IL SANGUE DEI VINTI (2009)

Regia/Director: Michele Soavi
Soggetto/Subject: Massimo Sebastiani, Dardano Sacchetti, da om. opera di Giampaolo Pansa
Sceneggiatura/Screenplay: Dardano Sacchetti, Massimo Sebastiani
Interpreti/Actors: Michele Placido, Barbora Bobulova, Alina Nedelea, Valerio Binasco, Massimo Poggio, Stefano Dionisi, Luigi Maria Burruano, Tony Sperandeo, Hary Prinz, Daniela Giordano (Maria Rossini), Lele Vannoli, Vincenzo Crivello, Teresa Dossena (bambina), Pierluigi Coppola, Tommaso Ramenghi, Flavio Parenti, Giovanna Ralli (madre), Philippe Leroy (padre), Ana Caterina Morariu, Alessandro Preziosi
Fotografia/Photography: Giovanni Mammolotti
Musica/Music: Carlo Siliotto
Costumi/Costume Design: Sergio Ballo
Scene/Scene Design: Andrea Crisanti
Montaggio/Editing: Anna Napoli
Suono/Sound: Filippo Porcari
Produzione/Production: Media One S.p.a., Rai Fiction
Distribuzione/Distribution: 01 Distribution
censura: 102611 del 06-05-2009

Trama: 1940. Il Commissario di Pubblica Sicurezza Francesco Dogliani (Michele Placido), svogliatamente fascista, indaga su un assassinio nella Roma bene. Intanto scoppia la guerra e suo fratello Ettore è mandato al fronte. Passano gli anni e il fascismo cade. Ettore diventa un partigiano rosso, mentre la sorella minore Lucia, timida e riservata, si scopre patriottica e diventa una “ragazza di Salò”.
Francesco,come altri, preferisce restare a guardare, mentre anche i fascisti rimasti lodano i partigiani e disprezzano gli imboscati come l’ex Commissario. Francesco però si giustifica: è stanco del sangue e non vuole uccidere un italiano.
Lucia intanto si scopre innamorata di un bel milite-che tenterà anche il suicidio pur di non darsi ai partigiani- e combatte- cosa un po’ impossibile- al suo fianco. Nella battaglia finale viene ferita e i comunisti la catturano, mentre Ettore ferito mortalmente, prega il fratello di salvare Lucia.


Il film tratto dal libro revisionista di Pansa, non gli è fedele, anzi cerca di dare una visione meno di parte. Non a caso tra i consulenti storici, il regista ha voluto anche la partigiana Miriam Mafai. Ciò nonostante le critiche ci sono state, specialmente a sinistra.
A parte qualche passo falso storico, la storia viene trattata in maniera abbastanza fedele e i personaggi (che nel libro non ci sono) rappresentano le tre anime italiane: i pochi fascisti, i molti partigiani, i tanti che non vollero schierarsi.
Stimolante la frase sui partigiani quasi tutti ex fascisti, come commenta sarcastico il Comandante della Brigata di Ettore.
La Resistenza può essere messa in discussione? Tutto si può mettere in discussione, purché lo si faccia con fonti attendibili. La lotta di liberazione non fu senza macchia e senza paura, come quella anticomunista in Romania o quella libica contro Gheddafi. Il merito del film è quello essenzialmente di raccontare una microstoria all’interno della Grande Storia.
Una storia come diceva Elsa Morante che è sempre comunque fatta dai vinti, anche quando sono vincitori come il figlio della protagonista del romanzo, prima fascista, poi partigiano, il quale non riuscirà mai a collocarsi nel mondo. E ciò succede anche allo stralunato Francesco, che vuole solo difendere la sua famiglia e terminare il suo lavoro.
Il libro è di parte, forse anche rozzo e non realmente storico, il film ne esce molto meglio.
Curiosità: ll film fu definito “troppo a sinistra” dal senatore Maurizio Gasparri. La Repubblica lo definì “violento”. Il Corriere della Sera lo etichettò come “revisionista”.
È uscita anche la versione televisiva nel 2009 che ha avuto molto successo.

Recensione a cura di:








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