LA CASA DELL'ORCO (1988)

Regia: Lamberto Bava
Soggetto: Dardano Sacchetti
Sceneggiatura: Dardano Sacchetti, Lamberto Bava
Interpreti - Virginia Bryant: Cheryl; Paolo Malco: Tom; Sabrina Ferilli: Anna; Patrizio Vinci: Bobby; Stefania Montorsi: Maria; Alice Di Giuseppe: Cheryl bambina; David Flosi: l'orco; Alex Serra: l'artista; Lamberto Bava: uomo nel bar; Roberto Dell'Acqua: uomo nel bar
Fotografia: Gianfranco Transunto
Montaggio: Mauro Bonanni
Musiche: Simon Boswell
Scenografia: Antonello Geleng
Costumi: Valentina Di Palma
Trucco: Fabrizio Sforza
Effetti speciali: Angelo Mattei, Fabrizio Sforza, Ditta Ricci
Produttore: Renato Fiè
Produttore esecutivo: Massimo Manasse, Marco Grillo Spina
Casa di produzione: Reteitalia
Anno: 1988

Cheryl è una scrittrice di romanzi horror che va a vivere col marito e il figlio in un castello dell'Umbria. Qui inizia a rivivere gli incubi che la perseguitavano da piccola, in cui un orco la inseguiva nei sotterranei di quello stesso posto. Anche se nessuno sembra crederle, è convinta che per tutto questo tempo l'orco abbia aspettato proprio il suo arrivo...

Girato nel 1988 per la serie “Brivido Giallo” prodotta da ReteItalia, è in realtà, come del resto gli altri tre film della serie, un horror-fantasy scritto per un pubblico di adolescenti. A ben guardare sembrerebbe che Dardano Sacchetti e Lamberto Bava abbiano voluto scrivere e dirigere una versione ripulita e in chiave fantastica di “Quella villa accanto al cimitero” di Fulci. Operazione non da biasimare, se non fosse che il risultato è un lungometraggio totalmente privo di tensione e ritmo, sceneggiato in modo fiacco e senza scene splatter (ma questo sarebbe un problema trascurabile e comprensibile) e al cui interno ci sono scelte, come il mostrare l'orco in tutto e per tutto già a metà film e di vestirlo da nobile con tanto di colletto a sbuffo, che affossano ulteriormente qualsiasi tentativo di mettere ansia o paura. Il finale come prevedibile, visto il pubblico a cui è indirizzato, è lieto oltremisura. La recitazione è abbastanza dignitosa, soprattutto il bambino risulta simpatico e sagace. La colonna sonora di Boswell può invece a tratti  risultare fastidiosa.
Da ricordare la performance di una giovane (e assai sopraccigliuta) Sabrina Ferilli, nei panni di un'insegnante di matematica
Recensione a cura di: Vincenzo Ruscio | Crea il tuo badge



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