- L'ULTIMO UOMO DELLA TERRA (1964) di Sidney Salkow - recensione del film


L'ULTIMO UOMO DELLA TERRA (1964)
di Sidney Salkow 
Film horror fantascientifico del 1964 accreditato ad Ubaldo Ragona, ma in realtà diretto totalmente dal regista americano Sidney Salkow. Tratto dal romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda, questa è la prima trasposizione cinematografica e quella che più rimane fedele al testo dell’opera dalla quale prenderanno vita anche i discutibili 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra di Boris Sagal e Io sono leggenda diretto da Francis Lawrence.
La vita sulla Terra è sconvolta da una misteriosa epidemia. In molti sono morti, altri ancora sono stati trasformati in vampiri. Il Dr. Robert Morgan, immune al morbo, è l’unico superstite del pianeta non infetto. Costretto a muoversi soltanto di giorno e a compiere gesti ripetitivi e ormai privi di significato, Morgan è alla continua ricerca di altri sopravvissuti sani.
La realizzazione del film fu inizialmente affidata alla casa inglese Hammer che non pienamente convinta della sceneggiatura preferì cedere la produzione alla AIP di Roger Corman.

Le traversie del dottor Morgan trovano teatro nel moderno quartiere EUR di Roma, reso ancor più vasto dall’innaturale vuotezza. L’ambientazione scelta concorre a creare un’atmosfera paranoica, a rendere più asfissiante il senso di devastazione e di solitudine, ormai uniche compagne di vita dell’ultimo uomo della Terra. La città eterna è spettrale, spaventosa e innaturale con le sue strade deserte e i corpi abbandonati ai capricci della natura. Più scioccante di giorno in tutta la sua sterminata miseria che non di notte, pur se saturata dal livore dei vampiri.
Protagonista di quest’orribile incubo è Vincent Price, costretto a ripetersi in gesti utili alla sua salvezza e sempre retti dall’instancabile speranza di trovare qualcuno con cui dividere il peso di una così colpevole esistenza. E Price si trascina appendendo collane d’aglio e impalando infetti in un bianco e nero sgranato, in una scenografia misera così come il budget destinato alla realizzazione del film. Chiunque altro privo del suo forte carisma sarebbe stato incapace di catalizzare su di sé tutto l’interesse, la pellicola quindi sarebbe facilmente potuta risultare noiosa e persino priva di significato. Vincent Price è invece più che convincente, in grado di sostenere senza alcun supporto l’intero film.
Lacerato dall’isolamento forzato e dagli inesorabili rimorsi del passato, il dottor Morgan continua ad agire spinto da una speranza che sa essere ormai vana. Ogni suo gesto è carico di solennità ma inesorabilmente inutile.
Sidney Salkow riesce a fermare con precisione l’immagine dell’angoscioso sogno che in un drammatico crescendo di tensione cattura, senza che sia poi possibile scuotersi. L’ultimo uomo della Terra è un prezioso contributo al cinema di fantascienza, contributo che troppo spesso l’Italia dimentica di aver dato, perchè al di là della regia tutto il resto dello staff tecnico è italiano. Senza dubbio un film da riscoprire.
Anche gli zombie di Romero in La notte dei morti viventi devono molto alla rappresentazione dei vampiri foto fobici, instupiditi e impacciati che circondano la casa dell’irriducibile Vincent Price.
Pare che l'attore americano, deluso dal risultato finale, avesse chiesto al regista di rimediare ai difetti rigirando alcune scene. Anche Matheson, non del tutto soddisfatto delle modifiche apportate da William F. Leicester alla sua sceneggiatura, decise di nascondersi dietro lo pseudonimo di Logan Swanson, nome formato dai cognomi di sua madre e sua suocera.

RegiaSidney Salkow; Soggetto: tratto dal romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda; Sceneggiatura: Furio M. Monetti, Ubaldo Ragona; Interpreti: Vincent Price, Franca Bettoja, Emma Danieli, Giacomo Rossi Stuart, Umberto Raho, Antonio Corevi, Ettore Ribotta, Giuseppe Mattei, Rolando De Rossi, Christi Courtland; Fotografia: Franco Delli Colli; Musica: Paul Sawtell, Bert Shefter; Costumi: Lilly Meniehelli; Scenografia: Giorgio Giovannini; Montaggio: Lilia Silvi; Suono: Enzo Silvestri; Produzione: Produzioni La Regina, American International Pictures, Los Angeles; Distribuzione: Indipendenti Regionali; censura: 42937 del 20-05-1964; Altri titoli: The Last Man on Earth, The Last Man on Earth, Vento di montagna

Recensione a cura di:
Antonella Romaniello | Crea il tuo badge




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