- INDEX ZERO (2014) di Lorenzo Sportiello - recensione del film


INDEX ZERO (2014) di Lorenzo Sportiello
In un imprecisato futuro post-atomico una coppia (lei è incinta) vaga tra le rovine della civiltà semi-distrutta, in disperata ricerca di acqua e cibo. Nel loro incessante vagare da un luogo all’altro giungeranno alle porte di una moderna città fortificata. Riusciranno, attraverso dei cunicoli sotterranei, a penetrare clandestinamente oltre le mura. Una volta dentro il perimetro verranno subito spediti dai militari in un campo di raccolta, in attesa di essere “abilitati” psico-fisicamente a risiedere nella parte sicura e benestante della città.

Il giovane regista barese Lorenzo Sportiello, dopo aver diretto una mezza dozzina di cortometraggi, esordisce nel 2014 con il lungometraggio “Index Zero”. Dà alla luce un ottimo sci-fi/post-atomico indipendente, co-prodotto con la Gran Bretagna, e girato tutto in Bulgaria. Gran parte del cast è bulgaro: una serie di volti maschili e femminili adattissimi ad un film del genere. Difficilmente in Italia si sarebbero trovati attori più adatti di loro per la storia raccontata da Sportiello.
Lo stile del film è quello tipico delle migliori produzioni indipendenti sci-fi d’oltreoceano. “Index zero”, per i temi trattati, e per l’approccio ad essi, ricorda molto “District 9” e “I figli degli uomini”. Nulla, ma proprio nulla, fa pensare ad un prodotto italiano. L’incipit è folgorante: i due protagonisti, “accarezzati” dalla ruvida e grigia fotografia di Ferran Paredes, si muovono in un mondo post-atomico molto realistico e credibile. I loro volti trasudano di disperazione, ma anche di tenacia e attaccamento alla vita. Lei aspetta un figlio, ed è quasi pronta per partorire. I due faranno di tutto per proteggere il pargolo in arrivo. La loro meta è la città, oltre le mura. La sequenza nella quale i due poveracci si infileranno nel cunicolo per raggiungere la “salvezza” è terribilmente claustrofobica ed ansiogena. Sbucheranno al di là del muro come zombies dalle viscere della terra, ma si troveranno subito di fronte militari in assetto anti-sommossa, pronti ad “accoglierli”. L’entrata nel buco (pagata a caro prezzo ad un laido “commerciante”), il “viaggio” tra i cunicoli e la traumatica uscita all’aria aperta sono forse la parte migliore di “Index Zero”. Il segmento centrale, cioè la reclusione nel centro di raccolta, è meno esplosivo e convincente dell’incipit. Ma non può non far ricordare con tristezza l’attualità: i vari luoghi dove vengono stipati gli extracomunitari che arrivano a migliaia con barconi di fortuna sul suolo italiano. La terza parte, che riguarda la fuga dal centro di raccolta, ridà ossigeno al film, concludendosi in un finale struggente e durissimo, ma non esente da un minimo di speranza in una umanità migliore. Un vero gioiellino di film. Chapeau!

Regia: Lorenzo Sportiello; Sceneggiatura: Lorenzo Sportiello, Claudio Corbucci e Francesco Cioce; Interpreti: Simon Merrells (Kurt), Ana Ularu (Eve), Antonia Liskova (Susan), Velislav Pavlov (Ien); Fotografia: Ferran Paredes; Musica: Lorenzo Sportiello; Costumi: Giuseppe Avallone; Scenografia: Nikolai Dikov; Montaggio: Giuseppe Trepiccione; Suono: Alex Campedelli e Matteo Di Simone; Produzione: Cine Video Corporation 

Recensione di
Massimo Bezzati

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