IMMAGINI DI UN CONVENTO (1979)


Regia/Director: Aristide Massaccesi [Joe D'Amato]
Soggetto/Subject: Tom Salina
Sceneggiatura/Screenplay: Tom Salina
Interpreti/Actors: Paola Senatore (Isabella), Donald O'Brien (esorcista), Angelo Arquilla (Guido Banjo), Marina Hedman Bellis, Paola Maiolini, Marina Ambrosini, Aiché Nanà, Maria Rosaria Riuzzi, Giovanna Mainardi, Ferruccio Fregonese, Anne Marie Sylviane, Pietro Zardini, Brunello Chiodetti
Fotografia/Photography: Aristide Massaccesi, Aristide Massaccesi
Musica/Music: Nico Fidenco, Nico Fidenco
Costumi/Costume Design: Adriana Bellone
Scene/Scene Design: Bartolomeo Scavia
Montaggio/Editing: Vincenzo Vanni
Suono/Sound: Roberto Alberghini
Produzione/Production: Kristal Film
Distribuzione/Distribution: Indipendenti Regionali
censura: 73624 del 09-06-1979
durata: 93′ (versione hard) o 82′ (versione soft)
schermo: 1.66:1

”Si basa su un autentico caso giudiziario. E’ steso sotto forma di memoriale. Suzanne Simonin è stata costretta dalla famiglia, per interesse e perché lei è frutto di una relazione adulterina, a entrare in convento. Dopo il noviziato rifiuta di prendere i voti finali. Torna a casa ma le coercizioni familiari la convincono a entrare nel monastero di Longchamps dove, dopo la morte della buona e saggia madre de Moni, Suzanne viene maltrattata dalla nuova madre superiora. Grazie all’interessamento dell’avvocato Manouri, decide di appellarsi alla legge. Perde il processo, è mandata a Arpajon dove diventa l’ignaro oggetto delle morbose attenzioni della badessa. Morta la badessa, Suzanne fugge dal convento, si guadagna la vita come stiratrice. Qui si interrompe il romanzo. http://www.girodivite.it/antenati/xviiisec/diderot/_didero3.htm

Questo il romanzo: capolavoro della letteratura francese (Jacques Rivette ne fece un film, SUZANNE SIMONIN LA RELIGIOSA, nel 1966 con Anna Karina). Il film, invece, inizia con la sequenza in cui un vecchio ha in mano un coniglio che sembra morto. All’arrivo della madre superiora (la Hedman…) le dice che la colpa è della statua raffigurante un satiro che, chissà perchè, tengono in cortile. Al che gli risponde come fa a credere a certe vecchie superstizioni. La religiosa aspetta la visita di un cardinale che porta con se la contessina Isabella (la Senatore…) fatta rinchiudere in convento per non essere preda delle voglie dello zio (che non vedremo mai), nonostante lei vorrebbe proprio questo. Tanto per cominciare si presenta alla madre superiore vestita, si, di tutto punto ma con le braccia incrociate sul petto. Braccia che una volta tirate giù scoprono, a mo’ di sfida, il suo seno nudo (non se l’era legata bene la veste…). Come se non bastasse, viene trovato gravemente ferito un giovin bellone dal capello fonatissimo. Ovvio che molte giovani monache comincino ad avere qualche prurito. Da qui in poi succede di tutto. Prima che una monaca non resiste al richiamo della carne ed entra nella cella della Senatore che non si nega. Poi la giovane monaca, viene scoperta dalla Hedman che, prima la porta nel sotterraneo (che sembra più che altro una stalla) dove la frusta violentemente (insomma…) e poi… vedi sopra. Questo nel giro di neanche dieci minuti. Poi assistiamo anche ad una notevolissima scena lesbo tra le due protagoniste al limite dell’hard. Ma il ‘meglio’ deve ancora arrivare! La Senatore convince la Hedman ad uscire per portare un messaggio ad un suo amante (non lo zio). Ma per farlo deve attraversare un pericolosissimo bosco, dove cadrà preda di due briganti che se la faranno. E qui scatta la prima scena hard. Infatti il primo dei due, tira fuori il suo notevole arnese in erezione (che, però, sembra finto…) e la penetra. Dico che sembra finto in quanto il colore, un arancio acceso, non sembra molto realistico. Fatto sta che, invece, quando tenta di infliggerle del sesso orale, a quel punto il pene è vero, ma non molto… in forma. Ma magari sbaglio. Anche il secondo… s’accomoda, ma in questo caso, la scena è palesemente simulata. Tuttavia non capisco come ci si possa ‘accendere’ assistendo ad uno stupro seppur, ovviamente, finto. Ad ogni modo, la poveretta, che comunque impazzirà, viene lasciata nuda sulle foglie e sull’erba in balia del freddo e destinata a morte sicura, se non passasse di li col suo carretto il buon Donald O’Brian (già visto in tanti western nostrani) che si sta recando (non chiamato!!!) proprio al convento. Gran finale con l’esorcismo praticato proprio da ‘padre’ O’Brien che permette a Massaccesi di mostrare quasi tutte le monache che prese dalla ‘lussuria’ cominciano a spogliarsi davanti al prete, mentre continua a benedire, chissà perchè poi, solo i corridoi. Dico quasi tutte, perchè le altre ci ‘allietano: una masturbandosi, una seconda che sollazza una terza con un fallo di legno (seconda scena hard) e via ‘deliziando’. Alla fine tutte insieme acchiappano il loro superiore con intenzioni non proprio spirituali anche se lui continua a rimanere di marmo e ad impartire benedizioni (ma non si va oltre perchè O’Brien non avrebbe mai accettato scene hard). Un passo indietro, il giovin bellone è ancora nella stalla dove è stato messo (e dove a già tentato di stuprare una monaca). Durante l’esorcismo la Senatore va da lui, gli si concede (in una scena soft tutto sommato casta) e poi lo uccide. E fa bene perchè è proprio lui il demonio entrato in convento (per rendere tutto esplicito mostrano la statua di cui sopra, dalla cui bocca esce sangue, trasformarsi proprio nel giovane: nulla di spettacolare, solo una semplice ‘tendina’). Esterno giorno, mentre il priore impartisce messa, vediamo lo stesso vecchio dell’inizio con un altro coniglio morto in mano. All’arrivo della nuova madre superiora, le ripete che la colpa è della statua del satiro (che nessuno a provveduto a togliere) avendo la stessa risposta sentita in partenza. Il film finisce.

Recensione a cura di:
contatore internet 3

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