- LE CALDI NOTTI DEL DECAMERON (1972) di Gian Paolo Callegari - recensione del film


Nel 1972 (l'anno più prolifico per il genere), il regista, sceneggiatore, e giornalista ''Gian Paolo Callegari'' gira un decamerotico Allegro e scanzonato. La formula è sempre la stessa e ben collaudata. E da una semplice, ma ben imbastita sceneggiatura, Callegari costruisce l'ennesimo film che ci parla di amori e tradimenti al tempo del medievo.
Al rientro da una crociata, il duca Gian Figliazzo, incontra due giovani ragazzi, che farà spacciare per schiavi arabi dando loro il nome di Mandud e Zeinab. Giunto al castello, il duca non vede l'ora di riabbracciare la bella moglie Peronella, ma non riuscendo ad aprire la cintura di castità, perché sprovvisto della chiave, chiede aiuto a Frà Gerbino e a madre Martuccia (superiora delle monache), che purtroppo non riescono ad aiutarlo. In realtà la chiave è stata trafugata da ''Mandud'' che diventato amante di Peronella la usa a suo piacimento. Il trucchetto dura finchè un giorno, il duca, trova una scritta sulle mura del castello ''lo duca cià le corna''. Gian Figliazzo, scoperto l'intrallazzo, fa condannare Mandud all'evirazione, ma sarà salvato in exstremis dalla sua bella e innamorata Zeinab, e al suo posto verrà mutilato un'altro uomo. Gian Figliazzo ormai convinto dell'impotenza di Mandud,  lo manda ad aiutare le monache nel convento. Questo esilio forzato durerà fino a quando un gruppo di contadini porterà al convento Zeinab chiusa in una gabbia. Una volta ritrovatasi la coppia di amanti fuggirà coronando il loro sogno d'amore. Gianfigliazzo, invece, rimasto finalmente solo con Peronella verrà richiamato alle armi con l'ordine di partire per una nuova crociata.
Il cast è formato da attori che ritroveremo spesso in opere appartenenti allo stesso genere. C'è la bella e brava Femi Benussi, nelle vesti di Zeinab, una finta schiava araba innamorata del giovane Mandud interpretato da un divertente Don Backy, che se la spassa con tutte le donne del paese (monache comprese). Bravo anche Salvatore Puntillo nel ruolo del duca Gian Figliazzo, sposato con la bella e smaniosa Peronella interpretata da una bellissima e altrettanto brava Orchidea De Santis. Pupo De Luca ancora una volta nelle vesti di un frate, mentre la bellissima e sfortuntata Krista Nell è addirittura la madre badessa del convento. Tantissimi i caratteristi presenti nel film, da Enzo Spitaleri a una bella e giovane Annie Karole Edel passando per il c.s.c Alessandro Perrella.

La Benussi nella sua intervista rilasciata per la rivista ''Cine70 e dintorni'' (2001), raccontò di aver avuto sul set un battibecco con Don Backy ''Mi ricordo" dice "che eravamo in campagna a girare le calde notti del Decameron e lui ha detto una cosa che trovavo assolutamente di cattivo gusto, io gli risposi e ci siamo presi''. Sempre nella stessa intervista afferma di ricordare che alla regia ci fosse Alessandro Moretti, invece di Callegari, anche se nel film lo stesso è accreditato come sceneggiatore e aiuto regista.

La divertente colonna sonora è composta dal maestro ''Lallo Gori'', che apre il film con un'allegra canzoncina col ritornello che fà: ''Braccio di ferro che spacca tutto senza pietà''.

Regia: Gian Paolo Callegari, Alessandro Moretti; Soggetto: Giuseppe Belleca, Gian Paolo Callegari, Ivano Gobbo, Alessandro Moretti; Sceneggiatura: Giuseppe Belleca, Gian Paolo Callegari, Ivano Gobbo, Alessandro Moretti; Interpreti: Aldo Caponi [Don Backy] (Mandud), Femi Benussi (Zeinab), Femi Benussi, Orchidea De Santis (Peronella), Krista Nell, Salvatore Puntillo (Gianfigliazzo), Pupo De Luca (fra' Gerbino), Carla Mancini, Alessandro Perrella, Maria Teresa Baldoni (superiora), Janos Bartha, Marcelle Ginette Bron
Fotografia: Angelo Lotti; Musica: Coriolano Gori [Lallo Gori]; Costumi: Mario Giorsi; Scenografia: Vincenzo Medusa; Montaggio: Nella Mannuzzi; Produzione: Ester Cinematografica; Distribuzione: P.A.C.; censura: 60768 del 04-08-1972
Recensione a cura di:
Alessandro Piano

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