IL TERZO OCCHIO (1966)



Regia/Director: Mino Guerrini [James Warren]
Soggetto/Subject: Phil Young
Sceneggiatura/Screenplay: Piero Regnoli [Dean Craig], Joseph Warren
Interpreti/Actors: Franco Nero [Frank Nero] (MIno), Gioia Pascal (Marta), Diana Sullivan (Daniela/Laura), Olga Solbelli [Olga Sunbeauty] (madre di Mino), Marina Morgan (donna del night), Richard Hillock (medico)
Fotografia/Photography: Sandro D'Eva [Sandy Deaves]
Musica/Music: Francesco De Masi [Frank Mason]
Scene/Scene Design: Mario Chiari [Samuel Fields]
Montaggio/Editing: Ornella Micheli [Donna Christie]
Suono/Sound: Joseph Delight
Produzione/Production: Panda - Società per l'Industria Cinematografica
Distribuzione/Distribution: Medusa
censura: 46555 del 21-03-1966

Un'anziana aristocratica è così gelosa e morbosamente attaccata al figlio al punto di volerne ostacolare a tutti i costi le nozze. La sua cameriera, priva di scrupoli e interessata a ingraziarsi la vecchia, elimina la promessa sposa simulando un incidente. Ma vistasi rifiutare gratitudine e riconoscenza elimina anche l'anziana signora. Il figlio della donna, rimasto solo, si ritira col proprio dolore nella cupa villa di famiglia, dedicandosi all'hobby dell'imbalsamazione di animali. Ma la solitudine e la mente provata lo spingono a cercare nuove donne, purtroppo con esiti tragici. Un giorno arriva in visita alla villa la sorella della promessa sposa. La somiglianza con la defunta è così forte da sconvolgere maggiormente la già provata psiche dell'uomo, fino a esiti imprevedibili.

Una storia psicologicamente interessante su come una madre protettiva può rovinare la vita di un figlio. Di derivazione Hitchcockiana, tratto da un racconto, è il film che ha ispirato BUIO OMEGA di Joe D'Amato, che di questo ne è una sorta di remake assai più crudo. Più vicino ai modelli classici d'oltreoceano come stile e struttura (tutto il cast sia tecnico che artistico si firma nei titoli di testa con pseudonimi americani), ma, anche se nel cuore degli italianissimi anni 60, quindi prima delle suggestioni estreme del thriller italiano puro e violento, il film è già pervaso di elementi macabri e di immagini piuttosto forti. Ha un inizio anacronistico, al di là di una precisa collocazione temporale, con un lungo incipit ambientato in una villa di campagna in cui sembra di trovarsi nell'800 o ai primi del 900, favorito dai costumi e dagli arredi. Poi, più tardi, quando compaiono delle automobili, se ne intuisce la contemporaneità. Sembra di trovarsi di fronte a una storia sentimentale, con un futuro matrimonio osteggiato dall'arcigna madre dello sposo, cui è morbosamente legata; strafacendo l'atmosfera si delinea assai cupa, fino al cuore e allo scioglimento deliranti della vicenda. La regia di Guerrini si muove sapientemente attorno ai personaggi e alle stanze della villa, con virtuosi movimenti di macchina, lenti zoom e carrellate che sono una gioia per gli occhi, anche grazie alla bellissima fotografia in bianco e nero di Alessandro D'Eva, che gioca sui contrasti chiari-scuri. I personaggi sembrano muoversi come su un palcoscenico, mai affidati al caso, ed è interessante notare come, quando uno indossa qualcosa di bianco sia posizionato su uno sfondo nero e viceversa. Ogni inquadratura sembra quasi una fotografia a sé, come spesso capita quando sia da parte della regia che della direzione di fotografia avviene questa particolare cura estetica. Anche i tempi della storia sono buoni. Fors'anche perché favorito da una durata non eccessiva, il ritmo non annoia, i colpi di scena si susseguono, e la tensione c'é. Di film sulla follia e sui claustrofobici rapporti morbosi, e di come essi possano intaccare e distruggere i rapporti familiari e la mente umana, ne sono stati fatti tanti - di quel periodo è sufficiente ricordare PSYCHO o CHE FINE HA FATTO BABY JANE? - e anche il cinema italiano, prima di aprirsi a un universo più prettamente splatter e di compiaciuta ricerca orrorifera, ha sfornato un prodotto elegante e raffinato. Vi si trova un po' di tutto all'interno, dal quasi incestuoso rapporto madre-figlio, al tema del doppio (la sposa e sua sorella pressoché identiche), la follia, e la figura del classico assassino seriale. Erika Blanc è bellissima nel suo doppio ruolo.Tredici anni dopo Joe D'Amato riprende e fa suo, adattandolo al proprio stile puramente splatter erotico, il soggetto del film, e, collaborando proprio con Guerrini, realizza BUIO OMEGA, opera molto forte, considerata tra le sue migliori.

Recensione a cura di:

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