MAMMA EBE (1985)

Regia/Director: Carlo Lizzani
Soggetto/Subject: Gino Capone
Sceneggiatura/Screenplay: Gino Capone, Carlo Lizzani, Jaia Fiastri
Interpreti/Actors: Berta Dominguez [Cassandra Domencia] (Mamma Ebe Giorgini), Alessandro Haber (Bonetti Mario), Stefania Sandrelli (Sandra Agostini), Ida Di Benedetto (Maria Pia Sturla), Barbara De Rossi (Laura Bonetti), Laura Betti (Lidia Corradi), Paolo Bonacelli (don Paolo Monti), Carlo Monni (Foschi), Nestor Garay (giudice), Giuseppe Cederna (Bruno Corradi), Massimo Sarchielli (oste), Luigi Pistilli (Roberto Lavagnino), Maria Fiore (Mara), Marco Maggioni (marito di Mara), Enzo Robutti (vescovo), Francesco Ambrosoli (Sergio Ceretti), Francesco De Rosa (Michele), Federico Sangirardi (don Franco), Alberto Di Stasio, Domenico Russo, Francesco Anniballi, Beppe Chierici, Gerardo Amato, Franca Scagnetti, Giuseppina Amato, Altero Borghi, Alberto Capone, Umberto Checco, Daniela Di Bitonto, Alberto Di Stasio, Sara Donzelli, Mario Farese, Evelina Magnaghi, Marco Maggioni, Carlo Monni, Barbara Montanari, Fabrizio Rogano, Riccardo Rossi, Enzo Robutti, Donatella Russo
Fotografia/Photography: Romano Albani
Musica/Music: Franco Piersanti
Costumi/Costume Design: Rita Corradini
Scene/Scene Design: Massimo Razzi
Montaggio/Editing: Franco Fraticelli
Suono/Sound: Graziano Ruzzeddu
Produzione/Production: Clemi Cinematografica
Distribuzione/Distribution: CDE Compagnia Distribuzione Europea
censura: 80847 del 12-09-1985

Laura (Barbara De Rossi) giovane suorina di Mamma Ebe si barrica in una chiesa cattolica se arresteranno la suddetta Mamma.  La scena si sposta allora in un’aula di tribunale: Mamma Ebe è stata arrestata. Comincia quindi una caterva di testimonianze, tra cui quella del vescovo di Gorizia che denuncia l’atteggiamento passivo di alcuni suoi colleghi nei confronti della santona, con tanto di elogi. Ma Mamma Ebe è davvero un’astuta donna che ha creato un Ordine solo per arricchirsi? Oppure è una delle tante “sante” che non sono state capite dalla Chiesa e dalla società? Questo il film di Lizzani non lo dice, ma è indicativo di come ancora oggi questo affresco possa essere ancora una “bomba”, a distanza ormai di più di trent’anni. Ancora adesso il film desta scalpore, tanto che un certo bigottismo lo definisce erotico, finendo per trattarlo alla stregua della pornografia.

Il film non è un capolavoro, ma definirlo “erotico” e soprattutto “commerciale” è disonesto. È vero che la Sandrelli aveva interpretato La Chiave di Tinto Brass, è vero che pochi anni prima la Giorgini (cioè Mamma Ebe) era stata arrestata ed è vero che il suddetto film è pieno di nudità, ma sia ben chiaro non è un porno o un erotico softcore. Si tratta di un film che si interroga sul rapporto tra Dio è l’uomo e su quanto forse l’uomo sia fragile se è pronto ad affidare la sua vita a presunte sante, come Ebe.
La vicenda di Mamma Ebe, come quella del Forteto sono vicende su cui riflettere, specialmente perché uniscono Fede e Ragione. Un film è sempre un film e certo può solo trattare a metà qualcosa di veramente accaduto.

Curiosità: Ebe Giorgini è stata condannata in primo grado ad undici anni e 6 mesi per truffa. Nuovamente arrestata nel 2008 è stata condannata a sette anni per estorsione.
Il film ha diviso la Mostra del Cinema  di Venezia del 1985 tra sostenitori e detrattori.

La frase: “Sandra è talmente piena di peccato da non distinguere più il bene dal male”

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