 del 28-08-1976


Emmanuelle (Malisa Longo) e Lawrence sono i rispettivi figli di due ricchi proprietari di piantagioni ai tempi dell'America schiavista. Il loro fidanzamento è ben visto da entrambe le famiglie, perché un eventuale matrimonio unirebbe le ricchezze di entrambi. Emmanuelle è crudele e sadica nei confronti degli schiavi, in particolare verso il giovane e bell'Elia (Percy Hogan), che più volte mette in punizione e fa torturare dagli scagnozzi di famiglia. Lawrence invece si dimostra più ben disposto, al punto che tradisce la fidanzata proprio con la schiava nera cameriera di lei, anch'essa di nome Emmanuelle (da qui il titolo del film). Il futuro suocero li scopre, ma ci passa sopra. Un giorno Lawrence viene morso da un serpente, ed è tratto in salvo dalle cure della Emmanuelle "nera", che nonostante la violenza subita, è prodiga di bontà e supera in esperienza la medicina dei bianchi. Tra i due nasce del tenero. Gelosa, la Emmanuelle "bianca", prima tenterà di far violentare la nera dai suoi scagnozzi, poi di tradire a sua volta il fidanzato col nero Elia, di cui è in realtà innamorata, ma i suoi piani di vendetta sono sconvolti da una serie di imprevisti e violenze…

Il messaggio è buono e insolito per il cinema di genere dell'epoca, perché partendo da una base di odio razziale si passa a un finale con una relazione sentimentale di una coppia multietnica, con tanto di dialogo sulla prospettiva di un futuro mondo migliore in cui potrà esistere l'amore tra bianchi e neri; ma quello che non funziona tanto bene sono la regia e l'ambientazione. La bella morale finale viene fuori dopo un'ora e venti di risibili litigi, riappacificazioni varie, violenze per niente spettacolari e scialbi amplessi. La colonna sonora di Roberto Pregadio, con una monotona e triste (in tutti i sensi) melodia, non riesce ad animare l'azione, anzi la smorza. E' molto difficile con un budget non eccellente e un regista poco navigato ricostruire l'America dell'ottocento nelle campagne italiane, ancor di più se le location non molto credibili richiamano alla memoria ambientazioni di decine di altri titoli, tra il western e l'esotico, e se le costruzioni hanno i tetti in mattoni rossi con tanto di grondaie. Molte scene sono evidentemente girate in fretta senza troppa cura di dettagli, come i dialoghi e certi raccordi in interni.
Le protagoniste, una bianca e l'altra nera, che danno origine al titolo, non si chiamano così per caso: il nome viene affibbiato loro dalla notorietà che in quegli anni stavano riscuotendo le più note serie erotiche francese e italiana rispettivamente con Sylvia Kristel (EMMANUELLE) e Laura Gemser (EMANUELLE NERA). Il titolo vorrebbe furbescamente unirle, ma le Emmanuelle qui rappresentate sono molto lontane, sia nel tempo che come caratterizzazione. Come i modelli imitati anche questo film è decisamente erotico, lo dimostrano le molte scene di sesso (anche se fintissime) sia tra i fidanzati sia con i rispettivi amanti di colore, ma non raggiunge mai la carica espressiva dei più fortunati filoni. Alcune locandine e poster vogliono che i nomi del titolo abbiano una, altre due "M", così da far confusione su quale delle due opzioni sia stata reale intenzione degli autori. In definitiva un b-movie erotico che da una parte tenta di racimolare spettatori sfruttando l'ambiguo titolo, e dall'altra prova a lanciare un messaggio morale edificante purtroppo sorto da una messa in scena decisamente rozza.

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