UNA DONNA DI SECONDA MANO (1977)

Regia/Director: Pino Tosini
Soggetto/Subject: Sergio Perillo
Sceneggiatura/Screenplay: Renato Izzo
Interpreti/Actors: Senta Berger (Nerina), Rena Niehaus (Simona), Enrico Maria Salerno (Augusto), Bruno Valente (Luca), Macha Méril (Clelia, madre di Simona), Stefano Satta Flores (Sergio, il camionista), Stefano Amato ("Ciccia"), Antinesca Nemour, Filippo De Gara (compagno di Nerina), Dina Castigliego, Rina Centa (vecchia signora di Firenze), Tino Polenghi, Giuliana Rivera, Rosanna Rovere, Roberto Ferlicca, G. Antonio Campi
Fotografia/Photography: Antonio Nardi
Musica/Music: Michele Francesco
Costumi/Costume Design: Titus Vossberg
Scene/Scene Design: Massimo Lentini
Montaggio/Editing: Enzo Micarelli
Suono/Sound: Domenico Pasquadibisceglie
Produzione/Production: Boxer Film
Distribuzione/Distribution: Indipendenti Regionali
censura: 70100 del 29-04-1977

Film che rispolvera un tema vecchio come il mondo insieme a una professione antica come il mondo: un ragazzo che si innamora perdutamente di una prostituta. Il titolo esprime molto bene una filosofia perbenista e maschilista per rassicurare gli spettatori e quasi diffondere il verbo della moglie santa e rispettosa “di serie A”. Nel corso del film, uno dei personaggi, non si fa problemi a confessare di andare a prostitute per rispetto della moglie, proprio perché a loro si può chiedere certe cose e alla propria consorte no.
L’ambientazione è in Toscana, mentre sul finale ci si sposta a Venezia, durante il dopoguerra delle case chiuse.

Luca, un ragazzo piuttosto timido, orfano, viene incalzato dallo zio Augusto, piuttosto gaudente, a concupire più donne. Continuamente respinto da una fidanzatina che “non gliela dà” Luca si convince a entrare in un bordello a Firenze, di cui  ne è assiduo frequentatore lo zio. Sceglie una a caso, Nerina, in realtà neanche troppo affettuosa e partecipativa, però matura e materna; eppure fin da subito egli capisce di provare qualcosa di speciale per lei, al punto da intensificare gli incontri e da disperarsi se questa sparisce o si fa negare. 
In famiglia, quando Luca capisce che la fidanzata Simona lo tradisce proprio con lo zio, perde la testa e questa frustrazione non fa altro che rinfocolare il suo amore per Nerina. Forse una puttana è più onesta di una fidanzata, anche se è una donna di seconda mano….
Nerina, dal canto suo non fa che respingere Luca, terribilmente combattuta se assecondare o meno la sua infatuazione. Ma chi la dura la vince e a Venezia, dove lei nel frattempo si è trasferita e messa insieme a un uomo, il suo spasimante riesce a strapparle un appuntamento come donna, non come prostituta. Con un finale molto melò, da fotoromanzo, il film si conclude male e l’amore non trionfa, anche se Nerina……
Nonostante Una donna di seconda mano sia veramente un film di seconda mano, per non aver avuto l’ambizione di inserirsi in un genere chiaro e definito, per aver sfruttato degli attori importanti utilizzati molto all’epoca (Enrico Maria Salerno, Macha Méril, Stefano Satta Flores) senza valorizzarne recitazione, è tuttavia garbato e piacevole; trattasi di un film che ricorda molto il suo cugino letterario Un amore di Dino Buzzati, ma non abbastanza d’autore per reggere il confronto. I personaggi non sono ben tratteggiati, c’è qualche sconfinamento nella commedia di costume all’italiana, qualche eco di Samperi ma non troppo.
Con un incasso di ufficiale di 631 milioni di vecchie lire, da ricordare almeno per il regista Pino Tosini, molto prolifico negli anni ’70 ma pressoché dimenticato e scomparso a Orvieto nel 2003.

Recensione a cura di :
Guido Colletti

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