IL GATTO DAGLI OCCHI DI GIADA (1976)



Regia/Director: Antonio Bido
Soggetto/Subject: Vittorio Schirardi
Sceneggiatura/Screenplay: Antonio Bido, Vittorio Schirardi, Roberto Natale, Aldo Serio
Interpreti/Actors: Corrado Pani (Lukas Karman), Paola Tedesco (Mara), Franco Citti (Pasquale Ferrante), Fernando Cerulli (Giovanni Bozzi, l'usuraio), Giuseppe Addobbati (giudice, padre di Carlo), Bianca Toccafondi (Smeralda Messori), Paolo Malco (Carlo), Gianfranco Bullo (commesso della farmacia), Yill Pratt, Inna Alexeieva, Cristina Piras (signora Ferrante), Roberto Antonelli (Michele), Gaetano Rampin (Paolo), Giuseppe Pennese, Giovanni Vannini, Gino Cassani (De Maria, il tecnico rumorista)
Fotografia/Photography: Mario Vulpiani
Musica/Music: Trans Europa Express
Scene/Scene Design: Gianfrancesco Ramacci
Montaggio/Editing: Maurizio Tedesco
Suono/Sound: Pietro Ortolani
Produzione/Production: Elis Cinematografica
Distribuzione/Distribution: P.A.C.
censura: 69074 del 25-09-1976

ATTENZIONE LA SEGUENTE RECENSIONE CONTIENE DEGLI SPOILER!
Uscito nel pieno movimento giallo all'italiana e soprattutto argentiano, "Il gatto dagli occhi di Giada" segna il vero e proprio esordio sul lungometraggio di Antonio Bido, talentuoso regista padovano impegnato sin da subito nel cinema sperimentale e poi come assistente di Giuseppe Ferrara nel film Faccia di Spia. Da dichiarazioni di Bido stesso, il film era un pò distante dai canoni argentiani dell'epoca e venne in seguito riadattato per avvicinarlo di più alla tendenza di quegli anni, cambiandogli anche il titolo originario in uno zoonomico per attirare più gente al botteghino. Bido accetta il compromesso e il film in effetti ebbe un ottimo impatto e un ottimo successo di pubblico.
La Trama: Mara, attrice di Cabaret, mentre si reca dal farmacista Dezzan assiste al suo assassinio senza riuscire a vedere e a identificare il colpevole che scappa. Nei giorni successivi la donna riceve ripetute minacce da parte dello sconosciuto assassino e decide di chiedere l'aiuto di Lukas, suo ex fidanzato. Il misterioso assassino nel mentre continua la propria missione di morte uccidendo altre due persone, entrambe legate alla città di Padova come Dezzan. La vicenda ha una svolta improvvisa con l'ingresso in scena del vicino di casa di Lukas, Giovanni Bozzi che scampato ad un tentato omicidio in un garage lo invita a Padova con l'intenzione di rivelare alcuni dettagli particolari che si nascondono dietro ai delitti. 
Quando Lukas, accompagnato dalla fidanzata, arriva nella città veneta, Bozzi è già stato ucciso ma, dopo aver interrogato alcuni parenti delle vittime, scopre la verità dietro agli omicidi. 
Le persone assassinate consegnarono ai tedeschi, negli anni della guerra, la famiglia di un giudice ebreo, che era riuscito a riunire in una giuria popolare coloro che avevano distrutto la sua vita. Durante il processo un certo Pasquale Ferrante era stato ingiustamente condannato per omicidio. Quando evase, Carlo, il figlio del giudice, ebbe l'idea di eliminare i traditori d'un tempo, sperando di far convergere i sospetti su Ferrante.
Alla fine del film Lukas, Mara e Carlo si ritrovano nello studio del giudice, che, pentito di aver appoggiato il piano criminoso del figlio, lo uccide e poi si spara, impedendo l'omicidio dell'ingegnere e dell'attrice, con cui Carlo si proponeva di completare la serie delittuosa.

Girato con buon ritmo e discreta maestria, il film si contraddistingue per essere uno dei migliori film gialli thriller del periodo, con una prima parte più legata al classico e con una seconda parte (quella ambientata a Padova) che ci mostra già quello che sarà Bido in futuro. Quello più personale, legato alla propria terra, che andrà a sublimarsi nel picco a mio modo di vedere del regista, il film Solamente Nero. 
Sufficenti gli attori, per la parte di Lukas Bido aveva quasi ottenuto Philippe Noiret, poi il prolungarsi dei tempi aveva indotto l'attore francese a firmare per un altro film e quindi la produzione virò sul buon Corrado Pani, navigato attore di cinema e teatro che ci offre un Lukas abbastanza convincente. Per la parte di Mara invece troviamo la soubrette Paola Tedesco, estremamente popolare in quel periodo grazie a Pippo Baudo e al suo programma televisivo Un Colpo di Fortuna. In precedenza la ricordiamo in ruoli secondari ed apparizioni in vari film ma soprattutto nel capolavoro assoluto "Il Segno del Comando", meraviglioso sceneggiato televisivo che nel 1971 aveva avuto un successo enorme di pubblico in Italia.Inoltre, come dimenticare due miti come Franco Citti e Fernando Cerulli.
Le musiche sono curate dai Trans Europa Express, morbide e romantiche e all'occorrenza Gobliniane il giusto, con un'ottimo lavoro di chitarre.
Qualche pecca di sceneggiatura, il finale affascinante ma abbastanza frettoloso e qualche forzatura non impediscono di apprezzare uno dei miglior gialli/thriller all'italiana dei mitici anni 70.

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