LA MORTE ACCAREZZA A MEZZANOTTE (1972)



Regia/Director: Luciano Ercoli
Soggetto/Subject: Sergio Corbucci
Sceneggiatura/Screenplay: Ernesto Gastaldi, May Velasco, Guido Leoni
Interpreti/Actors: Nieves Navarro [Susan Scott] (Valentina), Claudie Lange (Veruska), Simon Andreu (Giò Baldi), Peter Martell [Pietro Martellanza] (Stefano, scultore), Carlo Gentili (commissario Seripa), Ivano Staccioli, Fabrizio Moresco, Claudio Pellegrini, Luciano Rossi, Alessandro Perrella, Elio Veller, Raul Aparich, Giuliana Rivera, Anna Recchimuzzi, Giulio Spadea, Francesco Moraldi, Giorgio Penna, Giacomo Pergola, Roberta Cifarelli, Danilo Bellucci
Fotografia/Photography: Fernando Arribas
Musica/Music: Gianni Ferrio
Costumi/Costume Design: Barbara Pugliese
Scene/Scene Design: Eduardo Torre de la Fuente
Montaggio/Editing: Angelo Curi
Suono/Sound: Amedeo Casati
Produzione/Production: Cinecompany, C.B. Films, Madrid
Distribuzione/Distribution: Cineriz
censura: 61256 del 24-10-1972
Altri titoli: La muerte acaricia a medianoche

Trama: Valentina è una modella che accetta di sperimentare una nuova droga allucinogena per un articolo della rivista “Novella 2000”. Durante l’esperimento, in casa sua, “vede” l’omicidio di una giovane ad opera di un uomo con un pugno di ferro. Quando, contro il suo volere, l’articolo viene pubblicato con la sua faccia e il suo nome in bella vista, Valentina inizia ad essere perseguitata dal killer.

Terzo film (ed ultimo giallo) della non molto prolifica filmografia di Ercoli, dopo “Le foto proibite di una signora per bene” e “La morte cammina con i tacchi alti”, questo LMAAM è un thriller che pur partendo da un  espediente classico del giallo all’italiana (una visone di morte, come nei successivi “Sette note in nero” di Fulci e “Profondo Rosso” di Argento) vira man mano che la trama procede, sempre più verso toni da poliziottesco (traffico di droga, inseguimenti sui tetti, un criminale che ride in continuazione, follemente). Operazione certo lodevole, ma purtroppo non completamente riuscita (Ercoli, pur bravissimo regista, non è certo Lenzi). Infatti, se il film inizia decisamente bene, con il primo omicidio girato in maniera davvero notevole (il riflesso della vittima che urla negli occhiali del killer, la brutalità dell’omicidio stesso, Valentina che vorrebbe urlare ma è in preda agli effetti della droga e riesce solo a ridere) nella seconda parte la sceneggiatura inizia a stentare e a diventare confusa, e non giovano certo le scene che provano ad alleggerire la tensione con una lieve comicità. Il cast (quasi lo stesso del film precedente) è di buon livello, gli attori fanno il loro lavoro discretamente, riuscendo ad essere credibili anche senza brillare particolarmente. Della  colonna sonora è certo da ricordare la canzone dei titoli di testa, ”Valentina in controluce” cantata da Mina. In conclusione, forse non un capolavoro, ma un film che si lascia vedere, consigliato soprattutto agli appassionati di film di nicchia.

Recensione a cura di:
Vincenzo Ruscio | Crea il tuo badge

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