Regia/Director: Tonino Cervi
Soggetto/Subject: Tonino Cervi, Benedetto Benedetti
Sceneggiatura/Screenplay: Antonio Troisio, Raoul Katz, Tonino Cervi
Interpreti/Actors: Haydée Politoff (Samantha), Silvia Monti (Liv), Ida Galli [Evelyn Stewart] (Bibiana), Ray Lovelock (David), Gianni Santuccio (uomo/diavolo), Guido Alberti
Fotografia/Photography: Sergio D'Offizi
Musica/Music: Angelo Francesco Lavagnino
Montaggio/Editing: Mario Morra
Produzione/Production: Flavia Cinematografica, Carlton Film Export, Neuilly-sur-Seine, Labrador Films, Paris
Distribuzione/Distribution: Indipendenti Regionali
censura: 58202 del 14-11-1970
Tonino
Cervi, Figlio degli attori Gino
Cervi e Ninì Gordini, nipote del critico teatrale Antonio Cervi, ha sempre
avuto nel sangue la cultura cinematografica e durante la sua carriera ha sempre
spaziato tra il lavoro di regista e quello di produttore di svariati film. Lo
ricordiamo soprattutto per aver prodotto film come “Boccaccio ‘70”, film a episodi diretto da grandissimi registi del
cinema italiano quali Monicelli, Fellini, Visconti e De Sica; “La Commare Secca ” di
Bertolucci, “La Lunga Notte
del '43” di
Vancini, “Deserto Rosso” di Antonioni, ed “Il Momento della Verità” di Rosi. Come regista, pur non
raggiungendo le vette raggiunte da produttore, Cervi svolse un buon lavoro,
dedicandosi a commedie dalla mano leggera ma non prive di riflessioni sulla
società.
Dopo
l’esordio registico del 1968 con “Oggi a
me Domani a te” , western
folkloristico sceneggiato con il giovane Dario Argento ed interpretato da un
Bud Spencer prima dei fasti di “Lo
Chiamavano Trinità”, Tonino Cervi si dedica a “Il Delitto del Diavolo” una sorta di favola nera, della quale
firma anche soggetto e sceneggiatura, con elementi critici verso la società
dell’epoca, in particolare verso la borghesia capitalista che uccide la libertà
personale di ogni individuo, uniformandolo e tarpandogli le ali. Parliamo di
favola nera perché Cervi infarcisce il
film di simbologie e metafore,
utilizzando come protagonisti diavoli e streghe che si servono delle
rassicuranti e (molto) seducenti sembianze umane per raggiungere il loro
sordido scopo.
David (Ray
Lovelock), biondo capellone hyppie, gira di notte con la sua moto senza una
precisa destinazione, ad un certo punto nota una macchina di lusso accostata al
ciglio di una strada isolata ed un uomo di mezza età che chiede aiuto (Gianni
Santuccio). David non ci pensa due volte, scende dalla moto per prestare
soccorso all’uomo che rivela di aver bucato una gomma ma di non sapere come
fare a cambiarla. Durante la riparazione della gomma il distinto signore chiede
informazioni a David sulla sua vita, su cosa faccia e sul perché lo faccia,
criticando l’ideologia rivoluzionaria dei giovani come lui, rea di contestare
tutto senza proporre nulla. Il giovane non raccoglie le provocazioni e continua
a riparare la gomma, non accorgendosi che l’uomo gli buca la ruota della moto
con un chiodo. Dopo aver finito la riparazione i due si salutano, l’uomo
riparte e David si accorge del danno che l’uomo gli ha causato. Furibondo,
David ripara in fretta la gomma e riesce ad avvicinare la macchina dell’uomo
costeggiandola e chiedendogli spiegazioni, l’uomo non sente bene e per fatalità
sbatte su un albero sul ciglio della strada morendo sul colpo. David tenta
subito di allontanarsi dalla macchina continuando per la sua strada, ma quando
intravede in lontananza una volante della polizia decide di non proseguire
dritto, ma di tagliare per una via in cui l’indicazione dice “lago d’estate”.
Arrivato sul posto David, trova un posto isolato, pieno di verde ed una legnaia
di una grande casa con la porta aperta. Essendo notte fonda, David decide di
fermarsi a dormire nel casolare, su un letto di fortuna. L’indomani viene
svegliato da una ragazza di nome Liv (Haydée Politoff) che gli intima di
andarsene al più presto prima che “loro” arrivino, David va per andarsene ma
viene fermato da due bellissime donne: Samantha (Silvia Monti) e Bibiana (Ida
Galli a.k.a Evelyn Stewart) che lo invitano a colazione. Il soggiorno di David,
da momentaneo si trasformerà in prolungato, durante il quale le tre donne
cercheranno (e riusciranno) in tutti i modi di sedurlo, fino a quando …
“Il Delitto
del Diavolo” è un titolo particolare, sicuramente non per tutti, la forte
presenza di elementi psichedelici e le lunghe(issime) sequenze in cui il
protagonista ha a che fare di volta in volta con una delle tre fanciulle
metterà a dura prova la vostra resistenza. A livello attoriale siamo su un buon
livello e il cast seppur formato da pochi nomi, viene impreziosito dalla
bellezza delle tre prime donne :
Politoff – Stewart – Monti che svolgono bene il loro ruolo di induzione
al peccato e alla corruzione un’anima pura. Buona la prova anche di un
giovanissimo Ray Lovelock (all’epoca ventenne), che scrive e canta anche due
brani della colonna sonora ( “We Love You Underground” e “Swimming”) firmata da
Francesco Lavagnino. La prova più convincente è sicuramente quella del grande
Gianni Santuccio che, col suo carisma innato, si fa perdonare i pochi minuti
che lo vedono protagonista. Bella anche la fotografia suggestiva di Sergio D’Offizi.
In
conclusione non si può certo dire che “Il Delitto del Diavolo” sia un must have per appassionati di b-movies,
la noia si farà sentire dopo poco tempo e la sola presenza di tre belle donne,
o qualche suggestiva sequenza, non ne possono giustificare la visione. Se
volete proprio un film “contestatore” ben fatto davvero guardate “La Corta
Notte Delle Bambole
di Vetro” di Aldo Lado o “ Hanno
Cambiato Faccia” di Corrado Farina, entrambi del 1971, ne rimarrete
sicuramente più entusiasti.
Curiosità:
La ballata
“We Love you Underground” scritta e cantata da Ray Lovelock fu ideata quando lo
stesso Lovelock si recò a Londra per la prima volta nel 1968, rimanendo
sbalordito dalla metropolitana londinese che egli definì letteralmente “una
giostra”. A Roma la metropolitana entrò in servizio solo nel 1980, a causa dei frequenti
ritrovamenti archeologici durante i lavori.
Frasi e Dialoghi da Ricordare:
David: - “ Se io sono fedele a una donna vuol dire che sono
infedele a tutte le altre, e dimmi: che male mi hanno fatto le altre
perché io debba essergli infedele se
neppure le conosco?”
Recensione a cura di:
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