CON LA RABBIA AGLI OCCHI (1976)

Con la rabbia agli occhi di Margheriti


Regia/Director: Antonio Margheriti [Anthony M. Dawson]
Soggetto/Subject: Pier Luigi Andreani, Leila Bongiorno
Sceneggiatura/Screenplay: Guido Castaldo, Giacomo Furia
Interpreti/Actors: Yul Brynner (Peter Marciani), Massimo Ranieri (Angelo), Barbara Bouchet (Anny), Martin Balsam (commissario), Giancarlo Sbragia (Gennaro Gallo), Giacomo Furia (brig. Cannavale), Salvatore Borgese [Sal Borgese] (Vincent), Loris Bazzocchi (killer), Rosario Borelli (altro killer), Luigi Bonos [Luigi Williams] (Peppinello), Renzo Marignano (oculista)
Fotografia/Photography: Sergio D'Offizio
Musica/Music: Guido De Angelis, Maurizio De Angelis
Costumi/Costume Design: Massimo Bolongaro
Scene/Scene Design: Luciano Puccini, Luciano Puccini
Montaggio/Editing: Mario Morra
Suono/Sound: Pietro Spadoni
Produzione/Production: Giovine Cinematografica
Distribuzione/Distribution: Euro International Films
censura: 69204 del 09-10-1976

Uno spietato killer italo-americano  (Yul Brynner) torna a Napoli per vendicare la morte del fratello Peter,  ucciso dal boss della malavita Gallo. Ad aiutarlo nell'impresa saranno un giovane ragazzo (Massimo Ranieri) e l'amante del protagonista (Barbara Bouchet), braccati da un ambiguo commissario di polizia (Martin Balsam).
Antonio Margheriti, il maestro del cinema bis, gira una fra le pellicole più amate dal suo pubblico, merito sopratutto del cast d'eccezione, oltre che ad un'accurata sceneggiatura, veloce e non troppo arzigogolata, a firma del duo Furia-Castaldo.
Il risultato è soddisfacente, quasi sorprendente, non solo per via del fatto che il regista non era un esperto del campo poliziesco,  ma anche perché inserire Brynner e Ranieri in un film di Mafia sembra un'idea strana, ma funziona. Merito va, come al solito, anche alle sorprendenti musiche dei De Angelis Brothers. 

Ottimi sono anche gli immancabili inseguimenti e gli effetti speciali 'fai da te', marchi di fabbrica del 'Corman del Tevere', che, come sempre non deludono le aspettative, nonostante il basso budget imposto dalla produzione. La fotografia è accurata, in particolare le scene virate con il rosso per risaltare i problemi ottici di Brynner (per capirlo, bisogna vedere il film intero).
Una piccola curiosità: secondo quanto racconta la Bouchet, nell'intervista del DVD edito da Cinekult, Yul Brynner si comportava come il solito divo arrogante e maleducato, che faceva impazzire la troupe per i suoi modi capricciosi. Un giorno, l'attrice decise di organizzargli uno scherzo , facendogli recapitare un mazzo di fiori, che, per l'attore americano, erano simbolo di sfortuna. Il giorno seguente raccontò l'avvenimento, senza mai scoprire, tuttavia, l'autore del misfatto.

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