MURDEROCK UCCIDE A PASSO DI DANZA (1984)

Regia/Director: Lucio Fulci
Soggetto/Subject: Gianfranco Clerici, Vincenzo Mannino, Lucio Fulci
Sceneggiatura/Screenplay: Vincenzo Mannino, Gianfranco Clerici, Roberto Gianviti, Lucio Fulci
Interpreti/Actors: Olga Karlatos (Candice), Ray Lovelock (Webb), Claudio Cassinelli (Dick Norman), Cosimo Cinieri (Borges), Giuseppe Mannajuolo (Davis), Janna Ryan (Margie), Anya Lemerman (Susan), Maria Vittoria Tolazzi (Jill), Belinda Busato (Gloria), Carmo Buzzanca (Janis), Robert Gligorov (Bert), Carlo Caldara (Bob), Christian Borromeo (Willy), Berna Maria Do Carmo (Janis), Geretta Marie Folds (Margie), Riccardo Parisi Perrotti, Giovanni Di Nava
Fotografia/Photography: Giuseppe Pinori
Musica/Music: Keith Emerson
Costumi/Costume Design: Michela Gisotti
Scene/Scene Design: Paolo Biaggetti
Montaggio/Editing: Vincenzo Tomassi
Suono/Sound: Eros Giustini
Produzione/Production: SCEN.A. FILMS
Distribuzione/Distribution: CDE Compagnia Distribuzione Europea
censura: 79763 del 05-04-1984

In una rinomata scuola di ballo di New York, mentre stanno avvenendo le selezioni per un importante spettacolo di Broadway, vengono ad una ad una assassinate le giovani ballerine col cuore perforato da uno spillone. Nel frattempo l'insegnante di danza ha un incubo, sogna l'assassino che la insegue proprio con un lungo luccicante spillone. Per caso, mentre si trova in auto nel traffico della metropoli, riconosce l'uomo del suo incubo in un attore su un manifesto pubblicitario, e, mentre la polizia indaga nell'ambiente della scuola, lei si mette sulle tracce dell'uomo, convinta della veridicità della visione onirica.

E' un thriller di Lucio Fulci, e questo significa che anche se non comparisse il suo nome nei titoli di testa, chi conosce questo autore, capisce subito chi c'è dietro la macchina da presa. Non solo per la particolare impronta di regia in termini di movimenti di macchina da presa, ma anche per l'intreccio della storia, come sempre, nei gialli di Fulci, fitta di personaggi, tutti potenziali colpevoli, fatta di indizi fuorvianti, di false piste e di rimandi al passato, tale da confondere lo spettatore fino all'inatteso finale; del resto la poetica di Fulci è sempre stata un po' sadica nei confronti dello spettatore, tenendolo incollato a seguire vicende intricate il cui esito è in realtà a portata di mano (si pensi su tutte all'identità dell'assassino in UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA, o ancora a tutti i falsi colpevoli in NON SI SEVIZIA UN PAPERINO). La storia è ben sviluppata, possiede un ritmo scorrevole, si lascia vedere senza troppo far trasparire qualche carenza nella messa in scena. Quel che infatti non giova a questo suo tardo thriller, una delle produzioni del maestro a cavallo tra la fortunata ma breve stagione dei forti horror degli anni precedenti e di quelli successivi, martoriati da budget insufficienti, è la mancanza di un'adeguata ambientazione. Se ci si fa caso la prima sequenza in esterni (a parte le immagini dei titoli di testa) compare al ventitreesimo minuto dall'inizio del film. Ne seguiranno altre nel corso della durata, ma brevi, mentre tutto il resto dello svolgimento è ottenebrato da cupi interni, tra appartamenti, la centrale di polizia e la scuola di danza che è il fulcro della vicenda. Verrebbe da pensare, come accadeva quasi sempre nel cinema di genere italiano di quegli anni, d'ambientazione americana, che la prevalenza di scene in interni, quasi certamente girate in Italia, fosse dovuta all'impossibilità di budget di far rimanere la troupe oltreoceano per molto tempo. La mano che orchestra il tutto è comunque del maestro Fulci, e il suo tocco è benedetto. Ancora una volta compaiono alcuni classici temi fulciani: il sogno, trait d'union tra l'identità dell'omicida e la soluzione dell'enigma, come già in UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA e SETTE NOTE IN NERO, e l'inevitabilità dei vizi e delle bassezze umane che coinvolgono tutti protagonisti; al contrario delle aspettative, invece, questo film del maestro è privo di elementi splatter. Alcune curiosità: Fulci, in un'intervista televisiva, definì questo suo lavoro un "thrilling musicale", sicuramente studiato sulla scia del successo del recente FLASHDANCE, primo di quella che (chissà se seriamente o per scherzo) avrebbe dovuto essere una trilogia musicale cui sarebbero seguiti KILLER SAMBA e THRILLER BLUES. In una sequenza compare Silvia Collatina, la bimba-fantasma di QUELLA VILLA ACCANTO AL CIMITERO. Nel cast tecnico, le musiche sono di Keith Emerson, già all'opera in INFERNO di Dario Argento, segretaria di edizione è la figlia Camilla Fulci, mentre come operatore alla macchina c'è Silvano Tessicini, futuro direttore di fotografia di alcuni tra gli ultimi horror di Fulci e degli horror della serie "Lucio Fulci presenta".
 
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