TULPA (2013)



REGIA: Federico Zampaglione
SCENEGGIATURA: Dardano Sacchetti, Giacomo Gensini, Federico Zampaglione
ATTORI: Claudia Gerini, Michele Placido, Michela Cescon, Ivan Franek, Nuot Arquint, Crisula Stafida, Giulia Bertinelli
FOTOGRAFIA: Giuseppe Maio
MUSICHE: Federico Zampaglione, Francesco Zampaglione
PRODUZIONE: Italian Dreams Factory
DISTRIBUZIONE: Bolero Film
PAESE: Italia 2013
DURATA: 82 Min

Terzo lungometraggio di Federico Zampaglione dopo la commedia nero bifamiliare e il buonissimo horror Shadow con Tulpa cerca di riportare alla luce un genere che non fa più nessuno : il giallo all’italiana.
L’inizio è ottimo: una macchina nella notte, un tipo che fuma e si dirige verso le stanze di un motel dove ha un appuntamento con una bella ragazza.
Potrebbe sembrare il classico incontro tra una coppia clandestina ma subito ci accorgiamo che i loro sono incontri particolari: la lega al letto con la corda instaurando un perverso gioco sadomaso a base di alcool e cocaina, fino a che non vengono interrotti dall’assassino.
La caratterizzazione dell’assassino è quella classica del nostro cinema di genere: cappotto lungo di pelle nera, cappello calato sul volto, guanti neri. 
Ha senso riproporre questa figura nel 2013? Secondo me si perché Tulpa è un chiaro e sentito omaggio ai film di Mario Bava (sei donne per l’assassino) e Dario Argento citato in molte parti della pellicola soprattutto Profondo rosso.
Gli omicidi sono costruiti nel migliore dei modi: occhi estirpati, pugnali che trapassano la bocca e un gioco sadico con la giostra, si vede la mano di Dardano Sacchetti qua nelle vesti di co sceneggiatore.
Queste morti ruotano intorno al Tulpa un club frequentato da scambisti, pervertiti, una delle frequentatrici è Claudia Gerini la protagonista del film , giovane donna in carriera.
Scopre ben presto che tutti quelli con cui ha avuto rapporti sessuali muoiono uno dopo l’altro.
Tulpa ha momenti molto positivi che ho già descritto ma anche aspetti negativi: innanzitutto le recitazioni, Claudia Gerini se la cava sufficientemente bene in un ruolo nuovo per lei, Michele Placido è invece completamente fuori posto così come l’amica della Gerini molto inespressiva , mentre Nuot Arquint (il cattivo di shadow) non è male nel ruolo del guardiano del Tulpa ma da lui mi aspettavo qualcosa di più.
Nella prima ora del film avrei parlato di un buonissimo film , ma nei restanti trenta minuti il film si sgretola piano piano perdendosi in noiose e banali derive spirituali – filosofiche assolutamente fuori posto e con un finale che è un atto d’amore verso Dario Argento ma che andava costruito molto meglio.
Come base musicale direi che Tulpa è sufficiente , nettamente inferiore alla bellissima colonna sonora presente in Shadow.
Tulpa ha sollevato un vespaio di polemiche già prima della sua effettiva uscita: dalle voci di una durata effettiva di due ore pesantemente tagliata ad un’ora e mezzo per evitare il divieto ai minori di anni diciotto, alle scene erotiche molto spinte ma che in questa versione si riducono solamente ad una scena nemmeno troppo audace.
A mio modo di vedere Tulpa è un film che sicuramente poteva essere fatto molto meglio, ma che tutto sommato si lascia vedere e che merita ampiamente la sufficienza.

Recensione a cura di:
Federico Tadolini | Crea il tuo badge

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