IL DECAMERONE PROIBITO (1972)

Regia/Director: Carlo Infascelli, Antonio Racioppi
Soggetto/Subject: Ugo Moretti, Carlo Infascelli, opera
Sceneggiatura/Screenplay: Ugo Moretti, Carlo Infascelli, Mario Amendola, Gastone Ramazzotti, Antonio Racioppi
Interpreti/Actors: Dado Crostarosa (Frate Ferruccio), Carlos De Carvalho (Romanello), Orchidea De Santis (Tessa), Mario Frera (Abate Gianni), Gabriella Giorgelli (Monna Fiorenza), Malisa Longo (Nicolosa), Mario Maranzana (Podestà), Elena Puatto (Celeste), Giacomo Rizzo (Guidotti), Paolo Rosani (Bruno), Margaret Rose Keil (Monna Beatrice), Gino Milli, Pino Patti, Salvatore Puntillo, Elena Puatto, Mario Frera
Fotografia/Photography: Riccardo Pallottini
Musica/Music: Giancarlo Chiaramello
Scene/Scene Design: Elio Balletti
Montaggio/Editing: Lucia Ludovici
Suono/Sound: Carlo Tarchi
Produzione/Production: Produzioni Cinematografiche Roma Film
Distribuzione/Distribution: Indipendenti Regionali
censura: 59950 del 18-03-1972

Siamo nel 1972, l'anno più prolifico per i film nati sulla scia del successo del Decameron di Pier Paolo Pasolini. Carlo Infascielli e Antonio Raccipi girano un decamerotico divertente e spensierato che racconta con allegria e leggerezza alcune novelle prese direttamente dalla famosa opera del Boccaccio. Nella pellicola ritroviamo parecchi attori già presenti in varie opere appartenenti al genere, quali Dado Crostarosa, Giacomo Rizzo, Salvatore Puntillo, Gino Milli e Mario Frera.
Nel film sono riproposti tutti quegli ingredienti che faranno la fortuna di questo breve filone, dal frate che pecca con gaudenza, ai giovani che si sollazzano con le belle mogli sposate e i nobili del paese cornuti a loro insaputa. La bellissima Toscana fà da cornice all'allegra storiella Boccaccesca, e il tutto condito con canzoncine e stornelli goderecci.

Il film ci racconta la storia del giovane e dotato Ferruccio, che dopo essere partito da Firenze per recare un messaggio all'abate Gianni, decide di farsi frate prendendo il nome di frà Pipino (in onore di Pipino il breve). Con tutto che la scelta del sacerdozio gli impone il voto di castità non gli sarà facile domare le tentazioni sapendo tra l'altro che la bella Monna Fiorenza e la sua giovane serva Celeste sono innamorate di lui. Un giorno scoperto dal marito di Monna Fiorenza, Frà Pipino verrà condannato a mutilazione, ma travestitosi da impestato riuscirà a fuggire portando con sè la serva Celeste. Il giovane frate non è l'unico a cedere alle tentazioni della carne, perché nel frattempo Bruno e Romanello, due pittori, se la spassano rispettivamente con la bella Nicolosa e con l'affascinante Monna Beatrice. E l'abate Gianni per non essere da meno, non disdegna le grazie della giovane Tessa, moglie del campanaro. Tutte rischieranno di essere scoperti dai rispettivi mariti, ma alla fine nessuno scoprirà niente.

Il decamerone proibito è una divertente commedia boccaccesca con buoni attori ed ottimi caratteristi, i quali permettono al film di risultare sempre divertente senza mai scadere nella noia; a mantenere alta l'attenzione sono i continui sketch, le bellissime madonne e i divertenti stornelli.
Nonostante il divieto ai minori di 18 anni il film non è particolarmente spinto e non risulta mai volgare, grazie anche alla vera protagonista di questo filone, ovvero ''la cintura di castità'' che funge da strumento di censura  nelle scene più sexy.
I tradimenti, come abbiamo visto, ancora una volta sono il tema principale che caratterizza il genere, e tra una scena e l'altra e qualche nudo, il film ci mostra tutta la bellezza dell'inconfondibile paesaggio naturale toscano, con la sua tipica campagna e i castelli di Pietra medievali, che ne fanno un'inconfondibile e quanto suggestiva location.


frase cult: ''hai visto che ciufolo pare un coniglietto''

Recensione a cura di: Alessandro Piano

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