MADELEINE... ANATOMIA DI UN INCUBO (1974)

Regia/Director: Roberto Mauri
Soggetto/Subject: Roberto Mauri
Sceneggiatura/Screenplay: Roberto Mauri
Interpreti/Actors: Camille Keaton (Madeleine), Riccardo Salvino (Louis), Piero Maria Rossi (Thomas), Paola Senatore (Mary), Silvano Tranquilli (dr. Schuman), Gualtiero Rispoli, Maria Teresa Piaggio, Mario Donatone, Raimondo Toscano, Alfonso Sarlo, Lela Bassi Cattaneo, Alessandro Perrella, Lorenzo Piani
Fotografia/Photography: Carlo Carlini
Musica/Music: Maurizio Vandelli
Scene/Scene Design: Ennio Michettoni
Montaggio/Editing: Adriano Tagliavia
Suono/Sound: Goffredo Salvatori
Produzione/Production: Pama Cinematografica
Distribuzione/Distribution: C.E.I.A.D. Columbia
censura: 64020 del 23-02-1974

Cosa succede nella psiche di una ragazza dissociata? ‘Madeleine – Anatomia di un incubo’ è un thriller erotico-psicologico girato con una qualche ambizione da Roberto Mauri - c’è pure qualche influenza di Polanski - e che alla prova dei fatti si rivela un lavoro ben congegnato, anche se non esente da pecche.
Giocando sui contrasti, Mauri, complice la suggestiva colonna sonora di Maurizio Vandelli, crea intorno alla vicenda di Madeleine - Camille Keaton, la studentessa che dava il volto a Solange nel film di Dallamano e che ritroveremo in ‘Non violentate Jennifer’ - un’atmosfera onirica che piano piano scivola in una quotidianità a tinte forti, quella dei colori del paesaggio romano ma anche dei tratti marcati di Silvano Tranquilli, il professore di psicologia (e parapsicologia) Franz Schuman che la ha in cura. Insomma, una vicenda dissonante e ambigua come la psiche malandata della giovane protagonista.
L’attenzione è cosi catturata e lo spettatore, straniato, si ritrova sospeso in una storia che non si capisce bene dove voglia andare a parare: gli incontri, i progetti, le aspirazioni di Madeleine, il suo desiderio di maternità, non trovano mai una soluzione definitiva. E così quando muore Thomas (Pier Maria Rossi), lo studente di filosofia con il quale la ragazza aveva avuto una breve quanto intensa relazione e Madeleine dichiara tutto il suo amore per Luis (Riccardo Salvino), il pilota di formula uno il cui corpo nei suoi incubi ricorrenti continua a vedere ardere nel rogo della sua auto mentre alcune streghe celebrano il funerale di un bambino nato morto, la soluzione definitiva, che spezza l’improbabile happy ending e ci consegna al finale rivelatore, viene dal personaggio più inquietante del film, quel Dr. Schuman che segue come un’ombra le azione di Madeleine.
Una pellicola di questo tipo s’inserisce perfettamente nella variante del giallo all’italiana in cui la storia ruota intorno alla malattia mentale del (o della) protagonista di turno - cito a caso ‘Spasmo’ di Lenzi, ‘L’occhio nel labirinto’ di Caiano – e/o gioca con l’attenzione dello spettatore, sparpagliando le tessere di un mosaico il cui disegno si intravede solo alla fine (‘Una lucertola dalla pelle di donna’ di Fulci, ‘La corta notte delle bambole di vetro’ di Lado). Decisamente buona la tensione erotica, elevata dalla presenza di Paola Senatore, di cui si ricorda uno strip al limite della frenesia estatica, e nel complesso la recitazione degli attori. Alcune pretese intellettualistiche e sociologiche rendono indigesti alcuni dialoghi, specialmente quelli tra Madeleine e lo studente Thomas, cosiccome alcune soluzioni registiche (ad esempio, lo zoom sul libro che legge il dottore), ma tutto sommato il film mantiene una sua coerenza ed anche una certa coralità di fondo. Buona la fotografia di Carlo Carlini.

Recensione a cura di:
  Carlo Giustiniani | Crea il tuo badge


Commenti

a ha detto…
Roberto Mauri ha detto che Madeleine è un film psicologico ma non è un thriller (Stracult 2010).